Una storia di diritti per il nostro futuro : 125 anni dalla fondazione dell’INPS ,“L’Evoluzione del Welfare e del Lavoro per Innovare il Paese”, il filo conduttore è la solidarietà.

da Pietro Cusati (Giurista- Giornalista)

 

 

 

 

 

 

 

 

La storia dell’INPS coincide con la storia dello Stato sociale in Italia. È una storia che ha accompagnato le più importanti trasformazioni del mondo del lavoro, del fare impresa e delle famiglie. È una storia che conferma l’indissolubile legame tra welfare e lavoro. E che scandisce l’espansione delle scelte di solidarietà del Paese. L’INPS  eroga prestazioni in un contesto “ordinario” a circa 42 milioni di utenti, tra lavoratori, pensionati, famiglie e aziende, ma è anche diventato un pilastro imprescindibile nelle situazioni di emergenza, come accaduto durante la pandemia, quando l’Istituto ha risposto in modo efficace ad un bisogno di sostegni senza precedenti per ulteriori 16 milioni di persone. Inoltre  è stato il volano di realizzazione di misure come l’assegno unico, che  viene erogato a circa 10 milioni i, di sussidi per milioni di poveri, mentre decine di milioni di utenti hanno ricevuto tramite INPS gli interventi di sostegno per contrastare la crisi energetica. Secondo l’ultimo bilancio consolidato, l’Istituto gestisce 386 miliardi di euro di entrate, di cui 145 miliardi di trasferimenti pubblici, e 384 miliardi di euro di uscite, assicurando la sostenibilità del sistema e agendo come snodo per la coesione sociale. E’ anche  un ente attuatore del PNRR, con 130 progetti e servizi in costruzione, un terzo di essi sono già finanziati e rilasciati, tra cui il nuovo portale INPS, un vero e proprio sportello elettronico, completamente rinnovato, che semplifica l’accesso alle prestazioni e personalizza l’esperienza dell’utente.  Il Presidente dell’INPS Tridico ha ricordato che nel 1945, alla vigilia della nascita della Costituente e del suffragio universale maschile e femminile, è stato creato il primo fondo a ripartizione, primo vero strumento di solidarietà universalistica intergenerazionale. Nacque  il moderno Stato Sociale italiano che avrebbe accompagnato i cittadini in quei successivi trent’anni di straordinario sviluppo industriale del Paese, trent’anni caratterizzati dall’aumento demografico e da una forte espansione economica. L’Italia decise di abbracciare un’idea di stato sociale che permettesse a tutti migliori condizioni di vita, costruendo progressivamente una sanità pubblica, un reddito assicurato per malati e indigenti, istruzione pubblica gratuita, servizi per l’impiego e servizi abitativi. La missione dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale si inserisce in questo solco valoriale, scandito chiaramente negli articoli 1, 3, 4 e 38 della Costituzione, che mira a principi di welfare universalistico e alla promozione del “lavoro buono”, capace di garantire le giuste tutele e lo sviluppo umano. La Corte costituzionale italiana si è espressa su più fronti, sottolineando la natura necessariamente temporanea delle misure che imponevano restrizioni. Lo ha fatto  rimuovendo il blocco della contrattazione collettiva nel settore pubblico che violava, se ulteriormente protratto, il principio di libertà sindacale.Alla cerimonia di apertura delle celebrazioni per i 125 anni dalla fondazione dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale è intervenuta la Presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra che ha svolto una relazione avente ad oggetto  :Solidarietà alla prova ,sicurezza sociale e diritti. ‘’La solennità è legata alla celebrazione di un anniversario che segna i traguardi raggiunti dallo stato sociale e dall’INPS, così efficacemente tratteggiati dal Presidente Tridico. La libertà dal bisogno è predicata dalle principali carte costituzionali ed è garantita dalle più importanti fonti internazionali. Non è mai superfluo ricordare che l’espandersi dei sistemi di sicurezza sociale coincide con il consolidarsi dei diritti di cittadinanza e dunque concorre nel rafforzare in modo esponenziale la democrazia e lo stato di diritto.  La solidarietà, in modo forse più incisivo di altri principi, innerva le decisioni della Corte costituzionale e lascia trapelare vuoti di tutela da colmare, richiamando, in modo spesso speculare, il principio di ragionevolezza.  Sulla tutela della salute, a fronte dell’imposizione di obblighi vaccinali, e sul contemperamento con l’autodeterminazione dei singoli, la Corte si è espressa di recente, ritenendo non irragionevoli scelte legislative fondate su dati scientifici e sulla valutazione  degli stessi da parte di organismi nazionali e internazionali a ciò preposti (sentenze n. 14 e n. 15 del 2023). La tutela della salute evoca la stretta correlazione fra solidarietà e reciprocità, reciproci gli obblighi e reciproche le risposte in termini di adesione a un progetto di recupero della fiducia collettiva. Anche in questo caso non è marginale l’intervento di formazioni sociali capaci di veicolare la solidarietà, soprattutto a favore dei più deboli. La Corte ha specificato alla base del fondamento solidaristico della nostra Costituzione  si muove tra le due dimensioni del “fondamentale diritto dell’individuo” e dell’“interesse della collettività”». L’interesse della collettività di cui all’art. 32 Cost. costituisce la declinazione, nel campo della tutela della salute, dei doveri di solidarietà di cui all’art. 2 Cost.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *