Salerno: dalla vergognosa “Fuori Roma” alle Fonderie Pisano come fabbrica del cancro …senza alcun contraddittorio … fino a Federico Conte

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Una trasmissione televisiva assolutamente vergognosa quella andata in onda sulle frequenze di Rai/3 domenica sera; una trasmissione condotta dalla giornalista Concita De Gregorio che, da buona comunista radicale, dopo essere stata cacciata dal portone de L’Unità è rientrata dalla finestra di “mamma Rai/3” che in questi ultimi decenni ha raccolto il meglio del meglio del giornalismo monocorde, unidirezionale e preconcetto.

La cosa più brutta della trasmissione “Fuori Roma”, così si chiama l’invenzione di Rai/3, è che è stata costruita senza alcun tipo di contraddittorio e sulle dichiarazioni di personaggi che Lei (e soltanto Lei – la De Gregorio) ha incautamente ritenuto in grado di offrire un ampio e libero spaccato di Salerno, dopo che a turno hanno in qualche modo anche succhiato alle tette della mucca; la cosa più bella è che, finalmente, la trasmissione con lo scempio di Salerno è finita. Poco importa, per il giusto taglio della trasmissione, che il governatore sebbene cercato non abbia risposto. Se andate a rivedere e risentire attentamente la trasmissione, andata in onda domenica sera 25 marzo 2018, vi accorgerete che uno di quei soloni intervistati (forse il più accreditato culturalmente !!) ad un certo punto l’ha mollata alla grande dicendo un “io mi ricordo” che per un presunto intellettuale-scrittore è una bestemmia sontuosa.

Proprio come nel più classico degli imprinting inventati dal mitico Sandro Curzi per fare “comunicazione per esposizione” (che tanto successo riscosse negli anni del berlinguerismo tra i comunisti che non esistono più in nessuna parte del mondo e che, invece, sopravvivono all’interno di Rai/3) la De Gregorio si è lanciata, apparentemente anche in maniera cauta e composta, all’attacco dell’unico personaggio assente (il governatore !!) scegliendo ingiustamente di non intervistare la gente, anche quella che è contro De Luca (e ce ne sono tanti), e venendo meno ad uno dei principi cardini del giornalismo. Ma tanto chi se ne frega, Rai/3 appartiene ai residuati bellici comunisti e tutto fa brodo.

La De Gregorio, però, ha dimenticato (e questo lo fa spesso !!) che allora erano altri tempi; erano tempi in cui bisognava abbattere il padrone ad ogni costo (DC, PSI e grandi imprese) facendo partire violenti inchieste giornalistico-televisive senza alcun contraddittorio e senza la presenza della gente che è, poi, l’unica titolata a parlare.

La sopravvissuta De Gregorio ha fatto, se possibile, ancora peggio rispetto a quella scuola, anche perché essendo una delle poche rimaste a galla cerca di accreditarsi, con rabbia e livore, come probabile direttrice di qualche altra testata giornalistica dopo l’infausta esperienza dell’ultimo quotidiano comunista. Non ha capito, e forse non capirà mai, che questo tipo di inchieste anche se piacciono a particolari fette di gente alla fine non riscuotono successo ma solo probabili polemiche (come nella fattispecie) in quanto gli adulatori di dette inchieste si nascondono subito dietro la presenza asfissiante della maschera del potere che a Salerno è sicuramente quella di Vincenzo De Luca e del suo cerchio magico. Un potere che va attaccato, però, con un’azione lunga e concertata non solo tra una giornalista e pochi pseudo intellettuali ma coinvolgendo (anche se non lo meritano) tutta la classe politica salernitana che di fronte a queste cose stranamente scompare forse perché non vuole spingersi fino in fondo a causa di una carrellata di compromessi che viene da molto lontano.

Fatto questo ampio preambolo e dato atto che, solo in forza degli straordinari mezzi della Rai, la trasmissione è stata molto ben montata, devo altresì prendere atto che la Rai con quella trasmissione non ha reso un buon “servizio pubblico”; anzi ha infangato una città.

E su questo devo dare ampiamente ragione all’ormai arroccato nel suo Fort Apache Vincenzo De Luca che sta combattendo la sua battaglia finale contro i mulini a vento che l’hanno definitivamente circondato e si preparano all’attacco finale.

Comunque meglio tardi che mai; con piacere in questi giorni ho letto che anche Antonio Manzo (editorialista de La Città) e Mariano Ragusa (direttore redazione salernitana de Il Mattino) sono scesi in campo per assumere una posizione di mera critica contro il giornalismo velenoso e comunista; un giornalismo che ho combattuto in perfetta solitudine per decenni.

A mio sommesso avviso il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, è uscito dallo speciale televisivo ingigantito e lontanissimo da quel “sindaco di cartone” che un altrettanto livoroso ed ormai spento e ripetitivo Isaia Sales ha cercato di scaraventargli addosso.

Dico questo perché Enzo Napoli è stato l’unico a parlare con estrema franchezza ed a rispondere con fermezza alla giornalista che ha svolto “un compitino propagandistico e incomprensibilmente livoroso”. Bravo il sindaco, anche perché ha messo a fuoco un’altra cosa molto seria e drammatica; parlo della questione relativa alle Fonderie Pisano.

Rispondendo alle dichiarazioni unilaterali del comitato “Salute e vita” di Lorenzo Forte ha spiegato, in termini molto precisi, che è disposto anche ad emanare decreto di chiusura dello stabilimento a patto che qualcuno gli presenti una relazione scientifica consolidata che afferma il nesso di causalità nell’ottica del legame eziologico tra condotta omissiva della Pisano e l’evento dannoso per la salute dei cittadini. Sarà anche vero che Napoli ha evidenziato una “disinvolta distrazione sulla storia politica di Salerno” come dice Amatruda, ma è altrettanto palese che, in pochissimi minuti e con una giornalista armata di fucile mitragliatore, rifare la storia era abbastanza difficile.

Ma l’unica cosa che tutta la stampa non ha colto in quello speciale-tv della De Gregorio è stata l’aggressione violentissima, e senza contraddittorio, contro le Fonderie Pisano accusandole addirittura di essere “la fabbrica del cancro nella città di Salerno”. Un’affermazione che, alla luce del provvedimento del Tar adottato ieri, assume una luce alquanto sinistra.

Ma come si permette, mi sono detto tra me e me mentre ascoltavo lo sciorinamento delle nefandezze, di sparare simili idiozie sfruttando il servizio pubblico della Rai ?

Peccato che nella trappola del compitino sia caduto anche il neo deputato Federico Conte che nella scorsa settimana aveva scritto che: “Le Fonderie Pisano, anche per le responsabilità dei governi regionali e locali, hanno seminato lutti e malattie a Salerno”; anche lui senza il minimo contraddittorio o prova scientifica.

Non solo; è stata fatta passare anche una dichiarazione dello stesso Forte relativamente alla morte del padre ed alla malattia del fratello senza un minimo di riscontro medico scientifico e senza tenere minimamente in conto l’ultimo comunicato stampa dell’azienda in cui parla di “denigrazione preventiva” (ma di questo parlerò in uno specifico articolo); il tutto per sparare a zero contro Salerno, la città e i suoi abitanti.

Sicuramente Salerno è il “regno di De Luca”, ma i regni come si sa possono essere abbattuti soltanto con una rivoluzione di popolo, non attraverso una trasmissione televisiva di parte; se continua così il regno deluchiano, purtroppo, durerà ancora a lungo; oltretutto sembra che lo share della trasmissione non sia stato tanto favorevole anche se un milione circa di telespettatori per uno speciale su Salerno non è cosa da poco.

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