CHIANCARELLE: il prezzo della libertà … dalle Chiancarelle a Montemurro !!

Aldo Bianchini

SALERNO – La libertà ha un prezzo altissimo, voler esprimere il proprio pensiero molto spesso cozza contro principi consolidati che viaggiano direzione diametralmente opposta. Il prezzo, anche se solo psicologico, può raggiungere dimensioni indescrivibili; dire la propria potrebbe voler dire mettersi, ad esempio,  contro De Luca, contro il pm Montemurro e contro le stesse “Chiancarelle” che dal loro blog si professano gli unici paladini della libertà di pensiero, almeno da cinque anni, in questa Città sottomessa ogni giorno di più dallo strano rapporto che esiste tra politica e magistratura. C’è stata una violenta polemica per il post (fotografia di Montemurro con l’iscrizione “Ruvo del Montemurro … l’accusatore che smantella le accuse”) con chiara allusione al paese di nascita del governatore Vincenzo De Luca che è nativo di Ruvo del Monte in provincia di Potenza ed anche al fatto che il noto pm della DDA doveva partecipare ad un convegno a Nocera con il figlio del kaimano. Un post rimosso dal web dopo poche ore. Cosa, secondo me, gravissima e che stigmatizza ancora di più (semmai ce ne fosse stato bisogno) che qualsiasi gruppo, organizzazione, associazione deve avere un leader altrimenti rischia di fare la fine dei pentastellati che stanno andando alla deriva. Mettere un post sul sito web di un gruppo è una cosa seria ed andrebbe controllata, non è possibile pensare che uno del gruppo apposta una locandina molto importante e subito dopo qualche altro la va a cancellare, forse per ordini superiori. E’ proprio questo il peggiore segno della mancanza di leader o di una organizzazione seria e coscienziosa. Se poi andiamo ad analizzare il fatto in se, mi va da dire che una volta appostata la foto non andava più rimossa perché rimuoverla significava e significa rinunciare a quella libertà di pensiero tanto reclamizzata dalle stesse “Chiancarelle”. Oltretutto quella foto, anche ben ritoccata, è l’espressione più pura ed ingenua di una satira locale; e se dobbiamo aver paura di mantenere fermo il nostro pensiero attraverso una satira, vuol dire che allora dovremmo farci ribattezzare tutti di nuovo. Anche perché l’appostazione di quella foto con tanto di locandina riferibile al convegno di Nocera Inferiore “Ragione pubblica – semplificazione e legalità” e con l’indicazione della presenza del pm Vincenzo Montemurro che doveva intervenire su un tema di grande spessore con altri relatori: Piero De Luca (figlio di Vincenzo) e Gennaro Migliore (sottosegretario alla giustizia). Colossale errore, quasi mostruoso, degli organizzatori (non si sa bene chi siano a meno di pensare al Comitato del Si facente capo in sede regionale proprio al figlio del governatore !!) che hanno cercato di correre ai ripari rifacendo la locandina e togliendo il nome del pm Montemurro. Il fatto è stato addirittura travisato dal noto giornale “Il fatto quotidiano” che parla di Montemurro (almeno nel titolo) come assolutore di De Luca padre e dimentica che l’assoluzione di De Luca è stata sancita da un tribunale e non da un pm che si è limitato a “chiedere l’assoluzione” perché tutta l’inchiesta precedente era un guazzabuglio; questo per chiarezza storica. Risibili le spiegazioni offerte al noto quotidiano da Francesco Nicodemo, uno degli organizzatori. Il tutto fa pensare ad una violenta bagarre dopo l’appostazione della foto di Montemurro sul sito delle Chiancarelle, bagarre che potrebbe aver avuto riflessi diretti sugli organizzatori del convegno con conseguente gravissimo errore di cambiamento della locandina senza tener conto che la gente non dorme e registra ed archivia tutto, così come è accaduto. Non so quanto e se il pm Vincenzo Montemurro abbia influito sulla cancellazione della foto e sulla rigenerazione della locandina del convegno, mi interessa poco; ma se lo ha fatto ha sbagliato anche lui. Difatti nella foto non ci vedo niente di talmente grave se non l’espressione di un pensiero che può essere condiviso o meno ma che va sicuramente preservato da attacchi alla libertà di espressione; al di là delle derive penalistiche che la storia poteva e può assumere. Ma l’errore più grave, a mio sindacabile avviso, è stato commesso nell’annullamento della presenza del pm antimafia dal convegno di Nocera. E qui sbagliano in tanti, finanche il direttore de La Città, che enfatizza la solita storia del “se magistrato e politico sono poco distanti” anche se lo stesso direttore dimentica o ignora la brutta storia del post delle chiancarelle. Nei panni del dr. Vincenzo Montemurro avrei tranquillamente partecipato al convegno incentrato su aspetti molto significativi della vita e dei rapporti quotidiani che, comunque, la politica e la magistratura possono e debbono avere. Quale migliore occasione di quella di accostare il pensiero giudiziario a quello politico su un tema di grande importanza come può essere quello della “Ragione pubblica – Semplificazione e legalità”; insomma se vogliamo che finisca questa benedetta guerra senza quartiere tra politica e magistratura dobbiamo pure consentire dei punti e dei momenti di contatto tra i due poteri avendo la possibilità di accostare tante diverse professionalità; e Vincenzo Montemurro di professionalità e trasparenza ne ha da vendere; e in questo accostamento non c’è nessun pericolo di inquinamento delle inchieste, tutt’altro; ne potremmo sapere di più e con più trasparenza. Cosa c’entra poi evocare l’inchiesta sul tesseramento PD del 2012, di cui è titolare proprio Montemurro, quasi come a dire che la stessa possa svolgersi in famiglia. Chi dice questo non conosce niente dell’inchiesta affidata a Montemurro e, peggio, ancora confonde l’inchiesta di Montemurro con quella condotta (casualmente !!) da altri tre pm (Vincenzo Senatore, Guglielmo Valenti e Antonio Cantarella) che stanno ancora indagando sull’appalto di Piazza della Libertà e su altri lavori pubblici. Insomma, come dire, non c’è niente di più stupido che cancellare un post o cambiare una locandina in un mondo globalizzato come quello di oggi. Ho già scritto che il direttore de La Città, da poco arrivato a Salerno, non conosce tutti i meandri della cronaca giudiziaria, così come ho scritto che nessuno dei suoi collaboratori probabilmente lo ha seriamente informato. Ma io ritengo che il nuovo direttore Stefano Tamburini sia serio, trasparente e libero; e che per una ulteriore dimostrazione delle sue qualità trovi il coraggio di chiamarmi (il mio numero di cellulare diversi suoi collaboratori lo conoscono) e non mancherò di fornirgli tutte le spiegazioni del caso sulle due grandi e diverse inchieste, ripeto confuse e mescolate da tutta la stampa. Per quanto riguarda “le chiancarelle”, infine, non vorrei che con questa fuga all’indietro abbiano segnato l’inizio del loro declino.

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