SALERNITANA CALCIO: per Capitolo San Matteo, non data ai giocatori granata le maschere di ossigeno

da Alfonso Malangone

(resp. prov. Ali per la Città)

 

La zona di Capitolo San Matteo (Salerno)

SALERNO – Ha alimentato grande entusiasmo la notizia dell’interesse della Dirigenza Granata per l’area di Capitolo San Matteo. La società avrà, finalmente, la sua Cittadella Sportiva, come si addice alle squadre che davvero intendono fare del calcio, e dello sport in generale, un riferimento per tutta la Comunità. ‘Salernello’ sarà una garanzia per il futuro dei colori granata.

Tuttavia, chi frequenta la zona, e respira, non può negare la presenza di odori sgradevoli e talora, soprattutto nelle giornate di alta pressione, addirittura nauseabondi. Può capitare che prendano alla gola.

In effetti, l’impianto di depurazione, a pochi metri, pure ampliato di recente per accogliere altri reflui dalla Costiera, non apporta un contributo pregevole. Peraltro, lo scudo ‘profumato’ offerto dagli alti alberi intorno alle vasche si è ridotto notevolmente per la perdita di molte piante. Così, c’è da chiedersi se sia davvero salutare far allenare i giocatori tra quegli olezzi. Meglio: siamo certi che non sia dannoso farli ‘ossigenare’ respirando profondamente e lungamente quell’aria? Respirare cosa? Senza parlare di quello che potrebbe accadere nel corso di incontri con giornalisti, nazionali e internazionali, o in manifestazioni ufficiali con presidenti e squadre di varie provenienze. Sarebbe imbarazzante sentir dire: “ma dove ci hanno portato?” In passato, furono ipotizzati luoghi più freschi e odorosi per fare ‘Salernello’. Potrebbe non essere stato un caso.

Tuttavia, la proposta è senz’altro stimolante perché potrebbe consentire di risolvere felicemente il problema dell’utilizzo dell’area per la quale, negli ultimi 20 anni, l’Amministrazione non è riuscita a trovare una destinazione. Si può ben dire che il quesito su cosa farci sia stato come un indovinello, avvolto in un mistero all’interno di un enigma (fonte: W. Churchill).

Con delibera di Consiglio Comunale n. 55 del 29/09/2003, l’Amministrazione approvò una variante al P.R.G. per la realizzazione di un polo per la Cantieristica Nautica. In data 13/09/2010, furono avviate le opere di urbanizzazione, il 30/09/2010 fu emanato il bando per l’assegnazione dei lotti e, poi, furono anche selezionate le aziende vincitrici con l’invito a versare il 10% del prezzo di aggiudica. Tuttavia, imprevedibilmente, con delibera n. 901 del 14/11/2012, l’Amministrazione decise di annullare il progetto, con la restituzione degli acconti (ma qualcuno ha dovuto ricorrere al TAR – fonte: laCittà), ritenendo necessario valutare una diversa destinazione dell’area nell’ambito di un piano per il “recupero del patrimonio urbano e la riqualificazione urbana” (fonte: Comune). Invece, è rimasto tutto fermo, forse perché qualche operatore interessato a realizzare una struttura ricettiva si è reso conto che ‘non è bello’ far affacciare i turisti sulle vasche dove circolano liquidi di aspetto ‘non bello’ e pure di odore ‘non bello’. Per la spiaggia, vedremo dopo.

Così, mancando alternative, nel Giugno 2019, si è deciso di ripartire per fare un molo a mare di 300x17metri, del costo tra i 20 e i 25milioni (!), e un piazzale banchinato destinato a cementificare tutta la spiaggia. Una nota: a Bagnoli ci sono voluti 30 anni per togliere la ‘colmata a mare’; noi vogliamo ‘colmare’? Con successiva determina n. 3743 del 05/08/2020 è stato affidato ad un professionista l’incarico di riprogettare l’intervento con un compenso di € 143.477,38. Su questa somma, risulta liquidato un primo acconto di € 74.608,23, come da fattura n. FPA 1/21 del 22/01/2021 (fonte: Comune). Una domanda: se non si farà più, adesso chi pagherà?

Intanto, nel Settembre 2020, è stato anche ripreso il progetto dell’anno 2011 dell’arch. Manuel Ruisanchez relativo ad un parco dunale nell’area compresa tra il Marina di Arechi e il fiume Picentino (fonte: laCittà). Somma stanziata per lo studio: € 320.000,00. Una seconda domanda: ma non c’è confusione con il polo? E, una terza domanda: se non si farà più, adesso chi pagherà?

Capitolo San Matteo è l’ultimo ‘spazio libero’ con una ‘spiaggia libera’ a disposizione dei cittadini. Ci sono anche memorie storico/culturali di grande pregio, ignorate da tanti, che in altre realtà avrebbero avuto ben diverso destino. Purtroppo, scelte inadeguate ne hanno impedito un possibile utilizzo in chiave sociale. Per la balneazione, poi, con delibera n. 151 del 30/03/2022, la Giunta Regionale ha riconfermato il divieto inserendo lo specchio di mare, dal Fuorni al Picentino, nell’elenco delle “ACQUE NON ADIBITE ALLA BALNEAZIONE E PERMANENTEMENTE VIETATE”. Quindi, dovrebbe essere impedito ‘prendere il bagno’. Ma, si sa, per chi non può, tutto ‘fa brodo’ in assenza di adeguate alternative. Anche se ‘quel brodo’ è vergognoso per la Città.

La riqualificazione dell’area costituisce, quindi, un dovere. L’Amministrazione avrebbe già dovuto riconsegnarla alla Città per rimediare alla perdita dell’arenile e del mare per la costruzione del Marina di Arechi. In tal senso, la proposta della Squadra Granata è davvero importante perché consente di cancellare il Polo Nautico e di salvare la spiaggia. Non si possono sottrarre altri 931 metri di litorale all’uso pubblico!

Il mare si può depurare e, quanto agli odori, le moderne tecnologie consentono di annullarli in massima parte. Certo, sono interventi costosi che il Comune, inserito nell’elenco degli Enti in pre-dissesto (fonte: ItaliaOggi), probabilmente non è in grado di sostenere da solo. Epperò, può partecipare, come parte pubblica, alla realizzazione di un’opera che veda la Salernitana parte privata attiva e fattiva.

Un progetto di grande qualità per ‘Salernello’, oltre a mitigare gli odori, dovrebbe prevedere l’area sportiva privata e un parco verde pubblico intorno ai ‘ruderi’, protetti dalla Soprintendenza, della Torre Picentina del 1500 e della Chiesetta che fu luogo di transito del corpo di San Matteo, da Velia a Salerno, nell’anno 954. Milletrecento anni fa! La spiaggia e il mare, infine, dovrebbero costituire la nuova destinazione balneare ‘libera’ dell’intera Comunità. E, chissà, pure dei turisti.

E’ l’unica soluzione possibile. Non sarebbe onorevole far allenare i giocatori con la maschera dell’ossigeno e neppure sarebbe dignitoso sentirsi dire da qualcuno, magari con la puzza sotto al naso: “ma dove mi avete portato?”

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 08/06/2022

 

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