Tunisia: il partito islamico vince le elezioni

Maria Chiara Rizzo

La rivoluzione tunisina non ha mai avuto un connotato religioso, ma è un partito islamista ad avere maggiormente beneficiato dell’ondata rivoluzionaria che ha messo fine al regime dittatoriale di Ben Alì. La Tunisia è stato il primo Paese a ribellarsi al potere dispotico del suo governo e il primo a inaugurare una nuova era storica caratterizzata da elezioni libere. Il clima è festoso, è momento di gioia per il Paese, dove la gente scende nelle strade a festeggiare i risultati  delle elezioni, sventolando bandiere e gridando slogan di vittoria. Al Nahda, il partito di islamici moderati, ha annunciato la sua vittoria con il 40% dei seggi e ha già avviato i colloqui con gli altri partiti di sinistra per formare la nuova coalizione. In un comunicato il partito vincitore ha dichiarato “Noi teniamo a sottolineare la nostra volontà a cooperare con tutti i partiti senza esclusione. Lasciamo le porte aperte ai partiti che fanno parte dell’assembla costituente e a quelli che ne resteranno fuori, così come a tutte le associazioni della società civile quali la Tunisian trade union”. Nel bollettino Al Nahda aggiunge: “Siamo già al lavoro per la costituzione di alleanze basate su un programma ispirato a principi economici, politici e sociali condivisi”. In Tunisia il 90% degli aventi diritto al voto si è recato alle urne. Anche all’estero si è votato: in Italia l’affluenza è stata del 40% e anche qui il partito islamico ha ottenuto la maggioranza dei voti con il 51% delle preferenze. Il partito ha dichiarato di non volere uno stato sul modello iraniano, ma un sistema moderato di governo islamico. Inoltre, si è detto pronto a lavorare per migliorare le condizioni sociali ed economiche del Paese e a traghettare la Tunisia dalla dittatura verso la libertà e la democrazia.

 

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