Campania Libera: riflessioni in aula

 

vania de maio – da Silvia Giordano (deputato Mov. 5 Stelle)

ROMA – L’intervento di oggi (24.12.13) in Aula prende spunto da riflessioni fatte insieme ad alcuni cittadini salernitani, particolarmente attenti ed esperti in materie contabili. Ringrazio tutti ed in particolar modo il Dott. Vincenzo Carrella esperto in materia e fonte inestimabile di notizie. Dalle considerazioni in merito alla vicenda della lista civica “Per Campania Libera”, con cui Vincenzo De Luca decise di affrontare le ultime elezioni regionali, scaturiscono molte domande che richiedono massima trasparenza nelle risposte. Da registrare, tra la “rosa dei candidati” di quelle consultazioni elettorali, anche Gianfranco Valiante, attuale unico rappresentante espressione nel consesso regionale del Movimento Per Campania Libera. Quest’ultimo risulta tra l’altro erogatore di contributi per € 7.900,00 al Partito Democratico nazionale (come riportato nel prospetto contabile pubblicato nella GU) creando legami e giroconti contabili tra i due movimenti politici tali da far comprendere a chiare lettere e senza ombra di dubbio che entrambi rappresenterebbero “un tutt’uno indissolubile”. Infatti, ad avvalorare la tesi, esiste un contributo di circa 80 mila euro che il Pd Campania ristora annualmente a “Per Campania Libera”. Sarebbe interessante capire, dato che trattasi di soldi pubblici, a cosa servirebbero i versamenti reciproci tra le due compagini politiche. Tra l’altro non vorrei che si dimenticasse quanto riportato da “Il fatto quotidiano” il 7 luglio scorso: “Una storia finita sotto inchiesta: fascicolo 1375/2013, pm di Salerno Maurizio Cardea. La Digos, su delega del magistrato, ha sentito per due ore come persona informata dei fatti l’ex consigliere comunale di Salerno Fausto Morrone e ha acquisito gli estremi anagrafici di tutti i candidati di Campania Libera alle regionali. Perché secondo un paio di esposti di Morrone, rilanciati da una campagna stampa del quotidiano La Città, qualcosa non quadra. Forse non ci sono reati ma una cosa è certa: c’è un fiume di denaro che entra ed esce dai conti della lista mentre i suoi candidati affermano di non aver mai visto un euro e di essersi pagati la campagna elettorale da soli.” Nell’ultimo Bilancio pubblicato appare una novità: la sede di per Campania Libera si è spostata da Salerno ad Agropoli senza alcuna nota allegata al Bilancio. Nel medesimo bilancio risultano al 31.12.2012 ancora 117.606 euro di credito totale da incassare per la partita relativa alla competizione elettorale del 2010, unica ragionevole fonte di esistenza del movimento che – come chiarito negli stessi verbali – è stato costituito proprio e solo per l’occorrenza. C’è pero a margine dell’ultima assemblea celebrata una formale manifestazione di volontà di rinunciare agli “ulteriori – così come trascritto nel verbale del 5 aprile 2013 – finanziamenti pubblici previsti per le annualità 2013-2014 e che le eventuali relative somme siano versate direttamente al Ministero competente”. Non si riesce a comprendere se questa “lodevole” generosità comprenda anche il residuo credito inserito nelle attività patrimoniali al 31.12.2012 o meno. Sempre a proposito di perplessità e strascichi, intinti da rilevanti strati di profonda incomprensione che accompagnano detto bilancio, ve ne sarebbe uno che a nostro avviso comprometterebbe l’integrità della sua intera “piattaforma”. Infatti sia nella voce riferita al Capitale sociale di Campania Libera che quella, eventuale, di contributo annuale da privati non vi è riportato neanche un cent di euro! Poiché i soci, consiglieri e/o revisori, vengono legittimati nel loro status solo se versano la quota statutariamente prevista ci si interroga su come abbia potuto un’associazione gestire la propria attività in mancanza dei suoi fondamentali presupposti: i soci. In definitiva se un socio non adempie a ciò che lo statuto gli impone (il fondamentale versamento della prevista quota) è come se non si fosse mai “tuffato nel conseguente status”, minando e inficiando tutti gli atti e adempimenti effettuati nel corso della vita della struttura. Pertanto sarebbe interessante capire se coloro che sono presenti nel “libro soci”, non avendo versato quote, operano in modo “invisibile” proprio perché non acquisita la qualifica di socio per mancanza del presupposto dettato dal versamento della quota. Difficile sottrarre da tale contesto l’appellativo comunemente attribuito a tali rappresentanti di soli “uomini ombra” e nulla più.

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