Aldo bianchini
SASSANO – L’inchiesta giornalistica sulla Bcc Sassano è abbastanza difficile e nasconde insidie ad ogni angolo; vuoi perché i lettori non sono abituati a questo tipo di giornalismo e vuoi perché gli attori in campo stanno difendendo con forza le rispettive posizioni ritenendo entrambi di stare nel giusto; ma è giusto andare avanti. Prima di scrivere, però, è necessario precisare un concetto essenziale: ogni governance che governa pensa di essere nel giusto, al contrario ogni governance disarcionata, e/o creata ex novo, pensa di essere parimenti nel giusto e titolata a tacciare l’altra di insipienza organizzativa e tecnica. Bisognerebbe avere la capacità di mettersi sempre intorno ad un tavolo e concertare sempre ogni decisione futura; così purtroppo non è. Tutto questo si è verificato negli ultimi mesi tra la governance legittimamente eletta dall’assemblea dei soci e quel gruppo di soci che intendeva passare al timone della banca dopo i trent’anni di presidenza di Antonio Calandriello. Il voto della stragrande maggioranza dei soci ha detto chiaramente no al cambiamento, e da qui le polemiche infinite. Dopo le polemiche è nato il “Comitato per la valorizzazione del risparmio popolare e sostegno dell’economia locale del Vallo di Diano” composto da Nicola Femminella (portavoce del Comitato), Franco De Luca (già dirigente scolastico), Pietro Pernetti (sindacalista) e Giuseppe Colucci (commercialista). Ora si è giunti all’atto conclusivo che dovrebbe dare al Comitato la sua legittimazione ufficiale che necessita dell’appoggio di almeno un decimo dei soci; soltanto così il Comitato potrà chiedere in maniera perentoria la convocazione di una Assemblea Straordinaria, forse monotematica, dei Soci per dare modo sia alla componente maggioritaria che a quella minoritaria la possibilità di discutere democraticamente in merito ai problemi che, a detta di molti, assillano la Bcc Sassano, a cominciare dall’esigenza della sua fusione con una banca più grande. Giovedì sera, 15 ottobre 2015 ore 19.00, dicevo, ci sarà il primo momento della verità; difatti il Comitato ha invitato tutti i soci a prendere parte alla riunione che si terrà presso l’agriturismo “Le Acacie” di Sala Consilina. Ne sapremo di più, quindi, da giovedì sera anche se rimane intatta la perplessità sul perché l’attuale CdA (legittimamente eletto) non provveda sua sponte alla convocazione di un’assemblea straordinaria per illustrare il percorso che porterà alla fusione, forse, con la Banca del Cilento; capisco che è stato eletto dalla stragrande maggioranza dei soci ma mi sembra anche giusto illustrare a quei soci che l’hanno votato i passi da compiere nell’immediato futuro. Stando alle voci insistenti mi sembra paradossale anche il luogo comune che via via prende piede in sfavore dell’attuale CdA; per spiegarmi meglio e per non cadere nell’errore del personalismo faccio ricorso ad una frase del libro “Perché non sono più Presidente della Banca del Cilento” scritto dall’avvocato Franco Chirico che di quella banca è stato presidente per 23 anni e che nel giugno 2011 è stato disarcionato dalla carica in seguito a legittime elezioni che lui, però, continua a contestare con delle motivazioni, più immaginarie che reali, che hanno il sapore della sterile battaglia per il potere. Ecco gli ultimi righi di una lunga osservazione di Chirico: “ C’è pure chi ritiene che alla guida della Banca vi sia un gruppo eterogeneo, incapace di elaborare strategie di diversificazione dei ricavi e del governo efficiente dei rischi””. Ovviamente quello che scrive Franco Chirico non si attaglia alla situazione della Bcc Sassano, probabilmente riproduce la situazione della Banca del Cilento con tutte le cautele che il caso impone, trattandosi dello sfogo di un ventennale presidente che di colpo si è visto fatto fuori. E va anche detto che quel CdA che Chirico taccia di insipienza sta tuttora governando, dopo quattro anni, la Banca del Cilento senza stravolgimenti plateali. Ma è il luogo comune, per quanto riguarda la Sassano, che serpeggia nei commenti più o meno spontanei e aperti che si ascoltano in questi mesi; ecco perché le perplessità sulla non convocazione dell’assemblea aumentano anche tra i soci più fedeli alla vecchia leader-schip. Al di là di tutto questo ci sono, al momento, i numeri che non denotano una situazione esaltante della Banca del Cilento, non perché sia in cattive acque ma soltanto perché i suoi numeri (riferiti anche all’indice Core-Tier/1) non sono migliori di quelli appannaggio della Bcc Sassano; da qui la sensazione che non si possa accorpare chi sta meglio a chi sta peggio, anche se la stessa cosa sta accadendo in provincia di Padova tra due Bcc locali. Ma a Padova i sindaci della zona stanno facendo fronte comune contro la deterritorialità della banca più piccola ma più solida ed efficiente; da noi, nel Vallo di Diano, la politica locale osserva il silenzio dei giusti e non tiene conto che così facendo non difende l’eventuale danno per il territorio che potrebbe derivare dalla temuta scomparsa della Bcc Sassano. Ma, ripeto, ne sapremo di più, molto di più, giovedì sera, dopo la conta dei soci che intenderanno portare il loro appoggio alla nuova governance che si affaccia all’orizzonte sulla spinta del Comitato.
direttore: Aldo Bianchini
Caro dottore, mi permetta di esprimere una opinione personale: non sono i lettori poco abituati al giornalismo d’inchiesta, semmai sono più i “giornalisti” velinari o gossippari…W la Gabbanelli!
Nel merito della vicenda bcc di sassano, non credo che la conta col pallottoliere dei sostenitori di una o di un’altra proposta, comunque entrambe ancora indefinite, sia così urgente.