Elezioni 2021: Dal laboratorio all’ambulatorio politico.

Salvatore Memoli

(Avvocato – manager – candidato sindaco di Salerno)

 

Avv. Salvatore Memoli

SALERNO – Un attento conoscitore della vita politica e sociale dei nostri territori amava ripetere che i tempi cambiavano rapidamente in peggio. In effetti sembra che il decadimento di valori e ideali sia un fatto insito nelle scelte quotidiane di tutti, un’involuzione naturale che snatura i traguardi raggiunti e ne compromette inesorabilmente la qualità dei contenuti. Era di pochi anni fa l’idea che in politica Salerno viveva una stagione di verifiche e d’impegni individuali di forte impatto innovativo. Si parlava di una Salerno laboratorio, di una verifica di scelte nuove, di alleanze diverse, che richiedevano alla politica una modalità nuova di affrontare la nuova realtà da governare. Il laboratorio é stato una stagione intensa, a volte convulsa, di analisi dei dati di una società satura, di un vivere la politica con schemi ed alleanze che non avevano la forza centripeta di mantenere insieme partiti ed atteggiamenti non più in sintonia tra di loro. Nel laboratorio salernitano il “nemico” da isolare era la Democrazia Cristiana. Intorno a questo obiettivo furono costruite alleanze, ricercando affinità ideologiche, ben presto sorrette e sostituite da un pragmatismo di scelte che si concretizzava in sostegno a progetti innovativi ed alternativi di governo dei territori. Il laboratorio politico ebbe in mano un ricco armamentario di progetti pensati da un gruppo di tecnici socialisti che mirava alla modifica strutturale della città. L’idea si collocava nella traccia del Convegno sulla Città possibile e si avvantaggiava dell’autorevole presenza politica del ministro Carmelo Conte. Ebbe il pregio di avviluppare il suo progetto in una modernità gestuale e di linguaggio, guidando un gruppo politico in forte crescita numerica, con una testa pensante determinante e coesa. L’isolamento politico sul territorio della Democrazia Cristiana risultava vincente se si considerano le percentuali di consenso raggiunto che superarono di molto le previsioni più favorevoli. Il laboratorio ebbe come elementi l’alleanza con i comunisti che ebbe un’evoluzione prevedibile, per alcuni di ritenersi in grado di aspirare alla leadership del  laboratorio. La storia é sotto gli occhi di tutti, con il suo tributo di “martirio” dei livelli pensanti raggiunti e con il sacrificio di un’idea politica, di un disegno politico capace di contenere l’impegno di governare il cambiamento. La stagione della svolta ha portato ben presto all’abbandono di una politica ragionata e dimensionata ad un progetto ben chiaro di crescita sistematica. Dal laboratorio siamo passati in un ambulatorio che garantisce il soccorso pubblico a chiamata. Non si gestiscono più le progettualità in una composta previsione di crescita diffusa, é venuto meno il disegno politico, il gruppo é stato sostituito da una persona, i partiti sono stati sostituiti da un comitato elettorale, tra gli altri non ci sono possibili alleati ma nemici da sacrificare, in ogni modo. Nell’arco temporale di qualche decennio la politica non ha più una sua identità-guida della società, non ha più suoi epigoni che pensano ed agiscono in modo organico ad un disegno politico. Un’organizzazione piramidale risponde ad una visione individuale della responsabilità politica, un venir meno di una collegialità che caratterizza la buona politica, sacrificata sull’altare di una gestione verticistica e paternalistica che premia e punisce secondo un interesse individuale di obiettivi non sempre chiari e condivisibili. La politica é un pronto soccorso del bisogno individuale, un modo di scegliere chi si vuol favorire, chi appartiene al cerchio magico, un mettere insieme progetti ed opere pubbliche che non rispondono alla crescita sociale ed economica del territorio, piuttosto alla crescita di qualche gruppo imprenditoriale ben individuato e responsabile. Nel laboratorio di studiavano le soluzioni per il presente e per una visione in divenire del territorio, nell’ambulatorio al massimo si medica una ferita.

 

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