Matteo Claudio Zarrella: Quid est usus sapientiae ?

 

Aldo Bianchini

LAGONEGRO – Grande folla, ieri mattina 24 ottobre 2017, nei saloni del Tribunale di Lagonegro per salutare il pensionamento dell’alto magistrato dott. Matteo Claudio Zarrella che è stato a lungo Presidente del Tribunale.

         Un vita, un’intera vita dedicata alla giustizia, spesso ispirata al grande Seneca che ancora oggi ci interroga con il suo famoso  “Quaeris an verum sit quod Stoicis placet, sapientiam bonum esse, sapere bonum non esse” (gli Stoici affermano che la saggezza è un bene, e l’essere saggi non lo è, e tu chiedi se è vero). Ecco, la saggezza, così come l’autorevolezza e la serenità hanno da sempre accompagnato il lungo percorso giudiziario del presidente Zarrella da Pachino a Lucera, da Ariano ad Avellino, da Napoli fino a Lagonegro, un viaggio in cui è stato affiancato con molta discrezione e disponibilità da magistrati, avvocati, cancellieri e impiegati.

         Ma è stato anche un viaggio difficile ed affannoso perché il magistrato Zarrella non si è mai fermato alla semplice, sbrigativa e fredda applicazione della legge, piuttosto è andato sempre alla ricerca della verità “Quid est veritas” che lo ha tenuto sempre sulla lama del dubbio anche quando aveva tra le mani documenti e prove apparentemente schiaccianti sia per la condanna che per l’assoluzione. Il suo ovviamente non è stato il dubbio di chi non sa navigare i tumultuosi flutti della giustizia ma di chi in forza della ricerca della verità possibile ha sempre tenuto conto che al di là di ogni faldone, registrazioni, intercettazioni e delazioni c’è sempre un uomo con tutta la sua dignità.

         Cosa è la verità ? Una domanda che Matteo Claudio Zarrella si è posto fin da quando sedeva nei banchi del liceo o sugli scranni dell’università, domanda che lo ha accompagnato fino all’ultimo giorno di lavoro in un tribunale che ormai cominciava a considerare suo, tanto era l’affetto che tutti gli dimostravano giorno dopo giorno, sentenza dopo sentenza.

         Ed è stato proprio quel Tribunale che ieri lo ha salutato alla grande e che lo ha sommerso di applausi quando è apparso visibilmente emozionato e commosso davanti a tutti; anche in questo il presidente Zarrella è stato semplicemente se stesso non nascondendosi dietro un paravento di finta freddezza ma si è sciolto dinanzi al caloroso saluto per dimostrare ancora una volta la sua ferrea volontà di ricerca della verità, e quella di ieri è stata vera traboccante emozione.

         “Credo di aver speso la mia parte migliore per essere un buon giudice” ha detto Zarrella con grandissima umiltà, aggiungendo “Il segreto della giustizia sta in una sempre maggiore umanità, e in una sempre maggiore vicinanza umana tra avvocati e giudici nella lotta contro il dolore: infatti, il processo, e non solo quello penale, di per sé è una pena, che giudici e avvocati debbono abbreviare rendendo giustizia”. Davvero impressionante ed assolutamente condivisibile il modo di leggere la giustizia da parte del presidente Zarrella; non dico eresie se affermo che l’accostamento della parola “dolore” al processo non l’avevo mai sentito pronunciare; eppure faccio il giornalista di giudiziaria da oltre trent’anni.

         E lancia anche un appello, ancorchè  un doveroso saluto, a chi gli succederà con la segreta speranza che possano “portare a compimento il progetto già avviato di un ulteriore ampliamento del Tribunale” perché, secondo Zarrella, la giustizia deve avere gli spazi giusti ed anche imponenti nelle sue strutture in modo da rendere tutti i suoi operatori rispettabili e rispettosi.

         Negli ultimi anni il presidente Zarrella ha dato anche sfogo alla sua voglia di ricerca della verità e lo ha fatto nel modo migliore cominciando a snocciolare il processo più ingiusto della storia, quello a Cristo, che avrà presto una sua riduzione teatrale di grande prestigio come già dimostrato nelle diverse presentazioni del libro “Quid est veritas ?” che prestissimo approderà anche nella biblioteca del Senato della Repubblica.

         Per la cronaca, hanno salutato il presidente tantissimi personaggi, tra i quali il dott. Claudio Scorza (presidente di sezione), il dott. Vittorio Russo (procuratore della repubblica), l’avv. Vincenzo Bonafine (presidente camera penale Alfredo De Marsico), l’avv. Angelo Paladino (presidente unione giuristi cattolici di Sala Consilina), l’avv. Nicola Mobilio, l’avv. Pierluigi Ferrara, il dott. Giuseppe ferraro (dirigente amministrativo del tribunale), il sindaco di Lagonegro, il sindaco di Sala Consilina, il sindaco di Padula e il capitano dei Carabinieri di Sala Consilina dott. Davide Acquaviva.

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