Cemento/12: la saga di Piazza Cavour

Aldo Bianchini

SALERNO – Quando scrivo lo faccio sempre in buona fede e con molta sincerità, spesso sbaglio ed è umano. Dunque, in tutta sincerità quello che sto per raccontare avrei preferito proporlo all’attenzione della città di Salerno attraverso gli schermi televisivi, avrebbe avuto un impatto radicalmente diverso dallo scritto ed avrebbe fatto sicuramente molta più presa sull’immaginario collettivo dei telespettatori, non solo perché ritengo quello strumento più congeniale al mio modo di fare giornalismo d’inchiesta, ma anche perché spero sempre di poter rientrare in quel mondo specifico dell’informazione dove sono stato per circa trent’anni. Così non è stato, ed ogni volta che sono sul punto di realizzare il ritorno accade che qualcosa o qualcuno si oppone, velatamente o arrogantemente, alla riproposizione di un modo di fare televisione assolutamente fuori dai canoni tradizionali. Ma a questo argomento dedicherò un mio prossimo approfondimento e non mancheranno, credetemi, grosse rivelazioni. Ritorniamo, quindi, all’argomento di oggi, Piazza Cavour di Salerno, con tantissime rivelazioni che attengono specificamente la “guerra del cemento per la conquista di Salerno”. In queste ultime settimane si fa un gran parlare del “conflitto” apparentemente soltanto di natura scientifica sulla realizzazione di parcheggi e box interrati sotto il livello stradale di Piazza Cavour, quell’enorme spazio proprio davanti la provincia di Salerno. Nelle ultime puntate di questa mia inchiesta sul “cemento” ho parlato della frattura interna all’Ance con una costola della stessa che si è staccata creando la UCS (Unione Costruttori Salernitani) che ha come presidente l’imprenditore del cemento Pietro Andreozzi che è anche proprietario della Italian Auto (concessionaria Lancia) presso la cui sede alberga anche la UCS in cui sono confluiti pochi ma ben motivati imprenditori del mattone  e nel cui c.d.a. risulta esserci anche Vittorio Forte, uno dei costruttori salernitani più vicini al potere politico del momento. In città c’è uno scontro in atto, non è una mia invenzione, tra l’ANCE (con circa tremila iscritti)  e la UCS (con poche decine di iscritti); insomma tra Ance e Ucs c’è stata una frattura dovuta essenzialmente a scelte politiche, di indipendenza da parte dell’Ance e di totale collaborazione con il potere cittadino da parte dell’Ucs. La scelta dell’Ucs che si è distaccata anche dai sindacati potrebbe aver dato l’avvio di un riavvicinamento collaborativo tra Ance e Sindacati (capeggiati da Luigi Ciancio della Feneal-Uil che fino a qualche tempo fa era probabilmente schierato con il sindaco De Luca e con i poteri forti della città). Il sommovimento interno all’Ance con la clamorosa scissione ha dato praticamente il via ad una serie di conquiste da parte dell’Ucs che, con i suoi associati, è partita lancia in resta verso l’accaparramento dei grandi lavori che al momento sono già in corso o sono soltanto sul tappeto. Parlo ad esempio dell’aggiudicazione dei lavori di costruzione del “famigerato 2° lotto del trincerone ferroviario” che è stato appannaggio dell’ATI-Fadep srl/Andreozzi Costruzioni srl/Armafer con un ribasso d’asta del 13,9%. Tutte imprese facenti parte di quel pacchetto, esiguo ma potentissimo, della UCS che, ovviamente, è arrivata anche sull’appalto dei lavori per la costruzione dei parcheggi e box interrati di Piazza Cavour con alcune imprese minori sotto il velo protettivo della Andreozzi Costruzioni. Da qui, forse, le pesanti perplessità degli addetti ai lavori, Soprintendenza compresa nonostante la sua ondivaga presa di posizione. Ma tutto questo lo vedremo nella prossima puntata.

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