IL GAUDIO

Alfonso D’Alessio

La Chiesa anche nei momenti di riflessione, di penitenza, di conversione, ha sempre presente che la caratteristica del cattolico è la gioia. E’ per questo motivo che nella terza domenica di Avvento, così come nella terza di Quaresima, siamo invitati a riflettere sulla letizia che distingue chi ha incontrato Cristo e si prepara a vivere eventi fondamentali per la propria fede. Provate a fermarvi un istante mentre tutti intorno corrono e si agitano. Scoprirete un mondo che a volte sfugge. Gente che corre con lo sguardo perso, le sopracciglia corrucciate, la tristezza nel volto e il vuoto nello sguardo. E che dire di quei giovani che credendo di esaltare la bellezza fisica indossando abiti che in un ipotetico festival del cattivo gusto sarebbero ai vertici delle premiazioni? Anche in queste cose si esprime la ricerca dell’uomo di senso per la propria esistenza. E allora perché non cerca la fonte della felicità ma, imbambolato, guarda altrove? Probabilmente si e’ tentato di cancellare anche la capacità di ricercare e di trovare. Il frutto peggiore dell’illusione di potersi affrancare da Dio e’ lo sprofondare in una solitudine cieca e senza vie di uscita. Noi cattolici siamo fortunati e la Chiesa ce lo ricorda. Noi possiamo essere liberi dall’atteggiamento triste, dal vuoto interiore in quanto siamo a contatto con l’Infinito. Siamo al riparo dalla solitudine perché nostro compagno di strada è il Signore. Come si potrebbe sprofondare nel non senso? Abbiamo però un dovere, quello di essere contagiosi, di gridare ai sordi che l’alternativa c’è e si è manifestata attraverso un indifeso bambino. La forza della debolezza che sconvolge i potenti. Buon avvento vissuto nella letizia.

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