BENEDIRE, DIRE BENE

 

 

Alfonso D’Alessio

Tutti noi possiamo “benedire” e coltivare un cuore benedicente, un cuore che pertanto è capace di “dire bene” di qualcuno. Dobbiamo fare il contrario della mormorazione, del giudizio cattivo, del calpestio altrui e del disprezzo del prossimo. Benedire, dire bene, significa essere capaci di scorgere l’opera che Dio sta compiendo nell’altro. Viviamo la nostra esistenza con grande gioia, coscienti che il Signore sarà con noi fino alla fine dei tempi. Anche dalla letizia di tale consapevolezza, e dalla capacità di benedire, nasce la forza del perdono, quel perdono di cui Benedetto XVI, autentico profeta dei nostri tempi, nel viaggio apostolico in Portogallo di qualche tempo fa, ha detto che non può sostituirsi alla giustizia. Cari amici non esiste infatti un perdono credibile che si accompagni con la navigazione nel torbido o la connivenza con l’ingiustizia che produce male. La carità, l’amore vero, e di conseguenza il perdono sincero, non possono e non devono prescindere dalla ricerca attenta, meticolosa e oserei dire pervicace della giustizia. Non è cristiano chiedere perdono a coloro si lasciano, per le proprie colpe, nella sofferenza e ai margini dell’esistenza. Sarebbe questo un atto di prepotenza che tenderebbe a carpire condono dal soggetto a cui si sta facendo del male. L’esatto e puntuale contrario della novità evangelica. La Chiesa per questo motivo opera con grande lena nella direzione della promozione umana e sociale. Ogni fedele può nel suo piccolo cooperare a questa ricerca, occorre non cedere alla tentazione della critica che abbia solo il fine denigratorio, la critica deve essere sempre e solo costruttiva. Si ha l’obbligo di denunciare le ingiustizie cui si assiste o di cui si viene a conoscenza, in altri termini l’omertà è un colpevole silenzio. E’ necessario fare rete per la difesa dei diritti umani. In poche parole dobbiamo fare di Cristo nella nostra vita, la Via, la Verità e la Vita, altrimenti facciamo solo chiacchiere facilmente smascherabili. Approfittiamo del tempo che passeremo sulla spiaggia, intorno ad un tavolo, durante le passeggiate per esercitarci nell’arte del “benedire” piuttosto che del “maledire”. Buona domenica.

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