Antonietta Sabbatella e il sogno americano

Maddalena Mascolo

SALERNO – Da più parti si sente dire, a più riprese, che l’America (intesa come Stati Uniti d’America) è il Paese delle grandi opportunità per tutti. Senza distinzione di sesso, nazionalità religione e cultura; almeno sulla carta tutti possono imbattersi con la “grande opportunità” della propria vita per cambiarla forse radicalmente. Come spesso accade nei sogni che, comunque, sono destinati a rimanere tali, salvo qualche rarissima eccezione. In America c’è sempre una prima volta per tutti, il resto lo devi far crescere, curare e preservare con forza e tenacia altrimenti scivola via senza possibilità di appello. La cronaca ci rimanda dagli USA storie memorabili come quella di un afro-americano che diventa presidente o di una donna che potrebbe essere la prima a rompere il muro della cosiddetta “parità di genere” che anche il quel territorio continua ad esistere e ad essere reclamata. Ma ci rimanda anche storie incredibili di gente comune, neri o bianchi, che hanno avuto la possibilità di crescere, di farsi una posizione, di estendere i loro interessi e di dilagare con i loro imperi imprenditoriali e commerciali. In America, insomma, si può fare di tutto ma anche il contrario di tutto; e quando si cade si cade davvero, nessuno escluso, dalle grandi banche ai presidenti degli USA (leggasi caso del presidente Richard Nixon). L’America si rispecchia profondamente nella statua che contraddistingue l’immagine e la storia della città più ricca del mondo, New York, dove approdavano i nostri antenati in cerca di fortuna ed anche di gloria; si rispecchia perché la stata come l’America evidenziano le più grandi contraddizioni del nostro tempo: dalle quarantene di Ellis Island imposte ai nostri connazionali per finire alla netta contrapposizione bianchi-neri che ancora segna gli stati del sud. Questa, comunque, è l’America, amici lettori, prendere o lasciare. Per tutto questo l’America rimane come “un sogno” o meglio come “un treno” che nella vita passa una volta sola.  Anche Antonietta Sabbatella da piccola credeva nei sogni e sapientemente le venne insegnato, dai genitori, che per realizzarli doveva lottare in maniera leale e trasparante, ma doveva lottare. Appena adulta Antonietta Sabbatella, nel 2008, ha deciso di concretizzare il suo sogno e trasformarlo in un marchio: A.S.Couture, con tenacia e costanza ha realizzato il suo sogno: diventare stilista. Anche quando frequentava l’Istituto Scolastico di Ragioneria, tra conti e statistiche, pensava al suo sogno e per conquistarlo, dopo le superiori, andò dritta  nell’accademia di moda di Napoli. Non badava ai commenti paesani velenosi e andava avanti, per la sua strada, puntando al sodo ed all’affermazione in un settore affascinante ma difficilissimo come la moda. Dopo la mini laurea incominciò il periodo più duro nell’attesa del successo che puntualmente arriva nell’aprile 2010 e con il marchio “AS Couture” approda a Milano, la patria quasi mondiale della moda, dove viene scelta quale stilista ufficiale per il tur “Miss Mondo”  nella tappe italiane. Grazie anche ad un produttore di Mediaset ed il successo è cosa fatta o quasi; veste intere troupe cinematografiche impegnate in fiction di successo. Poi tutto viene da se, e gli impegni si susseguono agli impegni i una escalation incredibile di consensi e di riconoscimenti. Tra i suoi clienti Raffaella Fico, Francesca Fioretti, Ludovica Leoni, Michela Coppa, Ainette Stephens, Angela Sozio, Vladimir Luxuria, Mery Carbone e tanti altri celebri personaggi.  Nel corso del tempo ha realizzato varie creazioni originali dalle linee “vip mare” ai “costumi sexi” non disdegnando i coloratissimi abbigliamenti sportivi, fino a trasformare il suo marchio in “Antonietta Sabbatella Milano” per essere lo sponsor ufficiale di “Modella” per un anno. Ma Antonietta non dimentica le sue origini e, soprattutto, la sua famiglia; non si monta la testa, rimane saldamente con i piedi per terra, non mena vanto per le strade di Polla, ma si rimbocca sempre le maniche anche nell’azienda di famiglia con grande caparbietà e capacità organizzative. Del resto l’organizzazione ce l’ha nel sangue fin dalla nascita e il suo modello le ha dato certezza e successo ma anche grande capacità di equilibrio nell’umiltà. Ha continuato, in tutti questi anni, ad aggirarsi per le strade del suo paese come se niente fosse successo, come se i premi ed i riconoscimenti appartenessero ad un’altra; neppure i suoi compaesani si sono accorti di nulla e se la sono ritrovata imprenditrice a livello globale. Ci sarebbero tantissime altre cose da scrivere su A.S., per farlo ci vorrebbe già un piccolo libro, chissà !! non si sa mai. Per intanto ricordiamo e ritorniamo al sogno di una bambina che voleva sfondare nel mondo della modo e che ce l’ha fatta; anche perché nelle pieghe più recondite del suo sogno era rimasto una sorta di piccolo buco nero; non l ha neppure Lei ma anche inconsciamente aveva da sempre pensato all’America, alla statua della libertà, alla grande mela. Tutto d’un tratto quando forse non se l’aspettava più ecco “la grande occasione americana”; un contatto strano su FaceBook che sembrava quasi uno scherzo; invece era tutto vero, una giovane modella californiana chiedeva ad Antonietta che le confezionasse un abito per il ruolo di modella più importante di Los Angeles nella parata dell’esercito americano e dei veterani del Vietnam in scena a Los Angeles. Il balzo oltre l’oceano è semplice, la piccola che sognava la moda ora vola decisamente e non solo al di là dell’Atlantico fino al Pacifico. Ora c’è anche la “big apple”, c’è la statua della libertà, e il sogno è divenuto una splendida realtà. E per il finale anche una stupenda sorpresa: dal 25 Luglio fino al 23 Settembre 2016 le sue creazioni saranno visibili alla New York City Gallery insieme ad altri artisti Internazionali nella favolosa Città di New York. Il traguardo è raggiunto nell’esplosione del vero Made in Italy Artigianale.

One thought on “Antonietta Sabbatella e il sogno americano

  1. L’America è anche le storie di Chico Forti, Carlo Parlanti e Pino Lo Porto, che invito a verificare e a constare come non siano eccezioni. Invito a leggere il libro L’Altra Faccia dell’America proprio di Pino Lo Porto, è la sua storia vissuta in prima persona.

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