ROTARY: per una “missione possibile”

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Non soltanto e non solo qualche intervento ben mirato di solidarietà ma anche idee e proposte per la risoluzione di antiche ed annose problematiche che assillano la nostra società, dal lavoro alla cultura – dalla diversa abilità alla religiosità – dalla politica alla giustizia – dalla componente giovane all’imprenditoria moderna – dalle professioni alle attività artigianali, per aprire nuovi varchi verso una vita aggregativa e sociale più vivibile. Quasi come tentare, con successo, la trasformazione di una “mission impossible” in una “missione possibile”. E’ questo, a mio sommesso avviso, il nuovo volto del Rotary Club Salerno Est, almeno da quando è presieduto con fermezza e con sagace scaltrezza da Antonio Napoli, ottimo professionista della City, che ha catapultato il Club in una giostra di eventi tutti importantissimi e che in rapida successione stanno dando, o meglio ridando, una carica emotiva e operativa che prima non era stato possibile vedere. L’opera della presidenza Napoli è a tutto campo, quasi a Largo Campo; parte dai ragazzi speciali (UnaMano Vela Diamo) per intrufolarsi nel Salone degli Stemmi di Palazzo Arcivescovile grazie al busto argenteo di San Gregorio VII; lancia progetti di rinascita delle Fornelle per attestare la sua azione propositiva proprio a Largo Campo nel cuore del centro storico cittadino; rilancia sulle onde del “mare nostrum” la memoria e il presente dell’ IYFR (International Yachting Fellowship of Rotarians) ed atterra nella cultura politica tra “Bugie e verità” di Giulio Tremonti, fino ad arrivare a coinvolgere il variegato e difficile mondo del lavoro con una impegnativa tavola rotonda tra pubblico, privato e sindacato. Ma non mancherà di far capolino anche nel mondo della giustizia e di tanti altri settori non meno importanti per il normale deflusso della vita quotidiana presente e futura. Insomma da quando il Rotary Club Salerno Est  è presieduto da Antonio Napoli non appare più come un organismo associativo quasi avulso dalla “società popolare” chiuso com’era nella sua “quasi impenetrabile esclusività” ma evidenzia un’apertura imprevista ed impensabile verso il mondo esterno ponendosi non più come un contenitore vuoto fatto solo di lustrini e merletti ma come un vettore carico di idee e progettualità, tutte positive, per la risoluzione dei problemi di oggi. Ecco dunque come la missione impossibile è stata trasformata in possibile riuscendo a mantenere intatti e vivi alcuni momenti, anche di un certo impatto emotivo, come il suono della campanella che dà inizio a tutte le manifestazioni. L’altra sera, il 16 ottobre scorso, negli splendidi saloni del Grand Hotel Salerno si è parlato di “Sviluppo integrato ed occupazione a Salerno”; ed anche qui si è vista la mano operativa del presidente Napoli che è riuscito ad accostare pubblico – privato – sindacato e politica su uno degli argomenti più delicati e spinosi del nostro tempo. Intorno alla tavola rotonda si sono alternate, nell’ordine, le voci di Andrea Annunziata (presidente Autorità Portuale), di MauroMaccauro (presidente di Assindustria), di Antonella Clavari (dirigente Invitalia), di Gerardo Pirone (segretario generale UIL), di Fulvio Bonavitacola (deputato al Parlamento e componente della Commissione Trasporti), e con loro tantissimi altri personaggi del mondo del lavoro e della società civile salernitana. Nel corso dell’interessante serata è stato anche lanciato il progetto “Salerno, città dell’economia”, quasi come un invito a scegliere, finalmente, la destinazione futura della nostra Città che da decenni si agita tra sviluppo turistico, terziario, industriale e commerciale. Sono perfettamente in linea con il pensiero dell’ing. Andrea Gobbi (autore del progetto), ovvero se la politica dovesse scegliere l’economia come volano di sviluppo futuro, facendo leva sulle sicure professionalità manageriali come quelle di Annunziata, Maccauro, Pirone ed altri, probabilmente avremmo risolto non la crisi attuale ma anche i destini futuri della nostra comunità. All’orizzonte già si intravede, comunque, un altro appuntamento rotariano interessante e pesante, quello di giovedì 23 ottobre con la presenza (sempre nel Grand Hotel) di Vincenzo Boccia uno degli imprenditori più in auge in campo nazionale ed internazionale che disserterà sul tema “La piccola industria in Italia ed in particolare nel mezzogiorno: punto di forza o di debolezza ?”.

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