Le BCC hanno fatto e continuano a fare la loro parte Analisi dell’indagine condotta dalla Cgia di Mestre

da Uff. Stampa BCCMontepruno

Il punto di Michele Albanese

Come troppo spesso capita, nella comunicazione, le notizie vengono determinate dal loro titolo, più che dal contenuto.

Lunedì scorso, su alcuni quotidiani locali, sono stati pubblicati degli approfondimenti sul dato dei prestiti alle imprese, in seguito, allo studio condotto dall’Ufficio studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Cgia Mestre.

L’accento viene posto su calo degli stessi tra il 2021 ed il 2022 “Stop ai prestiti alle imprese. Così dilaga il rischio usura”; “Prestiti dalle Banche alle partite Iva: il calo non risparmia la Basilicata”.

 

Come già successo in passato, sul banco degli imputati ci vanno le banche, nonostante la Cgia di Mestre, puntualmente, sottolinea come “sarebbe sbagliato accusare le banche di essersi disinteressate del popolo delle Partite IVA”.

Tante riflessioni possono essere fatte e sono diversi gli spunti di analisi che, brevemente, intendo proporre.

Preferisco non entrare nell’analisi del dato esclusivamente numerico, in quanto, ritengo che il valore dei prestiti nel 2021 sia stato, alquanto, influenzato dall’emergenza Covid, la quale ha ridisegnato, in maniera straordinaria ed eccezionale, regole ed equilibri nell’ambito delle erogazioni bancarie, giunte in soccorso rispetto al verificarsi di un shock generale inimmaginabile.

Passando avanti con l’analisi, mi piace rilevare come tali percentuali negative, senza possibilità di smentita, siano estranee al mondo del credito cooperativo.

Si è spesso affermato come l’azione delle BCC sia anticiclica, in quanto, tali istituti di credito rispondono, con maggiore vigoria, al mercato anche e, principalmente, quando gli altri istituti tirano i remi in barca, perché consci del ruolo che svolgono sui territori di competenza.

La pubblicazione di questi articoli, come scritto in premessa, lascia al lettore un messaggio limpido collegato al fatto che le banche non hanno sostenuto le imprese, lasciandole sole nel bel mezzo della tempesta.

Entrando nei dettagli dell’analisi è evidente come sia ancora più forte e puntuale l’azione delle BCC che, invece, rispondono con percentuali di crescita importanti sui prestiti, andando in perfetta antitesi con quanto rileva la Cgia di Mestre all’interno del settore bancario largamente inteso.

La domanda che alberga nella mia mente e nella mente di tutti, credo, è quella di chiedersi se a questo valore negativo avessimo aggiunto anche l’assenza degli interventi delle nostre banche di comunità, così come hanno fatto i grandi istituti, quali sarebbero stati gli effetti reali nell’economia locale?

La risposta è abbastanza scontata, principalmente, in tante aree dove le BCC hanno una presenza esclusiva nell’erogazione dei servizi bancari, così come ha anche affermato il Direttore di Federcasse Sergio Gatti recentemente durante un evento a Bari “Il credito cooperativo negli ultimi cinque anni ha dimostrato il suo radicamento nelle comunità e ha confermato la capacità di svolgere una funzione anticiclica: quando cresce l’incertezza le nostre banche erogano più credito, soprattutto a famiglie e imprese“.

Non posso che essere, come normale che sia, un sempre più convinto cooperatore ed artigiano del credito che vede nelle BCC l’unica luce accesa per tanti imprenditori e famiglie, l’ultimo appiglio, forse, prima di passare in altre mani che, quotidianamente, con la nostra azione, combattiamo con forza e determinazione.

Tutti discorsi, elaborati anche in periodi diversi, che continuano a convergere su analisi già fatte e sul seguente principio: l’importanza imprescindibile delle banche di credito cooperativo.

E quando qualcuno cerca di minacciare questa nostra azione con provvedimenti molto discutibili, mina non solo il futuro delle nostre Banche ma la tenuta di un sistema economico, che rappresenta la linfa del paese e che oggi subisce la contrazione totale dei finanziamenti.

Mi riferisco, a questo punto, alla questione sulle restrizioni imposte dalla BCE, già oggetto di diversi miei interventi, ed il loro richiamo, in questa vicenda, conferma la fondatezza dei discorsi già a suo tempo fatti.

Oggi c’è un altro elemento preoccupante che sta impattando sull’andamento dei prestiti e che potrà incidere ancora maggiormente su tali dinamiche. Faccio riferimento alla corsa al rialzo dei tassi di interesse, che hanno raggiunto, negli ultimi mesi, valori importanti (direi allarmanti rispetto all’andamento generale dell’economia) a danno di tanti operatori e famiglie che si trovano a dover far fronte a questi aumenti.

Continuare ad insistere con tali politiche di contrasto dell’inflazione attraverso il costo del denaro sta impoverendo le famiglie e creando non pochi problemi, allontanando dal mercato del credito non le banche, ma proprio le imprese e le famiglie.

Tali dinamiche danno vita ad un pericoloso cortocircuito, che allarma non solo la Cgia di Mestre ma, soprattutto, noi operatori del credito e, quindi, di conseguenza, l’intera platea dei nostri clienti.

Essere BCC e vivere il territorio, sapendo ascoltare prima e dando risposte concrete poi, diventa sempre di più un mantra di cui andiamo estremamente fieri e di cui non faremo mai a meno.

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