Alcuni antibiotici per la cistite sono diventati pericolosi (chinolonici)

da Dr Alberto Di Muria
Padula-La cistite è un’infiammazione della parete vescicale frequentemente provocata da un’infezione che colpisce le vie urinarie. Le cistiti sono comuni sia nei bambini che negli adulti con una certa prevalenza nelle donne. Si stima che più della metà delle donne ne manifesta almeno un episodio durante il corso della vita, di cui la metà dei casi interessati da almeno una recidiva all’anno. Nella donna la causa principale di cistite è rappresentata dalla vicinanza all’uretra, il canale di sbocco delle urine, alle mucose vaginali e anche l’intestino. In questa condizione si verifica la migrazione di batteri dall’apparato genitale o intestinale lungo l’uretra fino alla vescica, dove grazie all’ambiente favorevole proliferano causando infiammazione della mucosa. I sintomi più evidenti di questa condizione sono lo stimolo persistente, frequente e urgente a urinare in piccole quantità e una sensazione di bruciore durante la minzione. Altri sintomi possono essere dolore addominale, febbre e urine scure/maleodoranti.
Poiché alla base dell’infiammazione c’è un’infezione batterica, la terapia per la cistite prevede l’uso di farmaci antibiotici, tendenzialmente a largo spettro, come Amoxicillina, Levofloxacina e Ciprofloxacina.

Questi ultimi due appartengono ad una classe definita per via della sua struttura chimica di base ‘fluorochinolonici’, dotati di un’efficace azione battericida. Svolgono la loro azione inibendo due particolari enzimi che hanno ruoli importanti nella funzione a carico del DNA batterico, le cui informazioni non possono più essere consultate dalla cellula batterica che va incontro a morte. Come tutti i farmaci comportano un certo rischio di effetti collaterali ben noti, ma che una recente revisione dei dati di sicurezza condotti dall’EMA, ente regolatorio europeo in materia dei farmaci, ha portato sotto i riflettori. È stata posta una certa attenzione sul rischio di effetti severi e duraturi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico e del sistema nervoso. In particolare gli effetti collaterali a lungo termine comprendono tendiniti, rotture tendinee, dolori muscolari, disturbi della deambulazione e neuropatie. Questi eventi avversi invalidanti a lungo termine hanno riguardato un numero esiguo di pazienti, tanto da portare le agenzie regolatorie a modificare le indicazioni riguardo il loro utilizzo, grazie anche al fatto che esistono altre categorie di antibiotici altrettanto efficaci e più sicure.

In sostanza, i fluorochinoloni non devono essere prescritti nelle infezioni in presenza di quadri infettivi poco gravi, per i quali sono disponibili alternative terapeutiche. Restano utilizzabili in caso di infezioni importanti, quando altri antibiotici più sicuri per qualche motivo risultano non indicati.

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