Matteo Renzi ed Ettore Rosato: dal prossimo 15 giugno raccolta firme per il referendum su abolizione del reddito di cittadinanza ,tra navigator e demeriti : è uno strumento sbagliato che va riscritto tutto?

 

da Pietro Cusati

 

I servizi per l’impiego sono efficienti ed efficaci? Sul reddito di cittadinanza,definito anche da qualche esponente politico ’’metadone di stato’’,il dibattito  politico  è appena iniziato  . L’Inps rileva che “ad aprile 2022, i nuclei beneficiari di Reddito e Pensione di cittadinanza sono stati 1,19 milioni in totale (quasi 1,09 milioni RdC e 103mila PdC), con 2,65 milioni di persone coinvolte e un importo medio erogato a livello nazionale di 561 euro” e “nel mese la spesa è stata di 668 milioni di euro. La gran parte delle famiglie risiede al Sud e nelle Isole con 783.924 nuclei e 1.851.446  persone coinvolte (590,61 l’importo medio in queste Regioni)”. Per il segretario del Pd, Enrico Letta, più che abolire il sostegno: “noi come il premier Draghi crediamo in un suo miglioramento.” “Vogliamo abolire il reddito di cittadinanza e come previsto dalla legge dal 15 giugno partirà la raccolta ufficiale di firme. Ma vogliamo soprattutto cambiare il mondo del lavoro per i più giovani. I leader di Italia viva Matteo Renzi ed Ettore Rosato ritengono il reddito di cittadinanza  uno  “strumento sbagliato” che “va riscritto tutto”. “Siamo al paradosso che spendiamo un sacco di soldi ma ci sono poveri senza aiuto, disoccupati senza proposte di lavoro, aziende senza lavoratori, più lavoro nero. Ci vogliono più soldi per la lotta alla povertà ,risorse direttamente alle aziende che assumono, più soldi in busta paga a chi lavora”. Diseducativo , clientelare,si rischia  una guerra ideologica, capace di suscitare divisioni e avvelenare il percorso di fine legislatura e  del PNRR che non ha paralleli in Europa. La capacità del RC di intercettare i veri indigenti altrimenti diventa una  trappola dell’insuccesso, Renzi propone un referendum abrogativo. Il Pd è disponibile a una revisione, i Cinque Stelle levano gli scudi,così lasciando di fatto il problema senza soluzione. L’Istat usa  soglie diverse fra Settentrione e Meridione. La normativa del Rc non fa invece differenza. Nel Sud Italia sono occupati solo 44 persone su cento adulti. La media europea è 67. Per chi non ha lavoro, il reddito di cittadinanza dovrebbe essere una misura temporanea di ultima istanza, un trampolino per ripartire, non un sussidio a lungo termine che ammortizza l’assenza strutturale di occupazione. La modifica del Rc  dovrebbe riguardare  i requisiti di residenza e soprattutto calibrare le soglie di accesso in base all’area territoriale e alle famiglie numerose. La riforma del 2018 presentò il Rc  come misura di inserimento lavorativo, in modo che i beneficiari «non stessero sul divano» a spese della collettività. Quella mossa ha tuttavia creato aspettative irrealistiche. Molte persone in povertà assoluta non sono inseribili, necessitano di percorsi di inclusione sociale come premessa all’eventuale lavoro ,le madri sole, le persone con disabilità parziali, con deficit educativi e di salute.

 

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