AGIRE/8: tra “pay-roll giving” e “gift matching” c’è “aid work”

Aldo Bianchini

SALERNO – Come avevo annunciato nelle precedenti puntate di questa storia è giunto il tempo di “Agire”, il settimanale cattolico edito dalla Curia di Salerno. Tornerà, dunque, a breve in edicola, in tutte le edicole del territorio della diocesi. Con delle novità, almeno questo è stato promesso, circa la “manifattura editoriale” non solo delle notizie ma anche dei sistemi di distribuzione e, soprattutto, della ricostruzione della redazione basata sul volontariato. Insomma dovremmo assistere, a breve, ad una esperienza di “impresa che fa volontariato”. La cosa, essendo un pochino esperto del mondo del lavoro in genere, mi ha intricato oltre misura, tanto che alla vista di tale titolo ho letto con grande interesse nella rubrica “Mondo Cattolico”, curata da Alfonso D’Alessio e pubblicata su questo stesso giornale online, un interessante approfondimento sul lavoro recante proprio il titolo di “Impresa che fa volontariato”. Ho scoperto, così, che per le imprese che fanno volontariato esistono due fattispecie; la prima è il “pay-roll living” (i dipendenti di un’impresa decidono di donare periodicamente una piccola parte del loro stipendio -anche pochi euro-  tramite un semplice meccanismo automatico di prelievo dalla busta paga) e la seconda è il “gift matching” (i dipendenti dell’azienda decidono di organizzare un evento o una raccolta fondi a favore di un’associazione umanitaria mentre l’azienda, appoggiando la scelta dei suoi dipendenti, raddoppia la cifra raccolta). Per quanto riguarda la riedizione di “Agire”, però, nessuna delle due ipotesi è stata o sarà applicata, nel senso che tutti quelli (apprendisti giornalisti, dipendenti, collaboratori, grafici, e quant’altro) che elaboreranno e produrranno la nuova edizione del settimanale opereranno a titolo completamente gratuito dando vita ad una sorta di “voluntary aid work” che in parole povere è una forma di volontariato a scopo sociale ed a beneficio unicamente e solo dell’impresa, baipassando qualsiasi altro diritto. Da questa spiegazione viene fuori un aspetto che, nel caso di Agire,  deve inquietare  gli autori di quella che nel precedente articolo ho definito come “operazione Avalanche”, S.E. Mons. Luigi Moretti – Giuseppe Pantuliano e don Nello senatore; l’aspetto è quello che riguarda gli ex produttori del settimanale, tutti quelli cioè che rimarranno fuori dal nuovo discorso e quindi palesemente danneggiati, in termini e in dimensioni economiche, dall’assalto dei volontari. Difatti se i cosiddetti “pay-roll living” e “gift matching” vanno nella direzione di aiutare l’impresa a sopravvivere nell’ottica della tutela assoluta dei lavoratori dipendenti, il “voluntary aid work” è esattamente il contrario perché va nella direzione di salvare l’impresa attraverso il sacrificio e l’affossamento di tutti i diritti dei dipendenti o di quelli che a vario titolo hanno contribuito con il loro lavoro alla nascita ed alla crescita dell’impresa stessa. Insomma, in poche parole, il “voluntary aid work” è il modo più sbrigativo per risolvere problematiche infernali legate ai contratti di lavoro e/o semplicemente di collaborazione già esistenti e per togliersi dai piedi tignosi rapporti che peserebbero in maniera devastante sulle capacità e sulle possibilità di “fare impresa” per una nuova cordata editoriale. In pratica un benservito con i fiocchi che sembra davvero allucinante quando viene dal mondo cattolico e, nella fattispecie, dalla Chiesa. Non so se queste mie considerazioni saranno mai lette dai tanti giornalisti e/o collaboratori che per anni hanno fatto il settimanale, non so neppure quale tipo di giudizio potranno dare, non mi interessa; so soltanto che il mio intervento è finalizzato esclusivamente alla tutela dei tanti posti di lavoro, probabilmente molto precari, che davano almeno qualche boccata di ossigeno a tanti in un momento drammatico per l’economia e per il mondo del lavoro.

3 thoughts on “AGIRE/8: tra “pay-roll giving” e “gift matching” c’è “aid work”

  1. … S.E. Mons. Luigi Moretti – Giuseppe Pantuliano e don Nello senatore;
    Caro direttore c’è un grande assente in questo tuo elenco: l’economo diocesano.
    Da voci raccolte qua e là, sembra che non si muova foglia senza che lui non voglia.

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