PORTO: “Giù le mani dal porto di Salerno”

 

Da Assotutela – Sa 
 

SALERNO – Assotutelala storica Associazione fondata nel 1982 per la Tutela e lo Sviluppo del Porto di Salerno – preannuncia una serie di iniziative a sostegno della piena autonomia dello scalo marittimo. Nella sede del Terminal Sct SpA, nel corso della riunione che ha sancito la piena ripresa delle attività associative, si è stabilito di procedere a tutte le manifestazioni che saranno ritenute opportune per sensibilizzare cittadini ed Istituzioni rispetto alle conseguenze del paventato accorpamento dell’Autorità Portuale di Salerno a quella di Napoli.
 

 
 

Alla riunione sono intervenuti: Agostino Gallozzi, Antonio Autuori, Giuseppe Amoruso, Antonio De Cesare, Mario De Cesare, Giuseppe Camorani, Ida Coluccio, Antonia Autuori, Alberto Fabbricatore, Enrico Gallozzi, Tito Cantalamessa, Giovanni Di Mauro, Giuseppe Amoruso jr, Giovanni Memoli, Angelo Punzi, Massimiliano Riccardi, Vincenzo Gallozzi, Salvatore Del Pezzo, Giuseppe Gallozzi jr, Giuseppe Gallozzi jr, Giorgio Bottigliero, Orazio Denigris, Francesco Romano, Gianluca Elefante, Antonio Serafini, Giuseppe Cirillo, Gesualdo Della Corte, Giuseppe Amoruso jr, Gerardo Della Corte.
 

 
 

Nei prossimi giorni si definiranno i dettagli del programma di incontri istituzionali e di iniziative pubbliche nel corso delle quali informare la cittadinanza delle conseguenze in termini di livelli occupazionali e di capacità di mantenimento dei traffici delle merci e delle persone che deriveranno dall’attuazione del Decreto Legislativo varato dal Governo Renzi nei giorni scorsi.
 

 
 

All’unanimità dei presenti si è deciso di attivare una campagna di informazione e comunicazione rivolta alla città ed alla provincia di Salerno improntata allo slogan che caratterizzò la nascita di Assotutela nel 1982:
 

 

“Giù le mani dal porto di Salerno”.

 
 

Tutta la comunità portuale, rifiutando convintamente l’inutile e dannosa ipotesi di accorpamento, tutelerà con forza e determinazione, in ogni sede ed in ogni forma, i risultati ottenuti negli anni dal porto, grazie al lavoro tenace di imprese, lavoratori, servizi; lavoro tenace che ha posto lo scalo salernitano tra i protagonisti dello shipping internazionale . . . . . .
 

“Giù le mani dal porto di Salerno”.

 
 

 
 

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Si riporta di seguito la sintesi del documento che Assotutela sottoporrà ai cittadini ed alle Istituzioni allo scopo di condividere ed attivare senza indugi ogni possibile azione tesa a preservare la piena autonomia gestionale, operativa e finanziaria del porto di Salerno.
 

 
 

Legge di Riforma dei Porti. A chi giova l’accorpamento di Salerno a Napoli?
 

 
 

E’ necessario innanzitutto riaffermare che il decreto legge varato dal Governo Renzi in materia di riforma della legge sui porti (84/94) e più specificamente in merito agli accorpamenti delle Autorità Portuali, non ha alcuna rilevanza rispetto alla risoluzione delle vere problematiche degli scali marittimi del Paese (nomina dei presidenti; varianti ai piani regolatori; dragaggi; competitività; capacità di realizzazione delle opere di riqualificazione infrastrutturale; progettazione e spesa degli interventi; sburocratizzazione e tempi certi delle procedure in capo alla Pubblica Amministrazione).  
 

 
 

Occorre avere ben chiaro a chi arreca enormi danni la cancellazione della autonomia della Autorità Portuale di Salerno e l’attribuzione della responsabilità gestionale del nostro scalo all’Autorità Portuale di Napoli (accorpamento):
 

 
 

1) innanzitutto alla città di Salerno, che viene privata di un’importante istituzione territoriale e della capacità di decidere del futuro del suo maggiore sistema imprenditoriale ed occupazionale, intorno a cui ruota il proprio waterfronte la sua vocazione alla internazionalizzazione dei traffici commerciali e crocieristici;
 

2) certamente al porto stesso che vede messo in discussione il proprio modello di eccellenti pratiche gestionali, amministrative ed operative, nonché la tipologia dei traffici acquisiti e quindi la occupazione sviluppata(diverse migliaia di lavoratori);
 

3) alle aziende esportatrici del territorio campano e meridionale che hanno contato fino ad oggi sulla disponibilità di un competitivo gateway salernitano verso i mercati del mondo;
 

4) infine, anche alla Campania stessa depotenziata sul fronte mare, passando da due ad una sola Autorità Portuale, mentre invece Liguria, Puglia e Sicilia sono riuscite a pretenderne e a mantenerne in vita due. 
 

 
 

In questo scenario appaiono ovvie le dichiarazioni a favore dell’accorpamento espresse da parte di esponenti istituzionali, politici ed imprenditoriali dell’ambiente partenopeo, vista l’opportunità di sottrarre “ex lege”i traffici marittimi che appartengono a Salerno.
 

 
 

La “teoria” della pianificazione delle funzioni favorisce la subalternità economica, imprenditoriale e competitiva del porto di Salerno rispetto a quello di Napoli.
 

 
 

Si è posto l’accento sulla “necessità” di evitare la competizione tra scali, puntando alla “complementarità” dell’offerta commerciale tra i due porti.  In questo modo viene incredibilmente a mancare il principio della libera concorrenza tra imprese in un libero mercato. Si teorizza la “pianificazione” delle funzioni, comprimendo il diritto delle imprese ad esercitare la propria attività, in nome dell’unica regola valida nell’economia di mercato: la capacità competitiva ed il merito imprenditoriale. Assume, quindi, rilievo palese il disegno di incidere profondamente sulle vocazioni mercantili del porto di Salerno in nome non si sa bene di quale visione calata dall’alto. E’ evidente, quindi, che siamo di fronte ad un’operazione di forte ridimensionamento della capacità competitiva dello scalo salernitano al servizio di un “riequilibrio” dei traffici commerciali a tutto vantaggio del porto di Napoli, che assorbirà i traffici a maggiore valore aggiunto.
 

 
 

Non si pone, quindi, soltanto la questione della nomina del Presidente idoneo al vertice della nuova governance.
 

 
 

La enorme criticità per Salerno è infatti determinata dai contenuti normativi della proposta di legge, che di fattomettono in discussione il futuro del porto cittadino, indirizzato, a quanto pare, versouna logica di subalternità economica, gestionale ed imprenditoriale rispetto al porto di Napoli, senza alcuna possibilità per la comunità salernitana di determinare il proprio futuro.
 

 
 

Si sintetizzano a seguire i riferimenti della norma che determinerebbero, così come descritto, la futura subalternità del porto di Salerno  (gli articoli indicati sono quelli dello Schema del Decreto-Legislativo).
 

 
 

Sono Istituite quindici Autorità di Sistema Portuale-AdSP (art. 5).
 

N.b.: Per la scelta dei porti sede di AdSP si è fatto riferimento a porti collegati alla rete ferroviaria TenT, MAin data 5 Agosto 2015, mentrela IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni) ha espresso parere in merito allo “Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente il piano strategico nazionale della portualità e della logistica (Atto n. 188) asserendo cheil collegamento con le Reti TenT non è l’unico elemento di valutazione;precisando inoltre che è appropriato conservare il forte raccordo dei porti con il territorio e che è necessario un confronto ampio e costruttivo con le Regioni.
 

L’Autorità di Sistema Portuale di Napoli eserciterebbe esclusiva competenza su Salerno in materia di :
 

–          adozione del piano regolatore di sistema portuale (art. 4 /d);
 

–          individuazione delle caratteristiche e destinazione funzionale delle aree (art. 4/b);
 

–          indirizzo, programmazione, coordinamento, regolazione, promozione e controllo delle operazioni e servizi portuali e delle concessioni di cui agli art. 16, 17, 18 (n.b.: concessioni per l’esercizio delle attività d’impresa, sbarco, imbarco, movimentazione delle merci e terminal portuali);
 

–          approvazione del piano operativo triennale (la pianificazione cioè degli investimenti infrastrutturali da effettuare nei porti del sistema).
 

 
 

In estrema sintesi Napoli deciderà per Salerno la destinazione d’uso delle aree portuali, l’indirizzo delle operazioni portuali, il contenuto delle licenze per l’esercizio di impresa portuale, gli investimenti da realizzare! In altre parole Napoli deciderà quale è il futuro marittimo-portuale di Salerno …..
 

 
 

Addirittura anche il tavolo di partenariato (consultivo), di cui al regolamento UE n. 240/ 2014, con la partecipazione delle associazioni datoriali e sindacali, viene istituito esclusivamente presso il porto di Napoli! A ciò fa da corollario la totale insussistenza di qualsiasi autonomia in capo al porto accorpato (Salerno) presso cui verrà semplicemente istituito un ufficio territoriale di Napoli (art. 6-bis).
 

 

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