Elezioni amministrative: a Sanza la discesa delle aquile in una cascata di diamanti !!

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – In molti paesi della provincia di Salerno si voterà il prossimo 11 giugno per il rinnovo delle amministrazioni locali, così come si voterà in tantissimi altri capoluoghi, città, paesi e borghi d’Italia. Come spesso accade ogni nuova tornata elettorale ci porta delle novità sia sul piano dei risultati che su quello dell’organizzazione territoriale del potere sempre alla ricerca del massimo consenso possibile, anche se strumentalmente forzato e bloccato su determinati personaggi e/o situazioni connesse alla realtà sociale del luogo in cui si vota.

La tornata elettorale che sta per arrivare porta con se tutta la protervia che emerge dal peggiore esercizio del potere; parlo delle realtà che conosco meglio delle altre ed in particolare mi riferisco ai tre paesi del Vallo di Diano in cui si andrà al voto: Buonabitacolo, Sanza e Sant’Arsenio.

Per capirne di più dobbiamo andare con ordine e fare una prima considerazione; dei tre paesi soltanto in uno c’è stato un governo di centro destra, meglio sarebbe dire “non di centro sinistra”, o meglio ancora non direttamente collegato e collegabile al “sistema di potere” di Vincenzo De Luca, un sistema ben mascherato dietro il paravento del PD (Partito Democratico) a disdoro dei tantissimi giovani dem valdianesi che soltanto a chiacchiere parlano di rinnovamento e di svecchiamento della classe dirigente locale che da trent’anni, ed anche oltre, governa e gestisce la cosa  pubblica.

E’ sufficiente pensare a quanto prevedibilmente accadrà nei paesi di Sant’Arsenio e di Buonabitacolo dove ritorneranno due vecchi della politica locale, Donato Pica direttamente da una parte e indirettamente dall’altra Beniamino Curcio, entrambi personaggi che hanno guidato, nel bene e nel male, la politica locale di questi ultimi decenni.

Ad onor del vero va anche detto che a Buonabitacolo, più che a Sant’Arsenio, c’era stato un tentativo di “rinnovamento” con l’adesione del precedente sindaco Elia Rinaldi al PD con relativa genuflessione al cospetto di almeno uno dei due figli del governatore; ma la coriacea resistenza delle incrostazioni del passato avevano mandato a gambe all’aria quella giovane ed anche inesperta amministrazione con conseguente lungo periodo di commissariamento.

A Sant’Arsenio, dopo qualche vagito di libertà e di svincolo dalle spire deluchiane, il ritorno al passato più remoto è stata la soluzione più facile e più efficace per la possibile riconquista del potere.

Anche al fine di dimostrare che dopo la caduta dell’aquila principale, Nello Mastursi, ci sono altre aquile in grado di tenere sotto controllo tutto il territorio e di affondare in rapida picchiata sui soggetti ancora recalcitranti che tuttora danno segnali, anche se piccoli, di vitalità; anzi le nuove aquile probabilmente saranno in grado di dimostrare che senza il presunto monumentale Mastursi tutto il Vallo di Diano sarà ingabbiato dal potere del kaimano.

Difatti, alla luce di quanto scritto, il caso di Sanza appare come quello più emblematico e dove è stato necessario che le aquile calassero con tutta la loro “arroganza indotta” del potere; e sono arrivati, come in un copione scritto e già più volte visitato, i tre personaggi che più di tutti riescono ad interpretare i vari ruoli del sistema di potere di cui finalmente anche a Salerno si comincia a parlare dopo i lunghi anni di mia battaglia solitaria.

Fulvio Bonavitacola rappresenta il nome ed il cognome del capo, Franco Picarone la cassa attraverso il bilancio, e Paolo Imparato il plenipotenziario locale sotto la cui egida tutto deve svolgersi nella maniera più confacente all’acquisizione di Sanza nel cerchio magico del potere deluchiano.

Loro tre, difatti, sono stati insieme protagonisti a Sanza di una delle tappe più significative del tour elettorale, ma anche di una delle tappe più contraddittorie del sistema di potere che loro hanno sposato, a disdoro (ripeto !!) delle tante aspettative giovanili.

Ma la cosa che più mi ha colpito è stata l’affermazione che il sospirato ritorno in sella di Vittorio Esposito (anche perché Francesco De Mieri non ha saputo lasciare niente nella memoria della gente pur avendo avuto grandi opportunità) porterà, tra le tante cose, direttamente il Comune di Sanza nel CONSAC con notevole aggravio di spese, aggiungo io, a carico di tutti i cittadini e i nuclei familiari di Sanza. Il tutto è stato spiegato alla gente con la massima semplicità possibile, come se nessuno avesse bene in mente il sontuoso “conflitto di interesse” che il vice presidente della Regione porta sulle spalle per il fatto di essere il consulente legale proprio del Consac, cioè una delle due parti in causa nella vertenza giudiziaria tra il Comune e lo stesso Consac.

Ma non è soltanto questo; qualche sera fa a Sanza le tre aquile hanno vagheggiato una sorta di “cascata di diamanti” con soldi pubblici che dovrebbero letteralmente inondare il paese ma soltanto nel caso di un ritorno da figliuol prodigo sotto la protezione del papà buono.

A naso non mi sembra una campagna elettorale corretta, e non solo perché fatta dalle tre aquile di sinistra; ma non spetta a me il giudizio finale, a me come giornalista tocca il compito di evidenziare le realtà con tutte le loro distorsioni.

Il resto devono farlo gli elettori che anche nell’assoluto rispetto del “diritto all’oblio” devono ricordare il passato ed il presente in proiezione futura dei candidati (e dei loro supporter !!) che saranno chiamati a votare nei rispettivi paesi.

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