il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

DONNE – UOMINI: due mondi diversi e … non soltanto per colpa di un pene !!

Aldo Bianchini

La giornalista Romina Valisena

SALERNO – Con la puntata di oggi continua l’inchiesta giornalistica sul variegato, intricato, difficile, controverso e affascinante “mondo delle donne” che in questa occasione accende i riflettori su un’altra tipologia di donne, “quelle femministe ad oltranza … ben oltre le minigonne e gli eccessi tentatori.

E’ bene, ed anche giusto, ricordare ancora una volta a tutti i lettori che questa inchiesta ha preso spunto da un post scritto il 29 settembre 2020 su Face Book da Michelina De Paolo (assessore al turismo presso il Comune di Montesano e componente della Consulta delle Donne Amministratrici del Vallo di Diano e Tanagro) in risposta, credo, ad un mio precedente articolo in cui mettevo in risalto le doti di “donna vera” di Carmela Iannibelli che si era subito allineata al contenuto dello stesso post che ha prodotto a cascata una serie di reazioni già nella stessa giornata di quel martedì, fino ad arrivare addirittura all’attacco ingiustificato della giornalista Romina Valisena contro il giornalista Lorenzo Peluso.

Allibito, più che basito, ho letto e riletto soprattutto il post della Valisena; rispetto il pensiero della giornalista mo non lo condivido per niente. Alla precisa, composta e professionale descrizione del mondo femminile da parte di Peluso ha fatto da contraltare un post pieno di rabbiosa contestazione.

L’ottimo Lorenzo è stato preso letteralmente a pallate per il solo fatto di aver espresso il suo pensiero sul “mondo delle donne” nel contesto di un ottimo articolo titolato “Quello che le donne dimenticano” (pubblicato su “Quasimezzogiorno.it”) che almeno dal titolo si inserisce alla perfezione nella presente inchiesta.

Insomma un mondo, quello femminile, che l’inchiesta (sicuramente non per mio merito) sta scuotendo fin dalle fondamenta fino al punto che la presidente (non so se già ex !!) della Consulta delle Donne Amministratrici, avv. Tania Esposito, il 16 ottobre 2020 mi ha scritto: “Aldo Buongiorno, grazie per l’attenzione che stai dando alla consulta in questi ultimi 10gg, era da quasi un anno e mezzo che nessuno ne parlava più”. Erano le ore 9.23 e, ironia della sorte, qualche minuto dopo su Quasimezzogiorno.it veniva pubblicato l’articolo di Peluso che due giorni dopo, il 18 ottobre, è stato violentemente contestato dalla Valisena che, incautamente, è andata anche al di là dei canoni non scritti di una certa prudenza quando si parla di colleghi che fanno lo stesso mestiere.

Mi permetto di estrapolare dal post della Valisena alcuni passaggi per rendere meglio il concetto; la giornalista parla innanzitutto delle donne e scrive “stanno lì a confezionare associazioni consulte, comitati, che si badi bene non esaltano le capacità delle donne”; ecco mi sono detto, una donna che distrugge le altre donne, cosa che fino a qualche tempo era pessima prerogativa soltanto dei maschietti.

Il giornalista Lorenzo Peluso

Poi parlando dei figli esalta (molto giustamente) il compito prettamente femminile, almeno fino a qualche decennio fa, di accudirli ma lancia subito una pesante stoccata: “Anche perché lo si fa in due un figlio, si costruisce in due una famiglia. Servono due braccia e due gambe per cambiarlo, preparare la pappa, giocarci e fargli il bagnetto. Ti assicuro che un pene non farà da ostacolo a queste piccole faccende”.

Molto sinceramente non so se per le donne “un pene” può tracciare il confine tra la diversità (che pure fisiologicamente esiste) e la doverosa collaborazione tra i due sessi; secondo me non è così, ovvero non si può far partire la discussione da un pene. Se una donna si blocca su questo pre-concetto fa pensare che vive il suo “essere donna” con una certa sofferenza ed anche con una certa sudditanza verso l’altro genere a causa di quegli “squilibri umorali” scoperti e denunciati da Galeno ben 1.500 anni fa; squilibri non ancora superati se una donna del 2000 parla ancora di quelle irrisorie differenze fisiologiche. Del resto in tutta Europa non mancano in politica le donne ai vertici. In Italia questo non è avvenuto, probabilmente per colpa delle tante donne che non votano le donne e, peggio ancora, se pensano che il distinguo tra uomo e donna possa essere ristretto ad un pene.

E dopo aver recitato la solita litania della collaborazione familiare, in chiusura la Valisena chiede, con forte arroganza, a Peluso: “Credi davvero che sia stucchevole perseverare nel voler richiedere le pari opportunità ?”.

Si è stucchevole; soprattutto perché la giornalista invece di rispondere con l’autorevolezza e la consapevolezza dell’essere donna, attacca con un’autorità che può solo danneggiare la categoria femminile facendo passare il concetto che forse fra un po’ ci vorranno le “quote azzurre” al posto di quelle rosa.

Nella mia lunga vita lavorativa nel settore pubblico ho conosciuto molti uomini nullafacenti ma ho incontrato anche interi plotoni di donne che la mattina pensavano solo all’organizzazione familiare e riempivano le scrivanie e i mobiletti poggiacarte di buste della spesa quotidiana.

Sicuramente ci sono ancora molti preconcetti che gli uomini e le donne devono superare, nonostante le chiacchiere di opportunità; e questo gap lo ha descritto molto bene Massimo Gramellini (editorialista del Corsera) quando scrisse che dentro gli uomini, ma anche nelle donne, c’è un “diavoletto sempre pronto a spuntare, appena qualche donna pretende di spiegare il fuorigioco, o un maschio si illumina parlando di pannolini … verrebbe da parafrasare Giorgio Gaber: non mi preoccupa il diavoletto in sé, ma il  diavoletto che è in me”.

Infine, nessuno spazio lasciato libero da una donna alle prese con la famiglia è stato o verrà mai occupato da un uomo mediocre; se è capitato sono pronto a  combatterlo con tutta la forza possibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

2 Commenti

  1. Devo ringraziare un amico per avermi segnalato l’articolo di Aldo Bianchini in cui si parla di me (altrimenti nemmeno lo avrei saputo). E mi trovo costretta a rispondere per chiarire qualche punto che ai più non interesserà ma che, viste le inesattezze scritte, devo correggere. Anche perché è stato riportato il mio nome e la mia immagine.
    NON È DA GIORNALISTA CHE SCRIVO SULLA MIA PAGINA FACEBOOK (non faccio questo meraviglioso mestiere già da qualche anno ormai e non credo che tornerò a farlo) e non si tratta, quindi, di un attacco di una giornalista ad un suo collega (per me non si tratta proprio di un attacco ad una persona, piuttosto a delle parole, a delle idee!). E PENSAVO SI FOSSE CAPITO, SENZA BISOGNO DI DOVER PRECISARE OLTRE. Evidentemente mi sono sbagliata. L’ironia, il sarcasmo, non sono stati colti.
    Ho letto l’articolo di Lorenzo Peluso e ho detto la mia, perché con Lorenzo ci conosciamo, perché ho “approfittato” delle sue considerazioni, secondo me sbagliate, per aggiungerne delle altre, esprimere il mio punto di vista, allargare l’orizzonte delle opinioni, per far riflettere su delle cose che a volte si ritengono ovvie ma che, forse, tanto ovvie non sono, anzi possono diventare pericolose. E mi riferisco all’idea dominante, soprattutto nell’universo vetero-maschile, ma non solo, che la donna sia “naturalmente” votata ad adempiere alle faccende di casa e familiari. E al fatto che secondo alcuni (ormai pochissimi, fortunatamente) ciò non influisca affatto sulla scarsa rappresentanza femminile nel mondo professionale, istituzionale, accademico, ecc. Come a voler affermare che se le donne “in carriera” sono MOLTO di meno rispetto agli uomini è solo perchè sono “naturalmente” meno dotate. E le quote rosa non servono, quindi, ci dobbiamo solo impegnare di più. Questi sono pensieri ancora molto radicati e non mi meraviglia che ci siano di queste repliche. Ma ritenendole retrograde e pericolose, ho sentito l’esigenza di dirlo.
    Eppure Bianchini scrive che io, “dopo aver recitato la solita litania della collaborazione familiare”, chieda, con forte arroganza a Peluso, se sia davvero ancora stucchevole perseverare nel voler richiedere le pari opportunità.
    Aldo Bianchini descrive il mio post come “attacco ingiustificato”, “pieno di rabbiosa contestazione”. E ancora: “L’ottimo Lorenzo è stato preso letteralmente a pallate per il solo fatto di aver espresso il suo pensiero sul mondo delle donne”. E IO ESPRIMO IL MIO SU QUELLO DEGLI UOMINI, se ancora si può, ribadendo che per me non si tratta di un attacco, che non ho scritto mossa da rabbia o frustrazione, piuttosto da rammarico.
    DI SEGUITO SI CAPISCE COME UN PRECONCETTO POSSA GIOCARE BRUTTI SCHERZI, E PORTARE A FARE BRUTTE FIGURE.
    “Mi permetto di estrapolare dal post della Valisena alcuni passaggi per rendere meglio il concetto – scrive Bianchini – la giornalista parla innanzitutto delle donne e scrive “stanno lì a confezionare associazioni consulte, comitati, che si badi bene non esaltano le capacità delle donne”; ecco mi sono detto, una donna che distrugge le altre donne, cosa che fino a qualche tempo era pessima prerogativa soltanto dei maschietti”.
    Le parole a me attribuite sono in realtà di Peluso, non mie. Io le avevo riportate con tanto di virgolette e riferimento esplicito al suo articolo! Bisognerebbe leggere con ancora più attenzione, prima di difendere o attaccare. Perché poi si rischia di fare autogol!
    Le osservazioni sul “pene” e sugli “squilibri umorali” le lascio cadere perché avvilenti davvero e di bassissimo livello. (Una battuta – la mia – resta una battuta).
    Infine, sarebbe ancora più corretto interpellare le persone prima di commentare le loro opinioni su testate giornalistiche, a loro insaputa, peraltro. Ricordo che si faceva così per scrivere un pezzo.
    Se Lorenzo si è sentito offeso dal mio post mi dispiace, avrebbe potuto dirmelo, semplicemente. Ci saremmo confrontati magari sull’argomento. Speravo si potesse aprire una riflessione diversa, piuttosto che innescare atteggiamenti reazionari volti a rimettere in discussione la questione della parità di genere che – non lo dico io, e questo è l’unico FATTO VERO E SERIO di tutta la faccenda – rappresenta ancora un ostacolo all’avanzamento sociale ed economico del nostro Paese.

  2. Si racconta che in una discussione alla camera dei Lord (in Inghilterra) un deputato nella sua esposizione sulla questione della parità UOMO-DONNA affermò : in fondo e’ solo una differenza che e’ toccata all’uomo di portare fisicamente Si alzò di scatto Wilson Wilson Churchill ed esclamò “viva la piccola differenza”

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