2023: l’anno che verrà … il governatore De Luca tra miserabili e soprammobili

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Continua la carrellata di inizio anno dei personaggi che potrebbero essere politicamente decisivi nel corso dell’anno 2023 appena iniziato.

Devo ammettere che il personaggio più controcorrente di tutti è il presidente della Regione Campania on. dr. Vincenzo De Luca che dal 22 maggio 1993 governa ininterrottamente il destino futuro della città di Salerno e della provincia di Salerno ed ha condizionato dal 1993 ad oggi i destini della Regione Campania, prima come interlocutore dominante rispetto ai vari governatori e poi dal 2015 addirittura come governatore; e nel mezzo con un paio di anni come vice ministro delle infrastrutture del governo nazionale. E con un pedigree giudiziario ancora sostanzialmente immacolato nonostante le tantissime inchieste penali a suo carico

Un fatto sicuramente senza precedenti nella storia della Repubblica Italiana che resiste al logorio del tempo anche perché ha potuto sempre contare su una falsa e/o insipiente opposizione; una unzione del Signore che capita veramente a pochi.

Il governatore De Luca ha chiuso l’anno con le sue solite scoppiettanti riflessioni arrivando  a lanciare, tra l’altro, due pesantissime accuse:

  • miserabili” verso i vertici del suo partito (che dovrebbe essere il PD). E quel miserabli lo ha ripetuto più volte in pochi giorni. Ce l’ha contro il gruppo dirigente , a cominciare dal Qatargate, ma in generale per chi sta cercando di rinnovare il partito dopo la batosta delle politiche. “Un’impresa impossibile”, dice De Luca dopo aver deposto le velleitarie armi di entrare in una competizione che porterà al nulla. Ha chiuso l’accordo con Banaccini ma già si è sentito spiazzato dalla scelta di quest’ultimo della figura femminile di Pina Picierno alla vicesegreteria del partito che deve essere ripensato e rifondato; e gli accordi sono carta straccia;
  • soprammobili”, una definizione folcloristica scagliata sull’immagine dell’eurodeputata on. Pina Picierno che da sempre non è stata nelle grazie deluchiane, anche perché il governatore ha un istinto speciale nel capire di chi si può fidare per ammetterlo al suo ormi vasto “cerchio magico”. Mentre Bonacci ni ha definito la Picierno “… donna capace e giovane del Sud … era anche giusto e utile proprio per equilibrare una presenza di genere, territoriale e anagrafica …”. Al contrario De Luca ha attaccato, senza remore, lo stesso Bonaccini demolendo la Picierno dicendo che “…. ad oggi non mi pare un congresso ma una liturgia molto codificata: le donne, i giovani, il rinnovamento, l’età, la carta d’identità, donne a volte usate come soprammobili ….”.

Come andrà a finire ? Non sono un indovino ma a naso sembra che Vincenzo De Luca abbia ragione su tutti i fronti; sicuramente utilizza un linguaggio poco consono al rispetto della fantasiosa e fantomatica “parità di genere”; ma alle sue apodittiche affermazioni dovremmo essere abituati da tempo. E come qualche anno fa definì la sindaca di Roma Virginia Raggi “una bambolina imbambolata” tra l’ilarità generale, mi sembra opportunamente giusto, oggi, la definizione di “soprammobile” appioppata alla Picierno che, comunque. è già passata alla storia per il suo inatteso e doloroso tradimento nei confronti di Ciriaco De Mita che l’aveva creata.

Poi De Luca avrà anche altri problemi, stretto com’è tra il sindaco di Napoli, i Cinquestelle e i vertici del PD; ma questa è altra materia.

 

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