SANITA’ & NEUROCHIRURGIA: i miliardi della corruzione

Aldo Bianchini SALERNO – Non sono frequenti le occasioni che danno la possibilità di entrare a gamba tesa nel sistema corruttivo che impera nella sanità pubblica che, ricordiamocelo, in molte regioni è attestata intorno all’80% della spesa pubblica generale. Su questo squallido sottobosco di illegalità è intervenuto di recente anche Raffaele Cantone, presidente dell’ Autorità Nazionale Anti Corruzione (A.N.A.C.), che ha parlato di circa 6miliardi di euro di ruberie all’anno nella sanità. Una cifra abnorme e sopra ogni regola. Il giorno 7 aprile 2016 sulla vicenda è uscito alla scoperto un personaggio che forse Salerno ha dimenticato troppo velocemente; si tratta di Bruno Tozzi, già manager dell’AOU e del Da Procida ma anche di altre realtà sanitarie in altre regioni d’Italia. Con un post su FaceBook Tozzi ha detto la sua pressappoco così: “… corruzione in sanità : dopo aver lavorato in nove strutture sanitarie pubbliche ed in una privata come dirigente medico ho sempre segnalato per iscritto il malaffare continuo e persistente, l’inappropriatezza assistenziale, prescrittiva, clinica ed organizzativa delle prestazioni sanitarie: risultato finale è stato l’indifferenza totale degli amministratori e dei politici regionali e nazionali. Stamani leggo di 6miliardi/anno in corruzione e 10 per sprechi a danno della collettività. Togliamo la sanità ai politici e & soci !!!!”. Solo per la cronaca, probabilmente dimenticata anche da chi fa della cronaca la sua ragione di vita, voglio ricordare a tutti che Bruno Tozzi è stato un personaggio molto scomodo nel mondo della sanità salernitana quando essa era all’apice di una gestione allegra e personalistica a livello di una “cosa propria”. Numerose le denunce in Procura che caratterizzarono all’epoca la permanenza di Tozzi prima al Ruggi e poi al Da Procida; subì minacce e addirittura un attentato con la semidistruzione della sua autovettura. Fu costretto ad andare via dalla nostra città, l’assenza finta della politica e le maldicenze degli addetti sospettosi e impauriti, fecero il resto nel tentativo, senza riuscirci, di scaricare veleni e assurde accuse sulla figura dell’ottimo manager al fine di delegittimare la sua azione di moralizzazione. Ecco in questo modo reagì  la politica, reagirono i sindacati (presi anche loro nel mirino di Tozzi), reagirono i primari con medici e infermieri; tutti contro chi voleva raddrizzare il sistema per evitare il suo collasso. La cosa più strana è che gli stessi attori (politica, sindacati, medici, infermieri) sono pronti, poi, a scendere in campo per dar luogo a finzioni sceniche buone soltanto per chi ancora vuole credere che l’asino vola. Il dramma è che questo “sistema di corruttele” nella sanità non solo opera da molti decenni quasi indisturbatamente ma prolifera soprattutto nel settore delle forniture che è il mare magnum degli sprechi. Se non vado errato molte forniture vengono consacrate solo su base d’asta, con tanto di commissioni nelle quali ci sono i rappresentanti di tutti gli operatori, ma sappiamo tutti che l’asta, cioè la gara pubblica, è come il segreto istruttorio, praticamente inesistente. Si potrebbe dire che ci troviamo di fronte a ruberie autorizzate e con percentuali di mazzette che superano di gran lunga quelle vigenti nel mondo dei lavori pubblici e delle grandi opere. In effetti neppure la sciabola di tangentopoli riuscì a scalfire il possente moloch della sanità e i pochi giudici che si avventurarono per quelle strade dovettero fare rapida marcia indietro per non rimanere impigliati in un dedalo inestricabile di indagini; eppure era la strada più semplice per “rivoltare l’Italia come un calzino” (come disse il pm Per Camillo Davigo -pool mani pulite- il 16 giugno 1994 ad un convegno milanese sugli sprechi nella pubblica amministrazione). Ora, se caliamo tutto questo nella cruda realtà salernitana di quello “squallido sottobosco che rigoglia ai margini della pubblica amministrazione” sull’onda di un sistema di potere politico e di arroganza personale che va prendendo sempre più piede in ogni angolo è facile capire come sia stato possibile che ben 800 e oltre dipendenti dell’AOU siano sotto indagine da parte dell’autorità giudiziaria per assenteismo e qualche altro per aver presumibilmente intascato mazzette in cambio di salti improvvisi nelle liste d’attesa. Riuscirà l’ex magistrato Alfredo Greco a risanare in poche battute il marciume del sistema ? Io penso e spero di si, anche perché i precedenti statistici sono tutti in favore di Greco, anche nell’ultima vicenda legata alla sua nomina commissario-liquidatore dell’Intertrade (associazione incardinata presso la CCIAA di Salerno) con quella raffica di provvedimenti giudiziari consequenziali. Ma la storia, ovviamente, continua.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *