Tobin tax: di cosa si tratta?

Filippo Ispirato
E’ da diversi giorni che si valuta l’introduzione all’interno dell’Unione Europea della tassazione della Tobin Tax. Per Tobin Tax, che prende il nome dall’economista che la teorizzò, si intende una tassazione che viene applicata su tutte le transazioni, ossia operazioni di acquisto e vendita di titoli, che vengono effettuate sui mercati finanziari. L’aliquota si aggira, così come ipotizzata dal premio Nobel James Tobin, in un range compreso tra lo 0,01% e l’1%, anche se generalmente il valore del prelievo si attesta a 0,05%.  L’impatto per i singoli risparmiatori privati è molto limitato: su 10.000 Euro di titoli acquistati, ad esempio, l’importo trattenuto sarebbe di 5 Euro. Il discorso cambia, invece, per i grandi investitori istituzionali, le società di gestione di risparmio e le società di investimento che effettuano numerose operazioni anche intraday, ossia di compravendita di uno o più titoli più volte nel corso della stessa seduta di borsa, ed operazioni di arbitraggio. In tal caso questi grandi investitori, muovendo degli importi considerevoli di denaro, con l’introduzione della Tobin Tax vedrebbero ridursi in maniera sensibile i loro guadagni proprio per la numerosità delle operazioni di compravendita effettuate. La tassa in questione ha una sua funzione specifica: recuperare dei fondi a beneficio della comunità internazionale, come le tasse applicate, ad esempio, dai singoli stati per erogare alcuni servizi di utilità pubblica. In quest’ottica vuole essere applicata la tassa in UE, caldeggiata in particolar modo dalla Francia, allo scopo di drenare risorse finanziarie per arginare in parte la crisi economica all’interno dell’Unione Europea.  E’ contraria, invece, la Gran Bretagna; Londra teme che questa tassazione possa penalizzare i mercati finanziari europei in quanto gli investitori si rivolgerebbero ad altre piazze finanziarie prive della tassa Tobin. Secondo la Gran Bretagna questa tassa avrebbe senso e valenza sociale solo se fosse applicata in tutti i mercati, in caso contrario comporterebbe un esclusivo depauperamento delle transazioni nei mercati borsistici europei a favore dei mercati americani ed asiatici. Verificheremo in corso se avrà la meglio la Francia, favorevole alla tassa per recuperare, almeno nel breve nuova liquidità, o la Gran Bretagna, contraria, che al momento è l’unico paese a non voler aderire al nuovo trattato in corso.

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