Aldo Bianchini
SALERNO – Un recente comunicato del Codacons mi ha dato lo spunto per questo nuovo approfondimento in merito alla battaglia, strumentale e di parte, che è stata organizzata da Associazioni e Comitati per la chiusura definitiva dell’attività che le Fonderie Pisano portano avanti dagli anni ’60 nella Valle dell’Irno, quando lì non c’erano palazzi di cemento, dando lavoro a diverse centinaia di famiglie nel corso dei decenni.
Il comunicato del Codacons del 7 luglio 2020 fa emergere tutto il livore, non una serena e legittima contestazione, che è posto alla base dell’accanimento con cui l’argomento, sicuramente delicato per la salute e per gli aspetti ambientali, viene proditoriamente portato avanti; in esso comunicato si anticipa addirittura una nuova denuncia per fumi e polveri registrati il giorno 6 luglio, cioè il giorno prima dello stesso comunicato.
Ecco il testo integrale:
“”NUOVA UDIENZA DEL PROCESSO PER INQUINAMENTO AMBIENTALE DELLE FONDERIE PISANO; IL CODACONS PARTE CIVILE RAPPRESENTA ANCHE ALTRE 50 PERSONE FISICHE; IL CODACONS SI RISERVA DI PRESENTARE NUOVA DENUNCIA PER FUMI E POLVERI REGISTRATE IERI. Si è tenuta in data odierna l’udienza delle repliche dei PP.MM. innanzi al GUP Dott.ssa Zambrano per le Fonderie Pisano, dove il Codacons presente con l’Avv. Matteo Marchetti è costituito parte civile insieme ad altre 50 persone fisiche. Rinviato il processo al 22/10/2020 ora si spera che effettivamente da quella data possa attendersi solo il dispositivo. Solo ieri, infatti, si registravano fumi e polveri provenienti dalle Fonderie Pisano ampiamente documentate e filmate per cui il Codacons presenterà alla Procura della Repubblica un’altra denuncia nel più breve tempo possibile. Ufficio Stampa””.
Il suddetto comunicato è la dimostrazione più plastica di quanto sia ingarbugliata e arroventata la situazione che, comunque, i vari attacchi da parte delle Associazioni e Comitati hanno messo in piedi; a torto o ragione si vedrà; ma bisognerà attendere le determinazioni di una magistratura che nel nostro benedetto Paese non riesce (neppure con il suo riconosciuto autoritarismo) a fissare in una data precisa la fine di una qualunque delle tantissime storie giudiziarie.
Di questo, e non solo, dovevano tenere conto i leader delle Associazioni (soprattutto quelle a carattere nazionale come il Codacons) e Comitati dovevano cercare altre strade per raggiungere almeno un obiettivo mediato; non lo hanno fatto (non so se per ignoranza o per insipienza) e mettendo tutto nelle mani della magistratura anche con denunce giornaliere non hanno fatto altro che avvantaggiare l’avversario (Fonderie Pisano) che ha la forza e la capacità di utilizzare tutti gli strumenti legali, giuridici e giudiziari.
L’altro gravissimo errore delle Associazioni e dei Comitati (con l’aggiunta di quel disastroso servizio televisivo “FuoriRoma” di Rai/3 condotto dalla comunista Concita De Gregorio) è stato quello di voler mettere forzatamente la questione anche nelle mani della politica; e dalla politica è arrivata la risposta più sconcertante con decisioni, controdecisioni, rinvii, rimbalzi di responsabilità, e atteggiamenti politichesi. Una trappola infernale nella quale i responsabili delle Associazioni e dei Comitati non dovevano mai cadere se davvero volevano combattere in favore dei diritti civili della gente di vivere in un ambiente assolutamente salubre.
Sono sincero se dico che tutto questo groviglio tra Associazioni, Comitati, Politica e Magistratura mi fa pensare ad un gigantesco progetto di inquinamento della verità per fare fessi i semplici cittadini che si attendono chissà quali sfracelli da parte delle precitate istituzioni.
Surreale, quasi ai limiti della presa per i fondelli, anche l’intervento a Napoli (Teatro Sannazaro, presentazione candidati M5S) del ministro dell’ambiente Sergio Costa (grande ex competitor di De Luca per la candidatura alle regionali) che in pratica ha scaricato ogni responsabilità sul governatore in carica, reo secondo il ministro di non aver preso alcuna iniziativa in merito all’art. 272/bis del “codice dell’ambiente” (quello che l’ex ministro Alfonso pecoraro Scanio fece redigere dall’ex magistrato Michelangelo Russo) relativamente al cattivo odore delle sostanze odorigene; davvero un eccesso per cercare di tirarsi fuori dal precitato “gigantesco progetto di inquinamento della verità”. Per non dire del facilitatore pentastellato Luca Di Giuseppe che ha paragonato le prossime elezioni regionali ad un bivio storico; da una parte chi è a favore dell’ambiente, dall’altra chi è contro.
E mentre tutti questi soloni parlano a vanvera; dall’altro lato la politica concreta ha aggiudicato alle Fonderie Pisano il “lotto in area Buccino – ex Metalli e Derivati”, come dire che dal 30 giugno scorso ha preso corpo il grande progetto di realizzare in quell’area industriale (parzialmente dismessa) il nuovo, moderno e sicuro stabilimento industriale. Aggiudicazione che ha baipassato in un sol colpo la pregressa sospensiva del Tar di bloccare il progetto di trasferimento.
Intanto le Fonderie Pisano, molto giustamente, continuano nella storica attività; ne sapremo di più dopo l’udienza del 22 ottobre prossimo, se si farà.