La donna è mobile qual piuma al vento

da Antonio Cortese (giornalista)

 

Dal vittimismo al ricatto terroristico. Le feste della donna sembrano già superare le feste comandate sul calendario cristiano, ma oramai pur di sostenere gli schiavi del terzo millennio ad otto euro all’ora nei sorpassati call center, anche nella mia città é stato pubblicizzato istituzionalmente e legittimamente l’ennesima diavoleria. Un numero da panico rosso, però più chiaro, mescolato ed inzuccherato ad un buon cinquanta per cento di bianco sulla tavolozza di un socialismo politico più falso che moderno.

 

Dopo lo smascheramento delle leggi sulla privacy che invece hanno ottenuto con grandissimo successo il risultato contrario alle premesse, a favore di aziende che si fanno i fatti vostri da ogni anglo del pianeta, i diritti umani stanno sempre più per essere calpestati  da simpatici trucchi degni del mago Silvan.

 

Si parte da concetti sbugiardati dalla natura su presunte ed arroganti parità di genere e diritto, doveri e responsabilità, per  arrivare ad utopiche uguaglianze impartite da chi invece non scenderebbe a compromessi nemmeno con la morte.

 

Mentre cresce la standardizzazione dei saperi verso il basso sull’asse qualitativa, ma verso l’alto su quello quantitativo della popolazione in generale, i cittadini confusi dal bombardamento mediatico che continua ad illuderli di farli improvvisamente sentirsi orgogliosi di una dignità intellettuale di plastica, priva di basi ferree ab initio, ad finem invece le genti partecipano al successo dei propri raggiratori in un ridicolo e abbagliato tentativo emulatorio.

 

Questo articolo potrebbe sembrare una infastidita reazione alla così definita dagli intellettuali “femminizzazione” della società, a discapito delle troppe e naturali regole del sesso forte o classicamente ritenute tali, partendo dalle cremine body care alle cosmesi maschili per arrivare appunto alle normali regole di interazione tra uomo e donna, che invece così, con questi prodotti immateriali tele.numerici, non fanno altro che allontanare le persone nel già complicato atomismo analizzato dalla sociologia novecentesca.

 

Infine in tal guisa non solamente la disparità passa da un emisfero di genere all’opposto, ma viene sbugiardata doppiamente la scanzonata parità pretesa.

Un uomo solitamente per un approccio in natura deve fare la prima mossa,  ma con questi giocattoli prodotti dall’accanimento e dalla speculazione sui codici e sui libri di giurisprudenza,  si tradisce la natura del diritto natale, della misura difensiva in questione e la natura in generale in termini biologici. Se anche le religioni hanno modo di esistere in un mondo che per inseguire la scienza va sulle galassie dell’ateismo, proprio queste sono regolate da gerarchie e fondamenti per cui  la donna deve accettare sempre e in modo categorico la responsabilità, le cause e quindi i torti in un normale rapporto eterosessuale.

Le misure anti-violenza non si posso applicare a tutto, in natura la violenza sta nei temporali, nelle mareggiate e in quasi tutti i fenomeni fisici, manifestandosi sempre in un modo o nell’altro: pretendere di regolamentare nella sfera privata e nelle soggettive dinamiche personali o di coppia é vera, reale ed invadente violenza abusiva ed ingiustificata.

 

Se é vero che verginelle in giro non si trovano più, con quale serenità un uomo può o si deve avvicinare ad una donna che se vuole liberarsi da un legame o voglia ricattare la controparte, va a piangere lacrime rosa di coccodrillo?

 

 

 

 

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