RUGGI: dal feto al furto … quando le fake news prendono il sopravvento sulle notizie

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Nelle settimane scorse una serie di “cattive e inutili notizie” è stata rovesciata dai media sull’ Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, quasi come un accanimento terapeutico su un paziente che è costretto a morire per colpa delle false notizie sul suo stato di salute.

LE NOTIZIE:

Furto in corsia: “”Mentre mio padre moriva di Covid in ospedale gli hanno rubato la catenina d’oro con il crocefisso, il cellulare, l’orologio, la protesi dentaria e i ricordi». La denuncia arriva da Cristina Scannapieco, alla fine dell’inchiesta interna che ha bollato la vicenda come «furto commesso da ignoti». L’episodio, però, stando a quanto riportato dal legale della famiglia, non sarebbe un caso isolato, ma uno dei tanti già segnalati alla struttura e chiuso allo stesso modo. I fatti risalgono al mese di aprile dello scorso anno, quando risultano «introvabili» una catena con crocifisso d’oro, un orologio Sector, un cellulare di vecchia generazione, una protesi dentaria e dei soldi di Annunziato Scannapieco, ricoverato in medicina d’urgenza al Ruggi il 3 aprile e trasferito nel reparto di rianimazione covid il 19 aprile. Purtroppo, Annunziato muore il giorno successivo, il 20 aprile”.

Il feto morto: “”In seguito ad una notizia fuorviante e non veritiera, riportata da un quotidiano locale che riferisce di una donna salernitana, incinta di sette mesi, costretta a partorire il neonato morto, davanti al pronto soccorso del Ruggi, l’Azienda Ospedaliera in questione, tiene a specificare quanto segue. La paziente è stata prelevata da un’ambulanza dalla sua abitazione in zona Carmine e condotta in ospedale. I medici di guardia, hanno constatato che il feto era purtroppo morto, e la donna aveva avuto un distacco intempestivo della placenta, normalmente inserita, evento drammatico che può costare la vita del feto e della madre, a causa di una serie di processi di alterazione della coagulazione. Di conseguenza, laddove non si interviene con tempestività e precisione, la situazione può precipitare in tempi brevissimi. Dopo aver appurato che il feto era premorto, la paziente è stata trasportata con urgenza in sala operatoria e sottoposta a parto cesareo, ultimato dai due medici di guardia, i quali hanno evidenziato la presenza di chiazze ipostatiche sul neonato, che indicano il sopraggiungere di una morte antecedente””.

 

Donna partorisce a 57 anni (buona notizia): “”Una donna salernitana di 57 anni, alla 32esima settimana di gravidanza, è stata ricoverata nel Reparto di Gravidanze a Rischio, dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, diretto dal dottore Mario Polichetti, per un problema di gestosi. Dopo essere stata stabilizzata, per un cedimento fisico causato dalla gravidanza gemellare e dall’età avanzata, la paziente è stata colpita da un’edema polmonare acuto, con conseguente problema cardio respiratorio, che ha messo seriamente in pericolo la sua vita e quella dei bimbi in grembo. È stato necessario quindi, rianimarla e procedere con un parto cesareo d’urgenza eseguito dal dottore Mario Polichetti e dal dottore Giorgio Colarieti. Sono venuti alla luce due neonati di 1500 kg e 1250 kg, ricoverati successivamente all’ospedale Monaldi di Napoli, e la donna invece, condotta nel Reparto di Rianimazione del Ruggi, per un’emorragia post parto scatenata dall’incapacita’ del suo utero di contrarsi in considerazione dell’età della signora, sottoposta inoltre come da prassi, ad un tampone molecolare, risultato positivo al covid. Trasportata nel reparto Rianimazione covid, la donna è andata in arresto cardiaco dopo quattro ore dal cesareo e brillantemente rianimata dalla dottoressa Flora Minichino. Nel frattempo anche l’emorragia è stata tamponata e attualmente la paziente in questione, è ricoverata all’Ospedale Da Procida, per consentire un miglioramento dei suoi problemi respiratori provocati da edema polmonare e da infezione concomitante da covid, attraverso una specifica riabilitazione. Le sue condizioni, quando ha lasciato il Ruggi, erano discrete””.

 

Dr. Enzo D'Amato, direttore generale AOU-Salerno

Ebbene, alle prime due notizie è stato dato un risalto enorme sulle pagine dei giornali, mentre alla terza è stata riservata soltanto una piccola nota.

Non intendo contestare il risalto dato alle notizie di presunta mala sanità e non intendo nemmeno assolvere l’AOU dalle sue tante responsabilità. Ma non si può non ricordare a tutti che l’ospedale di Salerno è una cittadella sanitaria nella città; ed essendo una cittadella non è affatto facile controllarne tutte le sue derive negative. Ci vorrebbe un corpo di polizia specializzato di cui neppure la città di Salerno dispone; e sappiamo come spesso finisce nonostante le rassicurazioni di Prefetto, Carabinieri, Polizia e Finanza.

Io personalmente non dispongo, al di là di un comune cellulare, di beni preziosi che possano attirare l’attenzione di malintenzionati. Posso, però, dichiarare che qualche mese fa mio fratello è stato ricoverato nello stesso reparto di Scannapieco, ed a lui (che aveva qualche bene prezioso) fu chiesto di liberarsene e furono immediatamente consegnati alla moglie e i figli. Mio fratello, poi, disgraziatamente è morto il 6 maggio 2021, qualche giorno dopo il paziente derubato.

Credo che tutti i giornalisti conoscano il d.g. Enzo D’Amato e l’impegno professionale con cui organizza l’intero presidio e, quindi, prima di distruggere l’apparato organizzativo ospedaliero pensiamoci soltanto un momento, eviteremo danni all’immagine non solo dell’ospedale ma dell’intera città.

 


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