Comunali 2016: fratelli-coltelli e parenti-serpenti … altro che Santa Pasqua

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Le elezioni comunali, più di ogni altra competizione elettorale, come in una sorta di duello rusticano determinano contrasti familiari, brutali e talvolta all’ultimo sangue. Anche a Salerno gli equilibri familiari sono dilaniati dall’ambizione politica.

Il primo esempio che balza all’attenzione riguarda proprio la famiglia del Governatore della regione, Vincenzo De Luca. I figli Piero e Roberto, in modo non più latente, rivendicano il ruolo di “erede del kaimano” e così mentre il più piccolo affila i suoi coltelli per una candidatura pregnante in seno al consiglio comunale per recitare il ruolo di “angelo custode” del nuovo sindaco, sull’altra sponda il maggiore ha già costruito la sua rete di potere (Caramanno, Mazzeo e Loffredo al Comune; Coscia e Di Nesta alla provincia; Enzo Luciano presidente di Salerno Sistemi (che dovrebbe andare al posto di Nicola Landolfi) e Mena Arcieri presidente Salerno Solidale; e Tamburro ai circoli PD provinciali.  E’ una guerra fraticida (e senza esclusione di colpi anche se all’apparenza tutto sembrerebbe filare liscio) per occupare spazi, poltrone e caselle, lasciate in eredità (più che libere !!) dal Governatore, che dovrebbe occuparsi nei prossimi anni solo ed esclusivamente della bonifica della terra dei fuochi e della rinascita di Napoli. E’ vero che Piero ha iniziato molto tempo prima del fratello ma è altrettanto vero che lo stesso Piero, avendo qualche piccolo problemino giudiziario, deve spesso defilarsi dalle costanti apparizioni pubbliche cui il fratel minore  (come spesso accade nella vita di tantissime “famiglie in”) sembra essergli di petto subentrato.

Tra i due si insinuano, spocchiosamente e con un certo successo giovani rampanti salernitani che vantano nel proprio curriculum, non titoli speciali, ma solo l’amicizia con i figli De Luca; e tutto questo alla faccia del rinnovamento non solo anagrafico ma soprattutto comportamentale che i “giovani dem” vanno propagandando a destra e a manca, propositi che poi rinnegano alla prima occasione. E non è poco !! Il troppo storpia (recitava un antico proverbio), ma qui si calpestano anche quelli che un tempo erano considerati principi inalienabili facenti capo a quel minimo di dignità che ognuno dovrebbe sempre portare con se. Difatti se già alcuni  “deluchiani della prima ora”, avvertendo questa presenza  ingombrante, stanno meditando di non presentarsi alle prossime comunali, dall’altro lato molti fanno da codazzo e cercano di infilarsi con la speranza di conquistare un piccolo pezzettino di potere all’ombra dei due big,

eredi di una “dinastia faraonica” da antico Egitto come scriveva qualche anno fa il compianto Luigi Del Pizzo. Tutto questo accade perché, a dire di entrambi gli schieramenti, quelle di giungo sarebbero  elezioni drogate con il  sistema di potere ( cooperative, partecipate, amicizia, ubbidienza, ecc. ecc) che tenderà a favorire gli amici dei rampolli dell’ex Sindaco. Quindi se da un lato qualcuno si tura il naso, gli altri spalancano le narici e respirano a pieni polmoni la falsa ventata di nuovismo che i due fratelli promanano verso il mondo esterno. Sempre nel centro sinistra si registra per le elezioni di giugno un altro caso di “fratelli coltelli”.

Mi riferisco ai fratelli Ventura: il più noto Mimmo, consigliere comunale e presidente della commissione sport e politiche giovanili, dovrà competere con il suo stesso sangue, il fratello minore che si candida nella lista predisposta dall’onorevole Ragosta “davvero verdi”. Chi la spunterà? Forse nessuno dei due perchè dividere la famiglia significa dimezzare i voti e di questo gli amici di entrambi se ne sono accorti, ed alcuni, come riportato su fb, si sono già tirati fuori. Ma non sono solo i parenti a dividere le famiglie perché, quando vanno d’accordo i fratelli, litigano gli affini. E’ il caso di due cognati, Sandro Ferrara e Felice Santoro, entrambi consiglieri comunali, che hanno sposato due sorelle. In questo caso però, nel 2011 è andata bene ad entrambi.

Ferrara è stato eletto nell’UdC all’opposizione, anche se poi, di fatto, è passato con la maggioranza, approvando tutti i bilanci e ricevendo anche un incarico prestigioso quale quello  di capo-staff del Presidente della provincia. In tanti sperano che alle prossime elezioni paghi lo scotto di avere scientemente scelto di non fare opposizione. Felice Santoro invece è stato eletto nella lista Campania Libera ed oggi è molto corteggiato da tutti i partiti, attratti dai suoi 1000 e più voti. Certo per le due mogli-sorelle non sarà una Pasqua di pace in famiglia!! Merita poi un approfondimento la famiglia Provenza che da oltre 40 anni ha un proprio membro nel consiglio comunale. Sotto quest’aspetto, sicuramente la più longeva nella nostra città, anche più della famiglia De Luca. Ma quando si parla dei Provenza si parla di veri galantuomini, professionisti eccelsi e persone di una dirittura morale ineccepibile, tranne che per il difettuccio della politica sempre e comunque. Come nel caso di Vittorio il famoso professore di matematica, che dopo aver ricoperto il ruolo di Sindaco passò il testimone al figlio Luigi che entrò in consiglio comunale quasi per successione quando il padre decise di ritirarsi dalla politica. Ma i Provenza di oggi, noti alle cronache, sono Luciano, avvocato rotale, professore, giornalista e conduttore radiofonico e Nicola, stimato medico ed allenatore di calcio.

L’avv. Luciano Provenza è consigliere comunale, eletto in Campania libera nel 2011, molto stimato da Vincenzo De Luca, tanto da essere stato nominato presidente della commissione politiche sociali. Luciano Provenza, a mio giudizio, ha un grande merito: in più di un’occasione in questi cinque anni, a differenza di altri deluchiani, ha saputo anche dire no al sistema, rimanendo coerentemente leale nella maggioranza. Ha il torto però di non essere rimasto collocato nel centro dx dove politicamente è nato nel 2006, oggi, per la sua autorevolezza, sarebbe quel candidato a Sindaco, capace di far convogliare intorno a se i vari Celano, Cammarota, Amatruda, Cassandra, Adinolfi ecc. ecc. Il cugino medico-mister Nicola Provenza si è affacciato per la prima volta sulla scena politica, affiancandosi ai cinque stelle, quel movimento che come già detto in altro articolo precedente, vorrebbe massacrare proprio quel sistema politico, di cui il papà di Nicola, prof  Vittorio fu protagonista assoluto nel passato.

Purtroppo, come io avevo evidenziato, il figlio di un democristiano puro sangue, fratello del segretario cittadino dell’UdC (Luigi !!), cugino di un consigliere comunale di centro sx, non è particolarmente credibile, anzi non solo ha creato imbarazzo nel movimento penta stellato ma lo ha praticamente distrutto gettando le basi per la non presentazione della lista a Salerno da parte di Grillo (mossa studiata a tavolino per favorire le falangi deluchiane ?; non è ancora facile rispondere, nell’aria c’è ancora il sordo rumore dei coltelli). Sta di fatto che prima ancora che il dott. Provenza potesse cominciare la partita, Beppe Grillo l’ha bocciato senza neppure leggere la lista che il medico allenatore avrebbe inviato in gran segreto. Come dire in gergo calcistico, tanto caro al mister: ha perso a tavolino almeno per 3 a 0 !! Sorride sornione il cugino Luciano, che per la prima volta potrà presentarsi senza concorrenti familiari alle elezioni rispetto al passato: nel 2006 ha dovuto combattere con il cugino Luigi e nel 2011 con la cugina Rosa. Ma sarà l’unico Provenza a scendere in campo? Io non ci credo perchè Luigi, Nicola e Rosa Provenza sicuramente gli faranno la sorpresina dell’ultima ora, quasi come i regalini che usciranno dalla  rottura delle tante uova sulle tavole dei salernitani, proprio oggi nel giorno della Santa Pasqua. C’è poi un duello quasi in famiglia, ma nessuno lo conosce che inevitabilmente farà scontrare due ceppi familiari distinti ma uniti per vie trasversali: Roberto Celano e Horace Di Carlo, il primo a destra e il secondo a sinistra; entrambi eletti nel 2011 e che probabilmente confermeranno lo stesso successo del passato. Ma voglio chiudere questo approfondimento con il duello più cordiale  e spettacolare della storia politico-amministrativa del dopoguerra.

In campo Wilma Fezza (la più bella donna, in assoluto, mai candidata per il consiglio comunale di Salerno) e l’allora giovane rampante Gianfranco Valiante; due cognati in cerca d’autore, correva l’epoca della prima consiliatura di Vincenzo De Luca e tutto era profondamente diverso anche sotto il profilo del rispetto reciproco, prima ancora che familiare; ne diedero ampia prova sia Wilma che Gianfranco. Adesso i serpenti ed i coltelli sono all’ordine del giorno e non risparmiano neppure i nomi più in vista e le nomenclature più potenti. A proposito, auguri di una Santa Pasqua a tutti.

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