Caimangate: sindaco e informazione, un rapporto difficile; interviene solo Roscia.

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Sinceramente speravo che finisse in un altro modo, ovvero che il sindaco Vincenzo De Luca non maltrattasse per l’ennesima volta la stampa salernitana e che la stessa non si sottomettesse per l’ennesima volta ai capricci capricciosi del sindaco. Purtroppo è accaduto che il sindaco ha nuovamente bistrattato la stampa salernitana che non si è affatto risentita e che in alcune espressioni ha cercato di evidenziare, con una certa salomonica e filosofica distanza, come l’irriverenza del sindaco (allontanatosi senza rispondere ai giornalisti che, forse, avevano in animo di porgli delle domande) è stata soltanto una delle sue tantissime roboanti e incomprensibili esternazioni. Per il rispetto che ancora mi sento di portare nei confronti di vecchi e temprati colleghi non mi addentro nell’analisi delle risibili “note di cronaca sul caso” infarcite di nuovi termini come “tranchant” che non danno l’esatta dimensione del personaggio e dei suoi sudditi. Ma a ben pensarci devo soltanto ribadire quello che ho spesso scritto sulle pagine di questo giornale: condivido pienamente il pensiero di Vincenzo De Luca sulla stampa salernitana. Condivido per un fatto assolutamente semplice: la stampa salernitana miete ciò che ha seminato in questi lunghissimi anni. Il ragionamento, però, deve essere fatto a più largo respiro e deve interessare tutte le forze politiche, tutti i personaggi politici e tutte le istituzioni della città e della provincia per capire la genesi del fenomeno. E’ soltanto il caso di ribadire che la stampa locale (perché di quella parlo !!) in questi ultimi decenni non ha mai svolto un ruolo significativo e indipendente nei confronti dell’informazione da raccogliere e diffondere. Fatta eccezione per l’azione d’informazione eccezionalmente popolare (anche se univoca e unidirezionale) condotta da Il Mattino all’epoca di tangentopoli non si è più registrato dal ’92 ad oggi un simile atteggiamento, né su Il Mattino né su tutte le altre testate giornalistiche (carta stampata, radio e tv), almeno di esercizio di un potere che la stampa ha dimenticato da troppo tempo di possedere. La stampa locale, invece, è stata sempre appiattita sulle posizioni dominanti brutalizzando tutti gli altri (centro destra !!) e mai si è posta (come ama spesso dire Paolo Mieli) come “difensore civico” senza preconcetti nei confronti del potere. Non lo ha saputo, potuto o voluto fare; e adesso paga per questa sua negligenza. Del resto, al di là di qualche prudente presa di distacco o note in locandina, all’indomani della conferenza stampa incriminata nessuna testata giornalistica ha ritenuto di dover commentare e approfondire (una parola che la stampa locale conosce poco se non per giustificare qualche sua mancanza, perché potevano commentare benissimo le balle ripetute dal sindaco in conferenza anche senza domande -leggasi La Città del 30 dicembre 2014-) la brutta figura rimediata. Se ho letto a più riprese sui giornali “quanto sono belli i pinguini sugli scogli” (i pinguini vivono al polo e De Luca si intestardisce a volerli –anche se finti- sugli scogli salernitani), se in tanti scrivono che a Salerno arrivano cinque milioni di visitatori delle luci per eclatare le balle del sindaco, cosa vogliamo aspettarci d più da una stampa che non esprime quasi nulla di costruttivo. Non sono, questi espressi, miei solitari pensieri, basta guardare a cosa è successo nell’ambito della conferenza di fine anno del premier Matteo Renzi (quando il presidente nazionale dell’ordine dei giornalisti ha parlato in maniera assolutamente aggressiva nei confronti di certa stampa paragonata alla melma) per capire che il sistema è marcio e che bisognerebbe fare qualcosa per un salto di qualità. La cosa che più mi preoccupa non è soltanto l’atteggiamento irriguardoso del sindaco ma l’irrilevanza che danno all’accaduto anche gli altri personaggi e le altre forze politiche che pensano ad altro e pensano agli affari propri nel segno di un degrado dei rapporti e di un azzeramento di fiducia. Capisco che ognuno (testate e giornalisti) pensa alle cose di casa propria e spera nella caduta degli altri per infilare qualche notizia in più o qualche piccolo contributo in aumento rispetto ad altri, ma se così fosse sarebbe davvero penoso. E su tutto questo è ovvio che Vincenzo De Luca galleggia (!!) e prospera; il sindaco fa il bello e il cattivo tempo, cominciò alcuni anni fa dalle frequenze di Lira Tv (custodisco ancora il filmato) sparando a zero sul collega  Luciano Pignataro (allora capo della redazione salernitana de Il Mattino) per la storia del bacillo dell’antrace per finire all’attacco brutale contro tutti per via di un servizio de Il fatto Quotidiano pubblicato anche dai nostri giornali, quando definì “pennivendoli che si vendono per una pizza e una birra” tutti i giornalisti salernitani; e nessuno si mosse, neppure l’ordine della Campania si mosse sebbene io stesso l’avessi sollecitato per iscritto ad assumere una posizione vera, ferma e decisa. Soltanto Antonio Roscia, coordinatore cittadino di Forza Italia, si è posto il problema e si è espresso con chiarezza sintetizzando in poche righe la reale situazione: “Forza Italia Salerno esprime la più ferma solidarietá alla stampa salernitana, trattata nella conferenza stampa di fine anno del Sindaco pro tempore Vincenzo De Luca alla stregua di passaveline, senza la possibilitá di far domande e in religioso ascolto delle panzane deluchiane. Il soliloquio di De Luca, che ormai ricorda il miglior Petrolini/ Nerone che fará la cittá ” più grande e più bella che pria”, amareggia per la completa assenza di confronto e democrazia. Siamo al Minculpop salernitano, siamo alla deriva del Kim Sung Young de noantri”. Qualcuno potrà anche dire che si è trattato di un atto conveniente politicamente, sarà anche vero ma il necessario che in questa “città del silenzio” c’è almeno qualcuno che parla e si assume precise responsabilità in materia di informazione e di giornalismo. Forse se Roscia avesse letto per tempo queste mie osservazioni si sarebbe ben guardato dall’intervenire. Ma anche il suo atto di solidarietà è stato travisato dalla stampa locale e mal rendicontato nei report giornalistici con lì estrapolazione delle parole più meritevoli di pubblicazione. Purtroppo molti colleghi si beano soltanto perché gli uomini del potere li invocano (anche per scherzarci su …) alle loro conferenze ben sapendo di sfondare in un ambiente particolare, molto particolare; e su queste sceneggiate sono nati i divi e le dive (soprattutto le dive !!) del giornalismo nostrano. Ricordo che per anni De Luca non apriva i suoi momenti pubblici se sulla scena non appariva una giornalista de Il Corriere del Mezzogiorno (A.C.), così come Michele Sarno (episodio di pochi giorni fa) non ha aperto la sua prima conferenza stampa da presidente della camera penale se sulla scena non arrivava una giornalista de Il Mattino (P.C.). Sinceramente così non si va da nessuna parte, anzi si offre alla controparte (il potere !!) la baionettta dalla parte del manico. Speriamo in un 2015 migliore per tutta la stampa salernitana, e non solo sotto questo profilo. Ovviamente grazie a Roscia per il suo intervento, lo dico a nome di tutta la stampa salernitana pur non avendo alcuna carica rappresentativa né da associazione privata né da associazione riconosciuta. Ma questa è un’altra storia che la stampa salernitana fa finta di non sapere e di non vedere. Vogio chiudere questo lungo approfondimento con una domanda: “Ma il mondo dell’informazione salernitana ha gli attributi per boicottare almeno una volta una conferenza del sindaco ?”.  Buon anno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *