Fascisti a scuola

da Vincenzo Mele (giornalista)
Nella giornata di Sabato 18 Febbraio un gruppetto di studenti ed una docente del Liceo “Michelangiolo” di Firenze hanno subito un attacco da militanti di Azione Studentesca, movimento di matrice neofascista, davanti all’uscita del liceo classico sito in Via delle Colonne, nel cuore del centro fiorentino.
Non è mancata la solidarietà da parte del Sindaco Dario Nardella, degli esponenti dell’opposizione e da parte del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha condannato la violenza nei confronti degli studenti e del personale scolastico e, attraverso una nota ministeriale, ha richiesto l’intervento dell’Avvocatura di Stato al fine di difendere e rappresentare le istituzioni scolastiche in sedi civili e penali.
Dal 2014 si sono registrate più di 70 aggressioni, di cui almeno 40 sono riconducibili a movimenti di estrema destra come Lotta Studentesca, Forza Nuova e CasaPound.
Infatti non è la prima volta che si registrano gravissimi atti di violenza, di natura neofascista e davanti agli ingressi dei plessi scolastici. Ecco alcuni episodi:

– Il 31 Gennaio 2015 all’ingresso del Liceo “Leonardo da Vinci” di Milano alcuni studenti vennero aggrediti da un drappello costituito da membri di Lotta Studentesca che tentavano di volantinare e provocare davanti all’ingresso. La vicepreside contattò la Polizia di Stato per fermare l’aggressione, ma i componenti del gruppo neofascista riuscirono a dileguarsi.

– Il 26 Gennaio 2018 alcuni studenti dell’Istituto “Giuseppina Colombatto” di Torino subirono degli attacchi da alcuni militanti di Blocco Studentesco. Gli esponenti del movimento di estrema destra protestavano fuori dalla scuola ed avevano tentato, senza successo, di entrare nel plesso. Gli allievi avevano tentato di allontanarli perché, come riportato da Repubblica, “non volevano che i fascisti entrassero a scuola”. Fu necessario l’intervento dei Carabinieri per fermare gli scontri ed identificare i responsabili dell’aggressione.

– Il 17 Dicembre 2018 all’esterno dell’ingresso del Liceo Statale “Alfano I” di Salerno, due studentesse, entrambe rappresentanti di istituto, vennero aggredite sia verbalmente che fisicamente da un gruppetto di estremisti appartenenti a Forza Nuova. Il Sindaco Enzo Napoli condannò l’episodio ritenendolo gravissimo e contemporaneamente l’Unione degli Studenti di Salerno si riunì davanti all’ingresso dell’istituto scolastico per richiamare la netta opposizione all’antifascismo e all’odio.

– Il 26 Febbraio 2019 un altro gruppo di esponenti di neofascisti assalirono due studenti del Liceo “Benedetto di Norcia” a Roma, istituto sito a pochi passi da Villa Gordiani. Stando alla testimonianza di Francesco Sirleto, docente di Filosofia del suddetto plesso scolastico, non era la prima volta che si verificavano episodi di violenza squadrista davanti ai cancelli della scuola. I rappresentanti di istituto chiesero e ottennero dalla Dirigente scolastica, un’assemblea straordinaria per condannare gli atti di violenza di stampo nazifascista e fare sensibilizzazione sulla Shoah e sulla complicità dell’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Ulteriore vicinanza venne espressa anche da Rete degli Studenti Medi, CGIL e SPI CGIL mentre i rappresentanti di Blocco Studentesco smentirono i fatti reclamando il loro diritto di fare politica.

– Il 10 Marzo 2022 un’altra aggressione neofascista a danno degli studenti, nei pressi del Liceo “Terenzio Mamiani” di Roma da parte di una decina di esponenti di Generazione Popolare, organizzazione neofascista attiva a Roma Nord, che tenta annualmente di entrare nelle scuole della Capitale con temi relativi al sovranismo europeo. Le aggressioni squadriste nei pressi di quell’istituto non sono una novità, come hanno ricordato alcuni studenti, rimarcando contemporaneamente gli ideali antifascisti.

Oggi più che mai bisogna ricordare che l’Italia è un paese antifascista, così come la sua Costituzione, che afferma il divieto di “riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Ma in Italia, per quasi cinquant’anni, nonostante la Legge Scelba del 1952 e la Legge Mancini del 1993, i movimenti neofascisti sono stati legittimati da politici che da una parte hanno sottovalutato la pericolosità di questi movimenti estremisti e, dall’altra, hanno mostrato una certa complicità con i movimenti di estrema destra, anche in virtù di una passata militanza. Mentre in Germania, il popolo tedesco ha fatto i conti con il suo passato nazista e sono state applicate leggi durissime sui movimenti neonazisti, così come in Norvegia e in Giappone, in Italia purtroppo si dimentica il proprio passato, per fare facilmente tabula rasa.
Molti intellettuali hanno ricordato più volte la nocività del fascismo all’interno della società e anche nelle istituzioni pubbliche, tra cui l’università dove si formano i gruppi neofascisti. Tra le menti che hanno voluto evidenziare molte volte la pericolosità del fascismo nell’Italia repubblicana, figura il compianto Umberto Eco.
Eco nell’estate del 1988 pubblicò il libro «Il Pendolo di Foucault», che divise i critici letterari e anche i lettori; tuttavia l’autore del best-seller “In nome della rosa”, ha voluto ricordare che il fascismo non è deceduto e che troverà rifugio nella classe media. Nel ’95 Eco pubblicò un piccolo saggio, «Il fascismo eterno», nella quale afferma che il fascismo sopravvive sotto gli “abiti civili” e che la cultura fascista si manifesta anche all’interno dei comportamenti degli ufficiali appartenenti alle forze dell’ordine, come Carabinieri e Polizia di Stato. Un altro grande intellettuale che ha interpretato il fascismo come fenomeno culturale ancora prima che politico, e come tale elemento sia entrato nella borghesia, è stato senza dubbio Pier Paolo Pasolini, con il film «Mamma Roma».
Violenza, razzismo e, come si evince dalle pagine web dei movimenti neofascisti, creazionismo: buona parte di ciò che è marcio nella società italiana si riflette in queste associazioni e nella mancanza di azioni di politici, sia di destra che di sinistra, i quali scelgono di rifugiarsi dietro la retorica ed ignorare il problema sul piano pratico, al fine di guadagnare ulteriore consenso elettorale.

 

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