COSCIONI: controsorpasso in danno della Meloni …il grande pasticcio dei giudici

 

Aldo Bianchini

SALERNO – L’avevo scritto pochi giorni fa, esattamente il 30 aprile 2024, che sarebbe andta finire così; cioè con il rigetto della richiesta della Procura (sospensione di Coscioni dall’Agenas) da parte del Riesame (Tribunale della Libertà) e in pratica, sul piano politico, con la negazione all’autorità politica di decidere la revoca di incarichi distribuiti proprio per ragioni politiche.

  • I giudici del Riesame rigettano l’appello della procura contro la decisione del gip del tribunale di Salerno Piero Indinnimeo di non sospendere, come richiesto dall’autorità inquirente, Enrico Coscioni dal suo incarico di presidente dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Coscioni, ricordiamo, è stato già interdetto per un anno – assieme ai medici del suo team – dall’esercizio della professione medica per la morte di un paziente nelle cui arterie fu ritrovata una garza dimenticata in sala operatoria. Una decisione, quella dei giudici del Riesame, che stride con quella assunta solo la settimana scorsa dal Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro della Salute Orazio Schillaci, di sospendere l’ex primario dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, dal prestigioso incarico ritenendo che i fatti a lui contestati sono «di tale gravità da avere indubbi riflessi anche sull’incarico svolto dallo stesso quale presidente dell’Agenas». (Fonte Il Mattino dell’ 8.5.24).

Insomma un gran pasticcio con  passaggi da brividi: la Procura sospende per un anno Coscioni dal lavoro e decide la sospensione del cardiochirurgo anche dall’Agenas, il medico ottiene dl Gip Indinnimeo il rigetto della richiesta della Procura che non ci sta e si appella al Riesame; nel frattempo interviene il provvedimento di sospensione dall’Agenas firmato dalla presidente Meloni titolare del diritto di nomina e di revoca; a questo punto (mettiamola sul faceto) immagino con molta fantasia la scena della discussione in seno al Riesame: “Come si permette questa donna di destra di scavalcare i giudici” e giù il provvedimento di rigetto dell’appello della Procura che suona, sostanzialmente, come uno schiaffo sul viso di Giorgia. E quel povero cristo di Enrico Coscioni che rimane, suo malgrado e molto probabilmente da innocente, stritolato in questa macchina infernale della giustizia amministrata dagli uomini ai quali, forse, piace anche fare politica per il gusto del potere per il potere.

Nell’articolo a mia firma pubblicato su questo giornale il 30 aprile scorso, come dicevo all’inizio, l’avevo già scritto; e per la cronaca richiamo uno dei passaggi fondamentali:

“”Il dr. M.S. (medico nell’ospedale di Pagani) mi scrive: “Per quel che riguarda il prof. Coscioni si può dire che è ufficialmente iniziata la campagna di epurazione ad opera del governo nazionale. Dispiace ma ci saranno ancora molte teste che salteranno. Questo è solo l’inizio”. Potrebbe anche darsi; ma se così fosse sarebbe il più maldestro tentativo da parte della destra di esercitare il potere degli ultimi decenni. In materia c’è un precedente abbastanza storico, quello della cacciata del direttore dei musei napoletani prima della scadenza del mandato per ragioni di fiducia; la magistratura lo ha rimesso al suo posto smantellando la questione della fiducia e limitando il potere di chi governa. Nel caso di Coscioni è diverso perché per il cardiochirurgo c’è già una richiesta di sospensione dall’AGENAS da parte della Procura di Salerno, richiesta impantanata tra i meandri della burocrazia. Sarà interessante vedere, adesso, come la magistratura si muoverà dopo il sorpasso operato dall’intelligente Meloni (è lei che ha firmato il provvedimento di sospensione di Coscioni) che, come accade nello sport, ha distinto subito i due piani di giudizio. Il Governo difatti non deve accertare il reato ma la caduta della fiducia, il reato spetta alla magistratura; con la speranza che in futuro i due piani di giudizio possano rimanere sempre ben distinti””.

 

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