il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

Russo: il mancato sviluppo del Fronte Mare

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Dopo qualche settimana di riposo eccomi di nuovo nel mitico studio dell’avv. Gaspare Russo, già sindaco di Salerno e Presidente della Regione Campania; lo trovo seduto troneggiante ed in ottima forma dietro la sua massiccia scrivania dove lavora tuttora diverse ore al giorno.

Presidente, oggi parliamo del Fronte Mare e del suo mancato sviluppo ?

== Cinquanta chilometri di costa da Vietri ad Agropoli avrebbero dovuto rappresentare la più grande impresa di sviluppo turistico degli ultimi settant’anni dal 1956 ad oggi.

Presidente ma il 1956 non fu l’anno dell’ascesa di Alfonso Menna, a lui la responsabilità di ciò che non è stato fatto ?

== Avete un tasto sensibile. Salerno, comune capoluogo, avrebbe dovuto funzionare come il volano degli interventi possibili per Golfo fino alo. Invece funzionò come una “piovra” tutto concentrato nel territorio di Salerno ed in conflitto con tutti i comuni del Golfo. Il comune capoluogo, sotto la gestione Menna, sindaco – presidente del Consorzio delle Aree Industriali – presidente dell’Isveimer, puntò subito esclusivamente sulla industrializzazione.

Quindi Menna diede un indirizzo sbagliato o doveva allargare il suo punto di vista anche agli altri Comuni ?

== Il Comune capoluogo avrebbe dovuto essere il motore dello sviluppo, non solo industriale, di tutto il Golfo. E non la piovra, che concentrava tutto sul territorio comunale.

Presidente, al di là della scelta sbagliata di Menna, gli altri Comuni dove erano sul piano politico ?

== Non solo i Comuni, ma l’intera classe politica di tutti i partiti, a partire dalla Democrazia Cristiana, all’epoca quasi egemone, erano completamente assenti e concentrati politicamente non sulla “risorsa mare” ma sulla gestione dei centri urbani, tutti “terragni”.

Cosa intende Presidente ?

== La risorsa mare, pensate per un momento alla riviera romagnola, tanto per fare un esempio, era completamente ignorata. E in un certo senso lo è ancora. Tanto per non andare lontano negli ultimi mesi si sta sviluppando una presa di coscienza ad iniziativa da parte di alcuni gruppi, che si sono posti il “Programma di sviluppo urbanistico territoriale turistico: dei comuni del Golfo”.

Presidente perché dice questo, sta succedendo o cambiando qualcosa rispetto al passato ?

==C’è, sia pure con un ritardo di oltre settant’anni, una presa di coscienza, encomiabile, ma che registra l’assenza e l’indifferenza non solo dei livelli politici vecchi e nuovi, ma di tutti i Comuni. E faccio un esempio per spiegarmi meglio. I promotori di questo programma hanno cercato di coinvolgere il comune capoluogo di Salerno per il rilancio della costa.

E il Comune come ha risposto ?

== Con una presa d’atto del Piano Pubblico-Privato per il rilancio della costa.

Tutto qui, che significa presa d’atto ?

== Una presa d’atto significa che il programma, assunto da altri, non interessa.

Segno questo che Salerno non avrà mai una  destinazione sicura, tra terziario – turismo e industria ?

==E’ una citta di servizi. E magari fossero servizi superiori, come dovrebbe essere il ruolo di una città capoluogo. La conflittualità è tuttora omni presente. Non è immaginabile che un comune capoluogo, dopo il fallimento del processo di industrializzazione, portato avanti nel decennio ’60, continui ad abdigare al ruolo suo proprio dello sviluppo complessivo del Golfo.

Ma nel passato ci sono state iniziative in questa direzione ?

== Diverse, ma quasi tutte rimaste al palo. Ne vorrei ricordare alcune. Ad esempio l’ACI si rese promotore della realizzazione di un grande autodromo, ma non trovò il sostegno politico indispensabile, né della politica e tanto meno del comune dove doveva essere realizzato. Nel 1960 una società delle partecipazioni statali della INSUD partì con un grande progetto da realizzare ad Agropoli nella Baia di Trentova e costituì anche un’apposita società che si chiamava “Baia di Trentova” per la realizzazione di un grande villaggio turistico a ridosso della spiaggia di Trentova, acquisendo un territorio di oltre sessanta ettari per la realizzazione di un campo da golf di livello internazionale con diciotto buche. Voglio ricordare che questa iniziativa pubblica delle partecipazioni statali partì insieme all’iniziativa realizzata in Sardegna a Porto Cervo dal principe Aga-Kan, che ha realizzato lo sviluppo turistico del nord della Sardegna.

Presidente, perché quella di Trentova fallì ?

== Per l’insipienza, il provincialismo e il localismo della classe politica agropolese, che si preoccupò di salvaguardare il lavoro di una cinquantina di famiglie senza rendersi conto dello sviluppo dell’intera zona e anche degli interessi degli stessi pescatori. Va da se che la realizzazione di un programma di tali dimensioni avrebbe cambiato il destino di quella zona e avrebbe offerto sviluppo e occupazione a migliaia di persone.

Ma oltre quella ci sono state altre iniziative ?

== Si, diverse e anche di grande interesse, ne ricordo alcune: la realizzazione di un grande porto turistico-canale alla focee del Sele, la valorizzazione del fiume, navigabile per circa quindici chilometri dalla foce fino a Ponte Barizzo. Va da se che un porto turistico a metà del Golfo era di fondamentale importanza per lo sviluppo della fascia costiera. Sui terreni demaniali c’era anche la previsione della realizzazione di un grande campo da golf a diciotto buche, da inserire nel circuito internazionale dei campi da golf.

Presidente, ho capito; ma cosa poteva fare Lei e non è stato fatto e cosa si può ancora fare oggi ?

== All’epoca io avevo un modestissimo ruolo politico. Ero stato nominato dal ministro on. Fiorentino Sullo consigliere di amministrazione della società di Trentova. Perciò sono a conoscenza di questi fatti, ma non avevo il peso politico adeguato per rimuovere la mentalità degli amministratori dei vari comuni, che erano invece tutti terragni concentrati sulla gestione politico-amministrativa dei comuni interni. La risorsa mare era totalmente ignorata. Su cosa si può fare oggi, se la risposta alle iniziative promosse da questi gruppi, che si sono posti il programma di valorizzazione della costa e lo hanno trasmesso alla regione, resta quella del Comune di Salerno che si è limitato ad una pura e semplice presa d’atto non c’è molto da sperare.  Ci sarebbe invece ancora molto da fare.

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