Con Paragone non c’è paragone

 

Renato Messina

renatomessina87@gmail.com

Nei giorni scorsi alcune voci riportate dal Corriere della Sera (link: http://www.corriere.it/spettacoli/13_giugno_22/paragone-caso-rai_48e25bba-daf5-11e2-99af-699e293a37b1.shtml), hanno agitato il sonno dei telespettatori della trasmissione “l’ultima parola”. Come riporta il Corsera ci sarebbero state delle pressioni da parte di alcuni uomini di governo sull’azienda e sullo stesso conduttore affinchè fosse cambiato il format del programma,  “epurandolo” dagli argomenti politici. L’articolo continua dicendo che la probabile causa di questa attenzione speciale riservata al talk di Gianluigi Paragone sarebbe stata il suo posizionamento troppo “grillino”. Questo pezzo non avrebbe attirato la mia attenzione, sia perché riporta delle indiscrezioni sia perché l’argomento non è dei più entusiasmanti, se non fosse per la contemporaneità con la vicenda triste che la televisione pubblica greca sta vivendo di questi tempi. La considerazione infatti è lampante; a prescindere dal fatto se si è a favore o contro l’esistenza di una televisione pubblica, è decisamente imbarazzante dover ancora assistere a dinamiche di questo genere (o averne il sospetto). Mentre in Grecia il servizio pubblico è in evidente difficoltà, in Italia il problema rimane ancora l’opportunità politica di una trasmissione più che la sua resa economica. Non abbiamo la certezza che queste indiscrezioni siano veritiere, ma spero che Paragone e qualunque altro dipendente della Rai continuino a fare il loro lavoro perché valutati per il merito e il profitto che portano alla loro azienda (che è anche un po’ nostra), piuttosto che per le loro idee.

Renato Messina

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