PESTE SUINA, NUOVO ALLARME IN ITALIA: MA COSA STA SUCCEDENDO ? INTANTO LO STOP IMPORT ANIMALI DAI PAESI FOCOLAI

 

Dr. Michele D’Alessio

(Giornalista – Agronomo)

Mentre gli occhi e l’attenzione sono puntati sul coronavirus, al Nord Italia un’altra malattia infettiva sta destando preoccupazione negli allevamenti zootecnici. Si tratta della peste suina: l’epidemia scoppiata in Asia nel 2019 ha focolai anche in Europa, e l’allerta riguarda da vicino anche il nostro Paese. L’allarme è scattato in Lombardia, dove l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi ha chiesto l’abbattimento dei cinghiali lombardi, vettori principali dell’infezione e che rappresentano la metà del totale della popolazione di cinghiali in Italia. Con il diffondersi di casi di peste suina in Europa è necessario fermare immediatamente le importazioni di animali vivi provenienti o in transito dalle zone interessate dai focolai per tutelare gli allevamenti nazionali. È quanto chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento all’estendersi dei contagi in Europa. C’è molta preoccupazione tra gli allevatori italiani per la Peste Suina Africana (PSA) che si sta diffondendo in diverse parti del continente e che può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Questo virus può passare facilmente da un animale all’altro attraverso stretti contatti tra individui, o con attrezzature contaminate (camion e mezzi con cui vengono trasportati gli animali, stivali, ecc.) o attraverso resti di cibo che trasportano il virus e abbandonati dall’uomo. Un possibile veicolo di contagio possono essere peraltro i cinghiali, che non si curano di zone gialle, rosse o arancioni e il cui numero si è moltiplicato in Italia, dove si stima la presenza di circa 2 milioni di esemplari. La proliferazione senza freni di questi animali, oltre a preoccupare per i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come appunto la peste suina, sta provocando un’escalation di danni nelle campagne, che si vanno a sommare a quelli di altre specie selvatiche come ad esempio le nutrie. I cinghiali sono inoltre responsabili di incidenti stradali. Il blocco di tutta l’attività di caccia nelle cosiddette zone rosse individuate dall’ultimo DPCM rischia di avere serie ripercussioni sul contenimento delle specie invasive, la difesa dell’agricoltura e la sicurezza delle persone. La peste suina africana (PSA) è causata da un virus della famiglia Asfaviridae e riguarda maiali e cinghiali. La malattia non è pericolosa e contagiosa per l’uomo, ma è mortale per gli animali nel 50-70% dei casi. I sintomi della febbre suina africana includono febbre elevata, inappetenza, problemi respiratori, vomito ed enterite emorragica. Nel 50-70% dei casi è mortale e, siccome non esiste un vaccino, l’unica soluzione è l’abbattimento immediato degli animali infetti. Il virus ha avuto origine in Africa prima di diffondersi in Asia ed Europa e ha già ucciso centinaia di milioni di maiali, rimodellando l’industria della carne e dei mangimi.  Nonostante le richieste esplicite avanzate da Lombardia e Piemonte, non si possono abbattere i cinghiali in zona rossa; di conseguenza questi aumentano in maniera drastica causando non solo più incidenti e ingenti danni all’agricoltura, ma anche rischi di peste suina. Lo scorso gennaio a Padova la Guardia di Finanza aveva sequestrato 10 tonnellate di carne suina importata nell’Unione Europea dalla Cina in violazione delle norme. La carne era stata immediatamente incenerita poiché ritenuta pericolosa e virtualmente contaminata.                                                                                                                                                         Nel 2019 i casi di peste suina africana in Europa sono stati circa 500, con focolai soprattutto in Romania, Bulgaria, Ucraina e Polonia. In Cina si è trattato di una vera e propria epidemia: la peste suina scoppiata negli allevamenti cinesi ha costretto le autorità ad abbattere 200 milioni di bestie nell’ultimo anno. A dicembre in Polonia sono stati registrati 55 focolai di peste suina africana (ASF) tra i cinghiali. La malattia si è diffusa vicino il confine tedesco, provocando una grave perdita per la Germania, tra i maggiori esportatori europei di carne suina in Cina (che ormai impone divieti d’importazione per le carni provenienti da zone in cui è stato scoperto il virus). Per quanto riguarda l’Italia, la peste suina è presente dal 1978 in Sardegna, dove negli ultimi anni si è registrata una netta riduzione del numero di focolai (nel 2019 è stato riscontrato solo un caso) grazie all’aumento degli standard di biosicurezza negli allevamenti e ai ferrei controlli. Il Ministero della Salute ha emanato alcune linee guida per prevenire ogni rischio di diffusione di peste suina: non portare carni e salumi di suino non certificati, smaltire gli avanzi degli alimenti in contenitori chiusi, avvisare le autorità in caso di ritrovamento di carcasse di cinghiale e, per gli allevatori di suini, evitare il contatto con gli animali selvatici o con altri suini.

 

2 thoughts on “PESTE SUINA, NUOVO ALLARME IN ITALIA: MA COSA STA SUCCEDENDO ? INTANTO LO STOP IMPORT ANIMALI DAI PAESI FOCOLAI

  1. QUESTO ACCADEVA IL …. 06/10/2020

    Il decreto-legge per affrontare l’emergenza peste suina, su cui “siamo al lavoro con il Ministero della Salute” è adesso all’attenzione della Presidenza del Consiglio e delle altre amministrazioni competenti. Lo ha annunziato la Ministra Teresa Bellanova al termine del Tavolo con le regioni svoltosi nel pomeriggio di oggi al Mipaaf in modalità videoconferenza.

    “Siamo fortemente preoccupati”, ha sottolineato la Ministra nel confronto con gli Assessori regionali all’agricoltura che non hanno mancato di ribadire come all’emergenza ungulati ormai diffusa, con rischi per la popolazione, le coltivazioni, gli allevamenti zootecnici, si sommi il rischio ormai più che tangibile della peste suina, “perché la peste suina africana si sta diffondendo anche in Paesi finora ritenuti indenni e il fronte endemico, rappresentato dalle popolazioni di cinghiali infetti, si sta progressivamente spostando verso la parte più occidentale dell’Europa, interessando la Germania con diversi focolai, il che ha indotto la Cina a vietare le importazioni di carne di maiale provenienti da quel Paese.
    E’ nostro dovere impedire che una situazione del genere possa verificarsi anche in Italia. E per questo abbiamo definito un Dl con l’obiettivo di approntare un programma di prevenzione mediante l’adozione di un Piano organico di gestione e controllo dei cinghiali. Un punto di partenza fondamentale per garantire l’efficacia delle azioni di contrasto di questa terribile malattia”.

    Il testo del Decreto”, ha informato la Ministra, “è stato formalmente inviato alla Presidenza del Consiglio e alle altre amministrazioni competenti perché sia inserito nell’ordine del giorno della prossima seduta di pre consiglio, così da approfondire gli aspetti tecnici che ne consentano l’approvazione in CdM”.

    OGGI INVECE …..CHE SI FA…..

  2. Il Ministero della Salute – Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario è in procinto di emanare il nuovo Piano Nazionale di Sorveglianza per la Peste Suina Africana.
    Al fine di favorire la segnalazione ad opera dei volontari e consentire il tempestivo l’intervento dei Servizi Veterinari delle ASL con il successivo invio delle matrici all’Istituto Zooprofilattico di Portici è stato stipulato un accordo di collaborazione con la Protezione Civile della Regione Campania che per quest’attività ha messo a disposizione il Numero Verde della Sala Operativa Unica Regionale.
    Pertanto, tutti i cittadini della Campania dovranno provvedere a segnalare tempestivamente al numero Verde 800232525 la presenza di carcasse di cinghiale o parti di esse e di soggetti in evidente stato di sofferenza.

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