Provincia Under attack: è l’ora di Citarella

Al.Bi.

SALERNO – Un nuovo terremoto giudiziario ha scosso ieri mattina le sedi dei partiti politici e le coscienze di tanti personaggi istituzionali che per decenni hanno gestito la Provincia di Salerno.  provvedimenti giudiziari emessi dalla procura della Repubblica di Salerno sono una continuazione, se non la conclusione, delle clamorose azioni messe in atto in questi ultimi anni, l’ultima delle quali nel febbraio del 2009 alla vigilia delle elezioni provinciali. Per doverosa correttezza deontologica per oggi ci limitiamo a pubblicare per intero il provvedimento dei 15 arresti così come notificato a questa redazione dall’Arma dei Carabinieri di Salerno. Nei prossimi giorni non mancheremo di commentare questa nuova clamorosa vicenda.

Nella mattinata odierna, in Salerno i Carabinieri del R.O.S., con la collaborazione
dei Comandi Provinciali competenti per territorio, hanno dato esecuzione ad
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di
Salerno, su richiesta di questa Procura Distrettuale antimafia, nei confronti di 15
indagati per associazione per delinquere, finalizzata alla turbata libertà degli
incanti, corruzione, falso in atto pubblico ed altri delitti. Gli interventi repressivi
hanno interessato le province di Salerno, Napoli, Caserta e Avellino.
I provvedimenti scaturiscono da un indagine denominata “DUE TORRI” avviata nel
mese di febbraio 2007 in direzione di un’organizzazione composta da imprenditori
e da pubblici funzionari che ha posto in essere una serie innumerevole di delitti di
turbata libertà degli incanti ai danni dell’Amministrazione Provinciale di Salerno.
Il “cartello” d’imprese, attivo sin dall’anno 2002, era articolato su due livelli: il
primo, sovraordinato, composto da pochi imprenditori “capicordata”, diretto dai
noti cugini salernitani CITARELLA Gennaro e CITARELLA Giovanni (quest’ultimo
figlio del defunto CITARELLA Gennaro, imprenditore nocerino ucciso il 16.12.1990
in un agguato camorristico, ritenuto appartenente all’organizzazione camorristica
“NUOVA FAMIGLIA” di ALFIERI Carmine), promotori dell’organizzazione e traitd’union
con i soggetti istituzionali; il secondo, composto da un numerosissima
schiera di imprese “satellite” facenti capo ai primi, che si aggiudicavano
sistematicamente gli appalti indetti dall’Amministrazione Provinciale di Salerno
con il ricorso al c.d. sistema “delle cordate”, caratterizzato dalla partecipazione alle
gare di un consistente numero di società compiacenti, le cui offerte, concordate a
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tavolino, determinavano la percentuale di ribasso “vincente”, che talvolta sfiorava
anche il 40% della base d’asta, recuperata poi con l’impiego di materiali scadenti,
che in sede di collaudo venivano ritenuti idonei dai tecnici compiacenti, ovvero
attraverso la mancata realizzazione anche di intere porzioni di lavoro.
In particolare il sodalizio, avvalendosi della corruzione di numerosi tecnici
dell’Amministrazione Provinciale di Salerno, appartenenti all’Ufficio Gare o
direttori dei lavori, aveva realizzato la sistematica turbativa di tutte le gare
d’appalto bandite da quella Amministrazione, spartendosi “a tavolino” i lavori,
mediante la commissione di una serie di illeciti funzionali a celarne l’illecita
distribuzione.
L’organizzazione si era evoluta nel tempo, passando dalle iniziali 64 società, che
nell’anno 2005 avevano partecipato a 45 gare bandite dalla Provincia di Salerno
(aggiudicandosene 35), alle 156 dell’anno successivo, fino a raggiungere, nel
biennio 2007-2008, una stabile configurazione, caratterizzata dalla presenza di 7
capicordata, gli imprenditori arrestati CITARELLA Gennaro, CITARELLA
Giovanni, RUGGIERO Giuseppe, DI SARLI Luigi, SPINELLI Federico; BOTTA
Giovanni e ZANGARI Emanuele, e da oltre 250 società che, solo nell’anno 2007,
avevano preso parte a 38 gare, bandite con procedura semplificata (licitazione
privata), aggiudicandosene 25, nonché a numerosissime altre gare bandite con
diversa procedura (somma urgenza e/o ad evidenza pubblica), aggiudicandosene la
maggior parte.
Come anzidetto, ciò avveniva con la complicità di numerosi funzionari corrotti
dell’Amministrazione Provinciale di Salerno, tra cui OREFICE Raffaele e DE LUCA
Franco Pio, entrambi destinatari dell’ordinanza cautelare, nonché di un
provvedimento di sequestro preventivo, ai fini della confisca di denaro e titoli di
credito, per l’ammontare complessivo, anche “per equivalente”, di € 120.000.
Il 16 maggio 2008, con una serie di perquisizioni presso le sedi delle società
indagate, seguite il successivo 27 febbraio 2009 da ulteriori 12 perquisizioni nei
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confronti di altrettanti tecnici della Provincia di Salerno, erano stati acquisiti
fondamentali elementi di riscontro documentale inerenti gli innumerevoli illeciti
commessi dall’organizzazione indagata.
Con tre informative successive, il R.O.S. ha refertato a questa Procura Distrettuale
Antimafia la complessa attività di verifica di oltre 170 gare d’appalto bandite
dall’Amministrazione provinciale di Salerno nel periodo 2001-2008, denunciando
l’illecita ingerenza del sodalizio in oltre 130 lavori pubblici, in relazione ai quali, sia
le procedure di gara, sia la realizzazione e liquidazione contabile delle opere,
risultavano viziate dalla reiterata e metodica commissione di innumerevoli delitti.
Veniva altresì circostanziato il quadro accusatorio a carico dei promotori, degli
appartenenti e dei principali fiancheggiatori dell’associazione, sottoponendo al vaglio
dell’A.G. la posizione di oltre 300 indagati, responsabili di 302 società, che a diverso
titolo avevano concorso nella commissione dei seguenti delitti: “Turbata libertà degli
incanti”; “inadempimenti di contratti in pubbliche forniture”; “frode nelle pubbliche
forniture”; “corruzione per un atto d’ufficio”; “corruzione per un atto contrario ai doveri
d’ufficio”; “abuso d’ufficio”; “rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio”; “falsità
ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”; “falsità in registri e
notificazioni”; “falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di un servizio pubblico”;
violazione delle norme relative al sub-appalto ex art. 118 D. Lgs 12 aprile 2006 nr. 163
“codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture” ed altri illeciti minori.
Questo Ufficio, nel novembre 2011, ha richiesto all’ufficio del G.I.P. l’applicazione
di misure cautelare personali nei confronti di 52 soggetti, tra cui i promotori ed i
principali imprenditori aderenti al “cartello” d’imprese, nonché numerosi
funzionari e tecnici della Provincia di Salerno.
Il G.I.P., pur concordando sulla sussistenza e gravità del quadro indiziario, dato il
lungo tempo trascorso dall’accertamento dei reati “fine” dell’organizzazione, ha
ritenuto essere venute meno le esigenze cautelari, applicando la misura restrittiva
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solo a carico del gruppo “centrale” di imprenditori (capicordata e promotori
dell’organizzazione) e dei due tecnici provinciali per i quali era stato contestato
anche il delitto associativo.
L’indagine, in conclusione, ha fatto luce su un articolato ed insidioso sistema
criminale, creato da un nucleo di imprenditori contiguo ad ambienti camorristici,
da impresari senza scrupoli e da impiegati pubblici corrotti, funzionale all’illecita
spartizione di ingenti capitali pubblici, che ha di fatto azzerato per molti anni la
libera concorrenza.
E’ risultata altresì inficiata, anche a rischio dell’incolumità dei cittadini, la qualità di
numerose ed importanti infrastrutture pubbliche, costruite in dispregio delle
corrette regole costruttive.
Salerno, 12 giugno 2012
Il Procuratore della Repubblica
Franco Roberti

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