SALERNITANA: nessuno può essere profeta in questa patria … soprattutto Iervolino

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Qualche giorno fa su questo giornale abbiamo ospitato un approfondimento, scritto a quattro mani da Cesare Guarini (imprenditore) e da Alfonso Malangone (commercialista); il primo responsabile di “Futura Salerno” e il secondo di “Ali per la città”; un  approfondimento, pubblicato anche da altri giornali, su un argomento molto delicato e di grande attualità: la Salernitana Calcio e il suo destino, vista con gli occhi di un imprenditore (Guarini) e con quelli di un politico (Malangone).

Un connubio di interessi e di visioni a volte diversificate, ma che in questo caso, però, intende raggiungere il medesimo obiettivo: la salvezza della Salernitana, sia sotto il profilo societario per non farla finire nelle mani del primo venuto, si sotto il profilo sportivo per non farla nuovamente precipitare in serie B.

Condivido tutto quello che i due (Guarini e Malangone) hanno scritto a quattro mani, e devo dire che lo hanno fatto con una serie di argomentazioni dalle quali trasuda il loro amore per la Città (che non è di serie A) e per la squadra di calcio (che in serie A c’è per il terzo anno consecutivo, cosa mai accaduta).

Dalle loro argomentazioni manca, però, quella probabilmente fondamentale che riguarda l’imprenditore Iervolino prima ancora che il presidente Iervolino.

Il presidente Iervolino non ha commesso, come tanti, una serie di errori gestionali; ne ha commesso uno soltanto, ma gravissimo: aver cacciato in malo modo il direttore sportivo “Walter Sabatini” che lui stesso aveva scelto con grande convinzione il 14 gennaio 2022 per licenziarlo dopo sei mesi in data 2 giugno 2022.

Non essendo conoscitore di calcio (ce ne sono tanti in giro) e neppure un giornalista sportivo (se vai sul lungomare di Salerno ne trovi tantissimi) non mi schiaro né dall’una e né dall’altra parte; ragionando con logica capisco, però, che Sabatini era portatore di tutte quelle regole di calcio non scritte che fatalmente cozzano, ed anche in maniera violenta, con tutte quelle qualità imprenditoriali che Guarini e Malangone descrivono con un’abbondanza di particolari che non posso non condividere.

Più di qualcuno nel giugno del 2022 si schierò decisamente dalla parte di Iervolino gridando allo scandaloso comportamento di Sabatini senza riflettere che era semplicemente portatore e garante delle regole non scritte del calcio, regole che mai vanno a braccetto con l’imprenditore che entra nel mondo del pallone e crede di poter comandare così come fa nella sua impresa, senza capire che l’impresa ha regole e sentimenti molto radicati nel tempo e che il calcio non rientra nella tipologia classica dell’impresa.

Poi, dopo lo scritto di Guarini e Malangone, è arrivata la conferenza stampa di Iervolino sulla quale ognuno la pensi come crede, soprattutto sulle problematiche evidenziate dal presidente in merito ad alcuni calciatori ed alla tifoseria ultras.

Anche perché nel calcio due più due non fa mai quattro; c’è l’imponderabilità del pallone che è rotondo e, quindi, lontanissimo dal binomio uomo-macchina che garantisce il successo dell’imprenditoria.

Ma domani si gioca addirittura a Bergamo contro la DEA e tutto, veramente tutto, potrebbe cambiare rispetto ad oggi; non per niente “c’è ancora domani”.

 

 

 

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