Elezioni 2018: Luigi Giordano, una missione … una fede

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Conosco da tantissimi anni Luigi Giordano da potermi consentire di stilare un profilo, seppure a grandi linee, del candidato alla Camera dei Deputati che tra battaglie intestine, imboscate fratricide, faide segrete e dichiarazioni più o meno palesi, è rimasto l’unico vero candidato a rappresentare un bacino territoriale vasto come il Vallo di Diano. Ci sono altri nomi ma, in tutta sincerità, non mi sembrano titolati a rappresentare il territorio sia per la loro mancanza di immagine politica che per la scarsa conoscenza del territorio.

            Nel silenzio ovattato delle segreterie politiche Luigi Giordano, avvocato di lungo corso, ha avuto la pazienza di aspettare il suo momento, e il suo turno è arrivato come d’incanto tra scetticismo ed esaltazioni (non esultanze); è stato scelto tra tanti aspiranti da LeU (Liberi e Uguali) che per la provincia di Salerno, e non solo, fa capo alla dinastia della famiglia Conte attraverso il giovane e professionale rampollo Federico.

            Quella di Giordano è, a mio avviso, una candidatura da classificare tra quelle “possibili”, nel senso che sarebbe sufficiente una piccola spinta elettorale per vederla proiettata verso Palazzo Montecitorio; questa è una delle ultime schances che il Vallo di Diano ha per farsi rappresentare degnamente nell’olimpo dei palazzi romani del potere.

            Mi rendo conto che la candidatura di Luigi Giordano potrebbe essere stata accolta sul territorio con un certo malumore ma questa volta non si può scherzare con i cori in favore e contro; questa volta bisogna che l’elettore del Vallo di Diano riesca a far convergere sul candidato di LeU il massimo dei voti possibili per creare, comunque, le premesse per un ruolo di primaria importanza che la politica sicuramente saprà conferirgli, anche nel caso di un malaugurabile insuccesso.

            Del resto lo stesso candidato, fin dal primo secondo della notizia della sua candidatura, ha coniato una massima di sicuro impatto e successo: “Non sono io che mi candido, il candidato è il territorio”; una frase ad effetto che, però, non viene dal nulla e non è stata inventata e/o creata alla bisogna.

            Parliamoci chiaro, Luigi Giordano non ha bisogno di fare il vicesindaco di Sala Consilina, così come non aveva bisogno di fare il delegato provinciale al turismo, e non ha neppure bisogno di fare il parlamentare nazionale; la sua professione, la sua famiglia, la sua stessa storia gli garantiscono una vita agiata e molto rispettata; tutte queste cose sarebbero sufficienti per chiunque, tranne per Luigi che da oltre quarant’anni è roso da un tarlo che lo pungola e lo spinge a dare sempre e comunque il suo contributo per gli altri, tenendo fin dall’inizio ed in maniera assoluta la barra ferma sulle ideologie socialiste di sinistra.

            E’ stato presente in ogni competizione elettorale schierandosi, quasi come fosse un dovere, nelle liste che rappresentavano al meglio il suo pensiero, scacciando i canti delle sirene che lo volevano a destra come a sinistra. Giordano ha il suo pacchetto di voti che nei decenni è sempre aumentato, di poco ma è aumentato, senza mai fare un passo indietro. In altri partiti il pacchetto di voti di Giordano verrebbe definito “zoccolo duro”, nel caso di specie non c’è nessuno zoccolo ma soltanto immensa disponibilità verso tutti fino al punto di aprirsi come un libro bianco sul quale ognuno ha scritto e potrà scrivere le proprie aspettative e le proprie esigenze.

            Insomma Giordano è stata da decenni contagiato dal virus della politica e lui ha risposto in maniera composta e silenziosa a tutti gli appelli ed a tutte le chiamate, anche quando si trattava di riempire vuoti incredibili nelle maglie allargate di quel partito, il PSI, che andava spegnendosi lentamente.

            Ma Luigi Giordano non si è mai lasciato andare, ha resistito ad ogni attacco, con tenacia ha seguito i suoi elettori uno per uno fidelizzandoli nel concetto di una politica al servizio della gente, ben lontano dalla politica al servizio di se stesso, come purtroppo è assai di moda nel Vallo di Diano.

            Ecco, il leit motiv della campagna elettorale è proprio questo “la politica al servizio del territorio”, una mossa che gli dà tutto il diritto di affermare che “Non sono io che mi candido, il candidato è il territorio”.

            Ma chi è Luigi Giordano, il candidato che è partito lancia in resta per un’avventura che potrebbe regalargli grosse e meritate sorprese.

            Luigi nasce in una famiglia della media borghesia salese e fin da piccolo mostra due specifici interessi: lo studio e la politica. Diventa avvocato quando già è impegnato nella politica locale e sull’onda del successo professionale punta dritto verso la politica comprensoriale e provinciale distinguendosi, subito, per il suo naturale attaccamento alla fede socialista che non abbandonerà mai; virtù questa molto rara tra i politicanti di oggi.

            Se da osservatore esterno dovessi fare un bilancio del dare-avere dell’azione politica di Luigi Giordano potrei affermare, in tutta scioltezza, che sicuramente ha dato molto di più rispetto a quello che non ha ricevuto per grazia divina ma che si è conquistato con il sudore di un duro lavoro fatto sempre a proprie spese.

            Per la cronaca è necessario ricordare che l’avvocato Luigi Giordano è candidato alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale Campania/2-Agropoli. Cilento-Diano

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