SASSANO (SA) DOMENICA 17 OTTOBRE, IL VESCOVO PADRE ANTONIO DE LUCA RICORDA FRANCESCO RUSSO, A CENTO ANNI DALLA SUA NASCITA

Dr. Michele D’Alessio (giornalista – agronomo)

 

Domenica 17 ottobre alle ore 11,30, nella chiesa madre di Sassano (SA) consacrata a San Giovanni Evangelista, sarà celebrata una Santa Messa in ricordo di Francesco Russo, nel suo paese natio (Sassano) conosciuto come Ngicc re Gisuard. Ad officiare la funzione in memoria di Francesco, sarà S.E. Padre Antonio De Luca, vescovo della Diocesi di Teggiano –Policastro, associato al parroco Don Otello Russo, reggente della Chiesa. Come racconta il figlio Gesualdo, che dai suoi occhi brillanti traspare una commozione profonda, intensa “…Un meritato ricordo ed omaggio a cento anni dalla sua nascita ( 5 settembre 1921). Il suo ricordo vive in tutti noi, è sempre presente, ogni istante della nostra vita quotidiana e ogni gesto ci parla di Lui…”. Chi ha conosciuto Francesco, lo descrive e lo ricorda come una persona sempre gioiosa, un uomo moderato, equilibrato, gentile e sempre pronto a mettere una buona parola con tutti. Anche il sindaco di Sassano, il dott. Domenico Rubino lo ricorda come “… un grande esempio di concretezza, lealtà, umiltà e sapienza per i nostri giovani… una guida speciale nella vita e in politica…”. Francesco Russo, come vedremo nella breve biografia che seguirà, è stato un uomo dai forti valori morali, che ha trasmesso ai suoi cari, come eredita di affetti, un uomo socievole e di grande fede. Con l’aiuto dei figli Pasqualina e Gesualdo (Presidente degli amici VDC della Toscana), conosciamo meglio Francesco Russo soprannominato Ngicc re Gisuard, dai suoi amici.

“. Francesco Russo nacque a Sassano il 05-settembre del 1921 da Gesualdo Russo e Francesca Cavallone, quinto di sette figli. Mentre frequentava le scuole elementari, aiutava i genitori nella coltivazione dei campi e nell’allevamento del bestiame. Assai giovane sposò Francesca Rubino dalla quale ebbe due figli, Gesualdo e Pasqualina che a loro volta gli hanno dato cinque nipoti, tre maschi e due femmine.

Molto legato al suo paese e alla sua terra d’origine non accolse gli inviti di amici e parenti che negli anni cinquanta emigrarono con le famiglie nel centro e nel nord Italia. Rimase fedele ai suoi luoghi, convinto di poter fare qualcosa di buono e costruttivo per la sua famiglia e per la sua gente. Avanti, rispetto ai tempi, fu strenuo difensore della parità di genere, in contrasto con la civiltà contadina che privilegiava i figli maschi, concedendo gli stessi diritti e le stesse opportunità ai propri figli.  Fervente cattolico, frequentava assiduamente la Chiesa parrocchiale, collaborando con il parroco di turno. Per molti anni fu procuratore di San Francesco a Sassano, facendosi carico, con altri volontari devoti, della questua e dell’organizzazione della festa. Fu promotore, insieme allo zio Francesco Cavallone, della costruzione della prima chiesa (in legno) di San Francesco in contrada Peglio a Sassano, recentemente ricostruita in muratura. Fece anche parte del comitato festa della Madonna delle Grazie a Santa Maria”

“… Il suo papà, nel secondo dopoguerra, acquistò, in società, una delle prime trebbiatrice da grano della zona e necessitava di operai. Il giovane Francesco si offrì per fare l’imboccatore, per nulla spaventato dalla pericolosità e dalla pesantezza del lavoro. Ben presto imparò il mestiere e acquisì l’altra metà della trebbia di proprietà del cugino. Subito dopo ne acquistò un’altra nuova di zecca, tutta sua. Sviluppò cosi l’attività estendendola ai paesi vicini e fondando una piccola azienda agricola con macchine e trattori. Introdusse la prima trebbiatrice specifica per l’erba medica della zona e arrivò a dare lavoro, contemporaneamente, a dieci operai. Nel 1957 ottenne il premio di produttività del Ministero dell’Agricoltura per le categorie delle piccole aziende…”

“… Il suo carattere aperto e generoso lo portò ad interessarsi dei problemi dei più deboli, cercando di risolverli nel modo migliore. Seppe esporsi personalmente con le proprie idee e i propri valori. Militò nella Democrazia Cristiana fin dai tempi di De Gasperi e si ispirò alla figura di Aldo Moro.  Intese la politica come servizio, mettendosi a disposizione della comunità e spendendo gran parte del proprio tempo a progettare e realizzare idee che avevano come obiettivo il bene comune. Partecipò attivamente alla lotta per il prezzo del latte nel Vallo di Diano organizzando, con altri agricoltori, manifestazioni tese a valorizzare il lavoro e i prodotti degli agricoltori. Lottò e difese i propri ideali con determinazione ottenendo il rispetto anche da parte degli avversari politici. A metà degli anni cinquanta venne eletto e poi confermato, consigliere comunale nell’amministrazione del comune di Sassano (Sindaco Don Lilino Trotta). Successivamente venne rieletto consigliere comunale nell’amministrazione di don Andrea de Laurentis, ricoprendo l’incarico di assessore. Qui si fece apprezzare per l’impegno profuso a favore degli abitanti della campagna privi di servizi essenziali. Particolare rilievo assunse l’elettrificazione delle case rurali e successivamente la posa in opera del primo acquedotto di acqua potabile nella campagna. La rete stradale nella campagna era praticamente inesistente. Infatti le strade erano ancora a fondo naturale in terra battuta o pietrosa. Si adoperò per la costruzione delle principali strade pavimentate e rollate nella campagna del comune…”                                                                                                                    Agli inizi degli anni 50 i coltivatori diretti non godevano di alcuna assistenza malattia e pertanto erano a loro carico tutte le cure sanitarie sia a casa che in ospedale, compresa l’assistenza ostetrica. Con la legge 22 Novembre 1954, n.1136,” Estensione dell’assistenza malattia ai coltivatori diretti”, venne resa obbligatoria l’assicurazione per malattia per i proprietari e affittuari che si occupavano della coltivazione dei campi e del governo del bestiame, nonché per gli appartenenti ai rispettivi nuclei familiari.                                                                                                                                 Francesco venne eletto primo presidente della Cassa Mutua dei Coltivatori Diretti di Sassano, carica che gli venne confermata fino alla soppressione delle Casse Mutue con relativo assorbimento da parte del Sistema sanitario nazionale (fine anni 70).

Durante tale incarico, svolto a titolo totalmente gratuito, si mise a disposizione dei coltivatori di Sassano, favorendone l’iscrizione negli appositi elenchi degli assistiti e guidandoli nell’espletamento delle pratiche burocratiche sia a Sassano che a Salerno.

Riceveva i richiedenti l’iscrizione, oltre che nell’ufficio dei Coltivatori diretti, direttamente a casa sua a qualsiasi ora, rifiutando qualsiasi compenso o regalo che gli veniva offerto. Spesso si recava direttamente nelle abitazioni dei coltivatori per raccogliere la documentazione necessaria all’iscrizione. Tutto ciò gli valse grande riconoscenza e tuttora diversi coltivatori anziani ricordano la grande passione con la quale egli illustrava i vantaggi che ne sarebbero derivati agli iscritti.

Fu fra i promotori della nascita della Banca di Credito Cooperativo di Sassano. Fu Socio fondatore e per due mandati venne eletto nel Consiglio di Amministrazione della Banca.

La mattina del Santo Natale dell’anno 2000, durante lo scambio degli auguri con la famiglia, ricordando la recente e prematura morte del genero, si emozionò al punto da rimanere fulminato da un infarto letale.  Al suo funerale parteciparono oltre mille persone, in maggioranza gente comune, accorsa anche dai paesi vicini, persone che ancora oggi mantengono vivo il suo ricordo.

 

 

 

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