il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

ATENA LUCANA: Adriana, una moglie coraggio !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Quando parliamo e/o scriviamo di sanità pubblica molto spesso riportiamo soltanto quelle notizie che, eclatando presunti errori dei medici, fanno fare cassetta; cioè quelle che fanno vendere qualche copia in più dei giornali e fanno sintonizzare qualche telespettatore in più sulle frequenze televisive che più delle altre sparano a zero contro questo o quel medico e contro questo o quella struttura ospedaliera.

Non parliamo assolutamente mai delle persone, e sono tante, che sono protagoniste in assoluto dell’altra sanità che forse non conosciamo o, almeno, dimentichiamo.

Parlo della sanità privata, non quella affidata alle strutture medico-sanitarie sotto forma di cliniche specialistiche, ma quella “sanità familiare” che in moltissime famiglie italiane viene vissuta minuto dopo minuto, giorno dopo giorno, anno dopo anno nell’assistenza continuata ed affettuosa, seppure non altamente professionalizzata, dei propri cari bisognosi anche di semplice conforto morale e psicologico che solo un congiunto sa e può dare e che solo una donna riesce a dare fornendo il meglio di se stessa..

Questo piccolo ma significativo particolare sfugge, purtroppo a tutti; anche alle stesse donne che riunite in associazioni, fondazioni, strutture istituzionali, combattono una battaglia di civiltà per il riconoscimento della “parità di genere” e che in queste giuste battaglie dovrebbero riportare e valorizzare i singoli episodi di grande altruismo in cui molto spesso le donne eccellono.

 

Tutto questo come preambolo per raccontare la storia, bellissima e commovente, di una donna molto semplice, mamma, nonna e, soprattutto, moglie.

Il suo nome vero è “Adriana” e vive nel centro urbano di Atena Lucana, un paese del Vallo di Diano.

Adriana non è stata una mamma o un a nonna coraggio; di queste ce ne sono tante e tutte valorose; Adriana è stata fino almeno fino al 5 gennaio scorso una “moglie coraggio”, una moglie che è stata capace di vivere questi ultimi vent’anni assolutamente all’ombra del marito, anzi sarebbe meglio dire accanto al marito ridotto, purtroppo, su una sedia a rotelle (nei migliori dei suoi momenti) fin da gennaio del 2000 quando, in un maledetto giorno, fu aggredito senza pietà e senza scampo da un ictus devastante.

Adriana, casalinga doc e quindi non professionalizzata è stata capace di trasformare se stessa, con grande meraviglia di tutti quelli che comunque le stavano intorno, in una “operatrice sanitaria di eccellenza” riuscendo a scavalcare la barriera altissima dell’ictus ed entrando nel subconscio del marito per stabilire con lui una sorta di “filo diretto” per l’esercizio di un linguaggio che soltanto lei ha saputo imbastire e trasferire all’infermo.

Un inferno che sicuramente non meritava, per tutto quello che quando era valido capo-famiglia era stato capace di offrire alla donna che ha avuto lui, e soltanto lui, come compagno unico di una vita e che nei primi decenni aveva tenacemente lavorato per spalancare le porte della società e dell’agiatezza, anche grazie a continui e decisi sacrifici, e per dare alla donna della sua vita ed ai loro figli tutto il benessere possibile.

E come spesso accade, forse nel momento migliore, quando cioè si può incominciare a raccogliere i frutti di una vita vissuta per i propri cari, ecco arrivare il crack inarrestabile e irreparabile di quell’infido ictus che in un attimo aveva sconvolto la vita familiare scuotendola fin dalle sue fondamenta; fino a qualche giorno fa quando per volere del Signore, ed a pochi giorni dal ventesimo anniversario di quel terribile evento, è andato via per sempre lasciando ancora di più nello sconforto la sua famiglia e tutti quelli che hanno avuto il piacere e l’occasione di conoscerlo.

 

Ma al caso umano, drammatico e commovente di Adriana si aggiunge anche una riflessione obbligatoria; la moglie coraggio è stata capace di curare il compianto marito per vent’anni acquisendo tutte le istruzioni necessarie per accudirlo a casa sua, per farlo sentire nel calore della famiglia e, infine, per pesare sempre di meno sulla sanità pubblica.

 

Un ottimo esempio di buona sanità al contrario, una grande prova di coraggio di una donna che accudendo il marito ha dimostrato a tutti che c’è anche un’altra faccia della sanità; questo esempio dovrebbe essere assunto come simbolo da tutte le donne del Vallo e, perché no, anche dalla Consulta delle donne amministratrici per lanciare una campagna propagandistica in positivo e per allargare gli orizzonti della lotta che non possono essere confinati in quella della parità di genere.

2 Commenti

  1. Grazie di cuore da parte di tutta la famiglia.
    La bravura del direttore Bianchini a sintetizzato 20 anni in una pagina con la stessa semplicità con la quale la moglie Adriana è rimasta a fianco del Marito Antonio per un quinto di secolo.Ha alleggerito al resto della famiglia il peso conseguente continuando a rimanere faro e punto fermo per l’intera famiglia Di Santi. Donna di grande carattere, spessore e altrettanta umiltà. La disponibilità di Mamma Adriana non teme confronti.
    La sua figura continua a rimanere forte riferimento per tutta la famiglia e non solo……….. Grazie di tutto.
    Franco Camerota

  2. Chi lo fa non lo sbandiera,
    Sono 20 con mia moglie in carrozzina e non muove neanche un dito le istituzioni mai esistite adeguamento della casa, contro le barriere architettoniche completamente a mie spese in regione da oltre 15 anni hanno smarrito la pratica
    Pago di tasca, mia 400 euro al mese di pomate spray e farmaci vari x l’agenzia non posso portare in detrazione un euro
    X loro sono cosmetici vergognatevi non voglio essere italiano

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