POMODORO: L’ORO ROSSO DELLA CAMPANIA

Filippo Ispirato

E’ di questi ultimi giorni la notizia che le azioni due grandi gruppi bancari italiani  sono usciti dall’indice Eurostoxx50, l’indice che rappresenta le maggiori  società  quotate appartenenti all’eurozona, in quanto tali titoli sono stati sostituiti da azioni di gruppi industriali. Tale segnale indica la volontà da parte del sistema di ridurre in qualche modo il peso della finanza ed aumentare quello dell’economia reale per una crescita europea più  stabile e duratura, basata su aspetti maggiormente legati al sistema produttivo.  In particolare per la Campania e la provincia di Salerno il sistema produttivo si dovrebbe basare sempre di più sulla produzione agroalimentare di qualità e sul turismo, elementi caratteristici che rendono unico il nostro territorio.  Tra questi il pomodoro rappresenta, oltre che un simbolo della  buona tavola, una fonte di reddito ed occupazione, tanto portare negli anni alla realizzazione sul nostro territorio di un distretto dell’industria agroalimentare. Il “Distretto industriale agroalimentare Nocera-Gragnano”, come istituito e definito dalla delibera di Giunta Regionale n 59 del 1997, comprende un’area di 20 comuni tra le province di Salerno e Napoli, con una popolazione totale che si aggira attorno ai 400.000 abitanti e copre  una superficie di circa 300 Km quadrati. Caratteristiche distintive del territorio dell’agro sono la buona qualità del suolo con la sua peculiare fertilità e la costante e abbondante presenza di corsi d’acqua, che insieme permettono di ottenere, grazie ad un clima mediterraneo favorevole, un prodotto unico ed inimitabile per la sua qualità e le caratteristiche organolettiche, in cui il prodotto più rinomato è il San Marzano Dop, il principe della cucina campana. L’intera filiera produttiva comprende numerose aziende (circa seimila compreso l’indotto) che si occupano di una serie di attività collegate tra loro, che partono dalla coltivazione del pomodoro, al suo processo di trasformazione ed inscatolamento, a tutte le attività connesse di servizi accessori di trasporto e di distribuzione, oltre che di produzione di macchinari per le aziende conserviere. Di sicuro il distretto agroalimentare rappresenta un fiore all’occhiello dell’economia campana e salernitana, ma ha ancora molto da fare per aumentare il suo giro d’affari e contrastare una concorrenza sempre più agguerrita, prima fra tutte quella cinese, anche attraverso la realizzazione di campagne di marketing mirate a promuovere il brand “pomodoro campano” all’estero, creando ad esempio, come già capita per altri prodotti del comparto alimentare come il vino o l’olio, dei “percorsi turistico gastronomici del gusto” nei territori e comuni del distretto, arricchendo l’offerta con musei didattici in cui è possibile visionare i vari processi di trasformazione dell’oro rosso. Un oro, inoltre, che crea valore anche grazie ai suoi scarti di lavorazione, in quanto proprio  con questi ultimi il CNR di Pozzuoli-Napoli è riuscito a creare una pellicola utilizzabile come telone, al posto di quella comune in plastica, da utilizzare per la copertura delle serre, totalmente biodegradabile che, una volta terminato il suo impiego, può essere utilizzato come fertilizzante.

 

 

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