Vittorio Bachelet: ucciso dalle B.R. il 12 febbraio del 1981

 

da Pietro Cusati (giurista e giornalista)

Il corpo di Vittorio Bachelet riverso su un pianerottolo della scalinata all'interno dell'università "La Sapienza" di Roma

ROMA – Servire il Paese è quello di fare bene il proprio dovere, il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura , Vittorio Bachelet, era stato presidente di Azione Cattolica dal 1964 al 1973. Dimostrò con la sua azione coraggiosa che è possibile realizzare una società più giusta senza una contrapposizione aspra, attraverso il dialogo paziente e tenace ,utilizzando gli strumenti dello Stato di diritto. Capace di guidare con l’esempio , con i fatti più che con le parole. Riteneva importante che la migliore testimonianza democratica o sociale è quella di essere credibili innanzitutto come persona. A Vittorio Bachelet piaceva una canzone  che diceva: “Di che colore è la pelle di Dio?” per esortare alla speranza e all’azione, studiare il nostro tempo, amarlo e cercare di renderlo ancora più libero, più giusto, più umano. Il 12 febbraio del 1981 è nata l’associazione ,su iniziativa degli allora componenti del CSM al fine di ricordare l’esempio di Vittorio Bachelet, come si legge nell’art. 2 dello Statuto Vittorio Bachelet venne ucciso  il 12 febbraio del 1980 dalle Brigate Rosse. All’epoca era Vice presidente del CSM, Professore di diritto amministrativo nella facoltà di Scienze politiche dell’Università La Sapienza di Roma, prima di essere eletto al Consiglio Superiore della Magistratura ,fu per molti anni impegnato nel sociale e nella politica, nell’Azione cattolica prima e nella Democrazia Cristiana successivamente. L’articolo 27 della Costituzione, secondo cui il fine della pena deve essere la rieducazione del detenuto e mai andare contro il senso di umanità, è figlio sia dei principi laici dello stato di diritto sia dei principi cristiani che ispiravano una gran parte dell’Assemblea costituente. Pertanto occorre mantenere viva la memoria del servizio che  Vittorio Bachelet ha reso all’Italia attraverso il dialogo, è possibile ricomporre le divisioni, interpretando così il senso più alto della convivenza  e riflettere anche sull’attualità del suo impegno istituzionale,sociale, civico,culturale e accademico,con i  suoi lavori scientifici,tuttora preziosi per gli studiosi di diritto pubblico.

 

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