VASSALLO: Il sogno di Angelo – Il sindaco pescatore e la canzone del mare

Aldo Bianchini

SALERNO – Da Il Mattino del 12 luglio scorso ho letto uno splendido articolo firmato dall’ottima giornalista Erminia Pellecchia e titolato “Il sogno di Angelo – Il sindaco pescatore e la canzone del mare”; un articolo che mi ha incantato non solo per come è stato scritto ma anche per l’enfasi personale della giornalista che è riuscita a trasfondere nelle parole di un freddo articolo tutta la passionalità e l’emozionalità che da sempre porta con se nella cronaca-critica letteraria con cui da qualche decennio delizia tutti i salernitani.
La Pellecchia con grande maestria ha prodotto una recensione al libro (graphic novel) “Il sogno di Angelo” (edit. Areablu) per raccontare con illustrazioni ad hoc “La storia di un giusto narrata coralmente da amici e familiari e poeticamente illustrata da Dal Prato: l’urgenza della memoria”, come ha giustamente e saggiamente suggerito la stessa giornalista nel sottotitolo del suo articolo.
Il bimbo -che indossa la maglietta alla marinara (tanto in voga negli anni ’50) e che in riva al mare scruta l’orizzonte con la mente imbevuta di racconti per immaginare terre lontane, avventure e gesta eroiche e che, infine, non sa ancora delle sfide che affronterà a casa sua e da cui uscirà vittorioso, ben oltre la morte- molto verosimilmente non è Angelo Vassallo semplicemente perché era nato il 22 settembre 1953 (ed è stato ucciso il 5 settembre 2010). Alla fine degli anni ’50 Angelo Vassallo aveva soltanto sei anni e mezzo e credo, in tutta sincerità, che data l’epoca e le abitudini dei luoghi non aveva tanta capacità riflessiva come lo si vuol far passare attraverso la ricostruzione, anche con immagini, frutto del lavoro corale di Giuseppe Boy, Licio Esposito, Maria Dal Prato (firma i disegni), Paola Vacca e Peppe Ruggiero, e sentito come urgenza per mantenere viva la memoria di Angelo, le speranze, la sua idea di bellezza come eredità da preservare per le generazioni a venire.
Tutto bello, per carità, perché davvero c’è bisogno di mantenere viva una memoria che dapprima idolatrata ora sembra essersi appannata anche per via dell’abbandono che la politica di sinistra sta riservando al personaggio comunque importante e da storicizzare nel tempo e per le future generazioni.
Le mie perplessità, per ciò che possono valere, non sono dirette al lavoro importante dei ragazzi sopra citati, piuttosto alle varie fasi di esaltazione e di abbandono che stanno accompagnando il ricordo dell’uomo e del politico Angelo Vassallo.
Giusto e sacrosanto, oggi, rimarcare le qualità umane e sociali di Angelo pescatore, ma trovatemi un pescatore in tutto il mondo che non ama il mare anche più di se stesso o che, trovandosi ad Acciaroli, non vagheggi con la mente estasiata il mitico Ernest Hemingway che proprio lì, ad Acciaroli scrisse forse il suo grande capolavoro letterario “L’uomo e il mare”.
Facile, quindi, l’accostamento del bimbo in maglietta alla marinara a Vassallo, innamorato del famoso scrittore e già pronto all’alba a gettare le sue reti; purtroppo nella realtà non è stato così e Angelo Vassallo ha dovuto confrontarsi con una controparte sempre più ostile fino a indurlo ad essere, anch’egli, per alcuni tratti arrogante e supponente (come dicevano diversi suoi avversari politici !!).
E, inoltre, indicatemi chi dal mare non ha imparato almeno due cose, la concretezza e l’amore per il silenzio, come era capitato allo stesso Vassallo, stando ai racconti cui ogni tanto si lasciava andare.
Ovviamente, bene hanno fatto i ragazzi a rievocare tutto quanto di buono e, forse, di magico Angelo Vassallo ha lasciato dietro se stesso e che, se ben preservate da ogni tipo di abbandono, probabilmente riusciranno a far brillare la stella Angelo e la sua solare umanità (come affermato da Michele Buonomo di Legambiente) negli anni a venire.
Il tutto, però, rimarrà nel limbo indistinto almeno fino a quando non si capirà in maniera definitiva da chi e perché è stata barbaramente ucciso in quella tragica notte del 5 settembre 2010.

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