Carlo Falvella: quarant’anni dopo !!

Marilena Mascolo

SALERNO – <<Tradizione Futuro Salerno ricorda Carlo Falvella, il giovane militante del Fuan vittima di un omicidio a sfondo politico commesso nel 1972 dall’anarchico Giovanni Marini nel corso di una colluttazione. Sabato, 7 luglio, alle ore 11:30 avrà luogo, infatti, l’iniziativa promossa dai militanti dell’associazione, che raccolti in un profondo silenzio, ricorderanno Falvella piantando sulla targa  commemorativa di via Velia a lui dedicata,una bellissima e rigogliosa pianta simbolo di rinascita. “Abbiamo pensato di pulire l’opera costruita in ricordo di Carlo e lasciata all’abbandono dall’amministrazione comunale,e piantare al posto di rifiuti e sterpaglie una bellissima pianta che testimoni la voglia di ricominciare e di rinascere in onore di Carlo, e delle tante giovani vite spezzate nei tremendi anni di piombo –dichiarano i militanti di Tradizione Futuro–  Il ricordo di Carlo Falvella, rappresenta, per la nostra Comunità, un importante momento di riflessione che ci spinge, ogni anno, a rinnovare nelle azioni la forza delle nostre idee. Ricorderemo Carlo -concludono- per fare del suo sacrificio un monito, per evitare che la diversità politica diventi odio e rancore”>>. Fin qui il comunicato, per certi versi scarno e privo di polemiche, diffuso da “Tradizione Futuro Salerno” in memoria del sacrificio di Carlo Falvella, il giovane fascista salernitano, ucciso quarant’anni fa dopo una lite da un giovane appartenente all’estremismo di sinistra. Ma le polemiche, ovviamente, covano sotto la cenere di quarant’anni passati nel ricordo, non sempre riconosciuto da tutti, di un giovane che non esitò ad immolare la propria vita sull’altare di “principi” che oggi sono addirittura scomparsi non solo dal vocabolario ma dall’accezione comune. L’amministrazione comunale di Salerno si è particolarmente distinta per il gravissimo ritardo con cui ha riconosciuto come patrimonio di tutti l’eccidio di Falvella dedicandogli un cippo ben visibile in Via Velia. Covano sotto la cenere, dicevo, come quell’ignobile mano che nel dicembre 2010 deturpò il monumento alla sua memoria scrivendo il nome del suo assassino materiale. Le indagini e il processo portarono alla scoperta di un solo responsabile (morto da qualche anno) ma non dei mandanti morali di quella azione squadristica contro l’indifeso Carlo. Nel gruppo d’assalto, è bene ricordare, che c’era anche Francesco Mastrogiovanni (una sorta di filosofo rosso) morto nell’agosto del 2009 presso il reparto psichiatrico dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania a causa delle violenze fisiche subite. Solo per la cronaca è necessario anche ricordare che Mastrogiovanni era stato ricoverato a seguito di TSO (trattamento sanitario obbligatorio) firmato dal sindaco pescatore Angelo Vassallo, ucciso la sera del 5 settembre 2010 da mano ancora ignota. Storie antiche e recenti che si intrecciano, in un pauroso dedalo, sul nome e nel ricordo di Carlo Falvella.

 

 

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