il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

COVID-19: è solo questione di rivolte malavitose o anche di scarsa fiducia delle istituzioni nella lealtà fiscale degli italiani?

Aldo Bianchini

SALERNO – All’indomani dell’ultimo DPCM del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e dell’ultima ordinanza del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, si sono accesi vari focolai di rivolta fisica che si sono aggiunti subito ai focolai di contagio; il risultato: un enorme guazzabuglio in cui ognuno dice la sua e ognuno crede di poter dare la soluzione ai tanti problemi che le rivolte hanno portato alla luce del sole.

L’avvio delle rivolte, quasi come fossero le famose quattro o cinque giornate contro l’esercito nazista, è stato dato ovviamente da Napoli subito dopo il decreto presidenziale di De Luca; e tutti si sono sbizzarriti a tirare in ballo camorra – ndrangheta – corona unita e mafia.

Come, però, accade spesso in aiuto di De Luca che sembrava un attimo all’angolo è arrivato addirittura il governo che ha praticamente mutuato il decreto ampliandolo e rafforzandolo per buoni otto decimi e limando soltanto la parte che riguardava la chiusura dei confini campani rispetto a tutto il resto del Paese.

Apriti cielo la rivolta si è spostata subito a Roma, Milano, Torino e finanche a Salerno, patria del kaimano, dove una sparutissima pattuglia di scalmanati ha fatto più “ammuina” che sostanza rivoltosa; dispiace seriamente che ci siano stati anche dei feriti tra le forze dell’ordine.

Sicuramente qualche frangia del tipo “centri sociali” ci sarà anche stata in mezzo alla confusione e ci sarà ancora, ma la molla che ha fatto scattare d’improvviso la rivolta è un’altra e va ricercata nelle tantissime promesse economiche non mantenute dal governo e dai governatori all’insorgere della prima ondata.

La rivolta non ci sarebbe mai stata se da marzo in poi le promesse virtuose del governo si fossero tradotte in realtà con ristoro delle perdite commerciali comunque determinate dagli eventi pandemici incontrollabili; il governo non è stato capace di trovare una soluzione che, badate bene, doveva forzatamente anche riflettere la situazione dei sostegni europei che ancora non  arrivano e le elargizioni di denaro a fondo perduto almeno per le emergenze prioritarie come, del resto, è stato sempre fatto all’indomani dei cataclismi naturali.

Di sicuro il Governo si è trovato ad un bivio anche a causa della mancanza di grosse liquidità: cosa pagare ed a chi pagare.

Avrebbe potuto chiedere a tutti, come ha fatto, di esibire la dichiarazione dei redditi del periodo relativo all’anno precedente ma tutti, o quasi, avevano dichiarazioni a credito; da qui l’inceppamento del sistema.

Tanto da aver indotto Pierluigi Bersani, qualche settimana fa, a cercare di recuperare il tutto consigliando di chiedere la dichiarazione dei redditi totale del 2019 e su quelle operare i ristori; apriti cielo è insorto l’intero sistema protettivo sindacale e corporativo degli eventuali aventi diritto; insomma come dire che la stragrande maggioranza dei lavoratori autonomi italiani evade il fisco.

E allora che fare ?

Non è facile trovare una soluzione come è avvenuto in altri Paesi dove è stato sufficiente far riferimento alle dichiarazioni dei redditi per risolvere il problema ; in Italia questo non è possibile e la politica doveva saperlo.

Invece ha preferito fare promesse, conquistare consensi, far votare la gente e poi esasperarla con la fame nell’attesa di prebende che anche questa volta tarderanno ad arrivare, nonostante il nuovo DPCM delle ultime ore.

La politica che si è avvantaggiata della prima ondata di covid, ora rischia di cadere sotto i colpi della seconda e della terza ondata; e quelli che dalla prima ondata hanno avuto restrizioni di consensi ora potrebbero riconquistare rapidamente quel successo che appena a febbraio sembrava inarrestabile.

Niente di tutte le ipotetiche teorie di complotti contro Conte e De Luca, è semplicemente la politica che come prima anche adesso cambia e soffia in vele diverse.

E intanto la curva epidemiologica cresce ogni giorno di più; che Dio ce la mandi buona.

1 Commento

  1. ‘’A Milano e Napoli uno può prendere il Covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l’autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perché il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del Paese no’. Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute, torna a chiedere dei lockdown mirati nelle zone dove il virus circola di più, perché ‘ci sono delle aree del Paese dove la trasmissione è esponenziale e le ultime restrizioni adottate, che possono essere efficaci nel resto del territorio, in quelle zone non bastano a fermare il contagio.’’ “Se sei a Milano è un luogo dove te lo puoi prendere anche al cinema. In altre città la situazione non è la stessa. A Milano e Napoli è impensabile qualsiasi attività che prevede l’avvicinarsi di persone negli spazi chiusi”. Ci troviamo, infatti, ha aggiunto Walter Ricciardi, in presenza “di migliaia di soggetti asintomatici che tornano a casa, dove non si indossa la mascherina, ci si bacia e ci si abbraccia”. Sul tema di un possibile lockdown è tornato anche Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso lombardi. Per Bertolini “arrivati a questo punto, con una curva di crescita esponenziale dei contagi, l’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione nei pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale”.E’ verosimile che “oltre l’80% di tutti coloro che contraggono l’infezione siano asintomatici o paucisintomatici”. Lo afferma Flavia Riccardo, dell’Istituto Superiore di Sanità , sottolineando al contempo che cresce il numero dei soggetti postivi a sarsCov2 asintomatici rispetto ai mesi iniziali dell’epidemia: sono il 56,5% sul totale dei test molecolari effettuati nel periodo 20 luglio-20 ottobre 2020. La percentuale era invece pari al 15,1% nei primi tre mesi dell’epidemia (20 febbraio- 20 maggio 2020). Il dato si evince dall’ultimo Rapporto dell’Istituto Superiore Sanità sull’epidemia da Covid, aggiornato al 20 ottobre 2020 . L’aumento è dovuto al maggior numero di tamponi effettuati sui contatti e per attività di screening rispetto all’inizio della pandemia.

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