Porto: quale autonomia ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Il dado è tratto; ormai manca veramente poco, poi sapremo la verità. Sapremo cioè se l’intelligente manovra del tipo legale-amministrativa, messa in atto dal vice presidente della Regione on. Fulvio Bonavitacola, sarà stata spesa bene sul mercato del governo nazionale. Ricordiamo, per la cronaca, che grazie a quella manovra di moratoria l’Autorità Portuale di Salerno aveva ottenuto la possibilità (del resto prevista dalla legge) di prorogare per almeno tre anni, dalla pubblicazione del decreto governativo di riforma, alcuni dei suoi poteri indipendenti stabiliti sulla base dei risultati di questi ultimi anni e sulla scorta di una richiesta motivata da parte dell’Ente Regione da trasmettere al Ministero delle Infrastrutture entro quindici giorni dal decreto. Il decreto governativo, diretto ad unificare le autorità portuali di Napoli – Salerno e Castellammare di Stabia, ratificato il 4 agosto 2016 è stato pubblicato in gazzetta il 31 dello stesso mese; quindi entro il 15 settembre prossimo dovrà essere depositata la richiesta di proroga della Regione. Ma in data 6 settembre la giunta regionale, con apposita delibera, ha conferito al governatore Vincenzo De Luca i pieni poteri per la formulazione della richiesta. Spetta, dunque, a De Luca provvedere alla bisogna; come dire che il destino dell’autonomia del porto di Salerno è soltanto nelle sue mani. Qualcuno sostiene che sono pochissimi i giorni mancanti per consentire al governatore una richiesta molto ben articolata; dissento da questa linea di pensiero perché in effetti le determinazioni governative, comprese le date di scadenza, erano già note fin dal 4 di agosto e quindi c’è stato tutto il tempo necessario per preparare la necessaria documentazione. L’atto che dovrebbe, invece, suscitare una certa attenzione è la delibera di giunta regionale per la concessione dei pieni poteri a De Luca che non avrà quindi più bisogno di consultare la stessa giunta sul contenuto della richiesta e potrà operare liberamente nel tracciare la strada maestra per il “dopo moratoria” in previsione della fusione effettiva con Napoli e Castellammare e per la conseguente nomina di colui il quale, dopo la fine della sospensione di Salerno, dovrà guidare stabilmente l’intera portualità campana con inevitabili riflessi di natura economica, occupazionale e di crescita delle comunità che si affacciano sui porti accorpati. Anche se era abbastanza facile prevederlo prima, adesso abbiamo la conferma che la questione portualità è tutta politica e si giocherà sul filo dei rapporti e delle alleanze distese, anche se non soprattutto in campagna elettorale, dal governatore. Per questo motivo ho già scritto in passato che questa della portualità è una delle grandi prove per misurare l’effettivo potere autonomo di Vincenzo De Luca, nel senso che questa volta se non porterà a casa un risultato positivo per Salerno non potrà prendersela con nessuno, anche sulla base dei pieni poteri conferitegli dalla sua giunta. Ad onor del vero sappiamo benissimo che la battaglia della portualità è difficilissima in quanto tutte le forze politiche che hanno concorso al successo elettorale di De Luca ora reclamano possibili paternità sulla portualità campana riunita sotto le bandiere partenopee che ben difficilmente molleranno gli ormeggi in favore dell’autorità portuale salernitana. Ma a Salerno come presidente dell’autorità c’è un signore, Andrea Annunziata, che non è il signor nessuno e che non è neppure un funambolo, come molto incautamente ha scritto Gigi Casciello su Metropolis del giorno 1.07.16 (“L’obiettivo è palese: sedersi a tutti i costi sulla poltrona di presidente dell’Autorità Portuale di Sistema che dovrà gestire gli scali marittimi di Napoli, Salerno e Castellammare. Che Andrea Annunziata fosse un funambolo della politica lo aveva dimostrato passando disinvoltamente dal vecchio Psi a Forza Italia alla Margherita riuscendo persino ad occupare la poltrona di sottosegretario ai trasporti nonostante fosse stato bocciato dagli elettori.  Che non gli facesse difetto nemmeno la spregiudicatezza era cosa nota soprattutto nella sua San Marzano  dove gli avevano visto fare un altro salto triplo avvicinandosi all’allora presidente  della Regione Stefano Caldoro candidando persino la sorella alle elezioni del 2010. Ma anche la passione ritrovata per il centrodestra è durata poco. Giusto il tempo di capire che sarebbe stato meglio ritornare dalle parti del centrosinistra e sotto il manto protettivo del sindaco di Salerno Enzo De Luca che nel frattempo studiava da presidente della Regione.  Ma l’uomo è fatto così: è ambizioso e la carica di sindaco di San Marzano gli va stretta. Solo che stavolta ha esagerato davvero. E visto che le sue  chanche sono oggettivamente limitate ha tentato il colpo dell’investitura dei privati con una petizione al ministro Del Rio nella quale si fa proprio il suo nome come presidente dell’autorità dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare. Un azzardo che potrebbe costargli caro visto che il primo a non saperne nulla è il presidente della Regione Vincenzo De Luca che ha appreso solo la notizia dell’irrefrenabile desiderio dei “56 imprenditori di settore” di vedere Andrea Annunziata sull’ambita poltrona portuale”). Andrea Annunziata non è, a mio modesto giudizio, nessuna di queste cose elencate da Casciello del quale non mi è chiaro il contorno del progetto di attacco a testa bassa; non credo che sia soltanto frutto della recente militanza-responsabile del collega giornalista nelle fila di Forza Italia. Andrea Annunziata è, al momento, l’unico possibile presidente della portualità campana sia per le sue indubbie doti legali-amministrative che per le sue notevoli esperienze tecniche consolidate sul campo di battaglia ed al cospetto dei maggiori armatori del mondo, dagli USA alla Cina. Qualche mese fa, era giugno, mi trovavo in Florida e più esattamente a Fort Lauderdale (vicino Miami) con un gruppo di amici. Uno di questi era ed è un imprenditore del mare e avendo saputo della mia cittadinanza salernitana non solo mi ha parlato benissimo di Andrea Annunziata (che lui aveva conosciuto proprio a Fort Lauderdale) ma anche degli eventuali sviluppi futuri del porto di Salerno abbellito dalla famosa “conchiglia di Adid” (l’architetto decostruttivita molto nota ed amata negli USA) e, soprattutto, delle scelte coraggiose fatte dallo stesso Annunziata e dall’amministrazione comunale salernitana. Ma qui naturalmente viene fuori il problema, quello vero che potrebbe scavalcare anche la politica: “Fino a che punto De Luca vorrà Annunziata come presidente dell’autorità portuale campana ?”. La risposta è tra le più difficili; intanto De Luca si è fatto attribuire i pieni poteri, poi si vedrà.

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