da Antonio Cortese(professore)
Il freno alla trasmissione di Bianca Berlinguer desta sgomento in Rai. Ciò che però non é stato ancora inteso dagli organi di informazione che ne denunciano il presunto bavaglio é che il titolo stesso della rubrica di approfondimento e commento nasce da un presupposto sbagliatissimo. La nazificazione che stia combattendo Putin é insita da vari anni in ogni governo, amministrazioni di network comprese. Riguardando la famosa scenetta tragicomica del film di Totò quando il maresciallo delle SS esclama di “avere carta bianca” per l’autorizzazione a fucilare il plotone italiano, già é denuncia da sé su come ragiona e agisca il silente nazismo dalle poltrone dei vari cda. Pertanto una semplice trasmissione del palinsesto di una rete pubblica tradizionalmente orientata a politiche di sinistra, stava facendo propaganda subliminale diametralmente opposta.
La giornalista al varo del programma avrà accettato di condurre anche perché il proprio nome di battesimo coincide con la battuta del film, ma inoltre coincide anche per assonanza col cognome di un ministro che milita “sull’altro balcone” (interessata e coinvolta attualmente per le questioni delle prossime tornate elettorali e che personalmente ha il merito di combattere i matrimoni omosessuali). Dunque il cda Rai forse é meglio che non si faccia prendere la mano da facile censura perché basterebbe cambiare nome al programma. Un programma che é accusato con faciloneria di difendere le posizioni dei russi contro la nazificazione ucraina, ma che per democraticità del dibattito in studio che lo caratterizza al di là degli equivoci trappola, non può essere sospeso proprio per non evidenziare che poi alla fine esista proprio in direzione una nazificazione, che non solo esiste da tempo ma che solamente programmi della terza rete e ben pochi altri possono smascherare, denunciare e palesare con scampoli di giornalismo indipendente. Il buon Enrico Berlinguer incoraggerebbe comunque a continuare a fare informazione canticchiando alla propria figlia “ Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti e tu sei piccolina…”.
