Autorità portuale: l’autonomia di Annunziata

Aldo Bianchini

SALERNO –  Questa polemica scatenata da Italia Nostra e dal Comitato No Crescent, in tutta sincerità, non riesco proprio a capirla. Mi rendo conto che per loro stessa natura le due associazioni devono cercare di contestare tutto e tutti per quanto attiene quello scempio che sta accadendo a livello anche istituzionale per la realizzazione di Piazza della Libertà, del Crescent e dell’annessa “torre autorità portuale”. Invece di azzannare subito e senza senso l’unico personaggio che riesce a garantire una certa indipendenza e autonomia dal “De Luca pensiero”, si impegnassero le due associazioni ad azzannare un po’ più spesso e con tematiche più concrete direttamente il sindaco quasi viceministro. Incolpano Andrea Annunziata di avere per l’ennesima volta ribadito che l’Autorità Portuale non ha nulla a che vedere con le scelte comunali e che andrà avanti per la sua strada anche per quanto riguarda l’eventuale realizzazione della torre del porto nell’ambito del più ardito progetto del Crescent. In pratica Andrea Annunziata con grande abilità ha parlato, nei giorni scorsi, di una “progettualità di carattere generale” al fine di garantire all’attività portuale uno sbocco sicuro per il futuro senza alcun riferimento al Crescent. Capisco benissimo che la torre del porto potrebbe essere realizzata soltanto nella zona che le due associazioni ritengono ad alto rischio idrogeologico, sismico e paesaggistico ma Andrea Annunziata non ha parlato di realizzarla per forza in quello specifico settore della zona presa in considerazione. Oltretutto i problemi idrogeologici, sismici e paesaggistici doveva tenerli in grande considerazione il soprintendente che all’epoca, invece, fece finta di nulla e trincerandosi dietro il “silenzio assenso” consentì la cantierizzazione dell’opera. Quella fu un’azione istituzionale davvero vergognosa, ma quell’azione non mi sembra sia stata adeguatamente combattuta dalle due associazioni nei tempi e nei modi giusti. Ovviamente il ragionamento di Andrea Annunziata è più vasto ed a 360 gradi, forse le due associazioni non l’hanno afferrato nella sua interezza. Il presidente Annunziata con il suo intervento ha inteso mettere tutti sull’avviso per un futuro portuale non molto roseo se non si provvederà, nel più breve tempo possibile, a creare tutte quelle infrastrutture necessarie a contendere la leader schip ai grandi porti mediterranei ed europei. Da circa dieci anni il porto di Salerno cresce e si sviluppa con risultati positivi che sono sotto gli occhi di tutti; al successo del porto non corrisponde, però, la predisposizione dell’entroterra ad uno sviluppo futuro ancora più marcato perché non ha la possibilità di ricevere le merci per la mancanza di apposite aree industriali. E’ ovvio che è giusto allargare il bacino portuale ma i lavori potrebbero non servire a nulla, difatti il solo accogliere le grandi navi non risolve il problema della dislocazione delle merci per la successiva distribuzione. Non a caso il presidente Annunziata da molto tempo parla e progetta di ripristinare le grandi scatole vuote dei siti industriali dismessi per riutilizzarli come aree per il deposito e la distribuzione. I siti industriali non utilizzati sono presenti su tutto il territorio campano e per utilizzarli bisogna forzatamente allargare il proprio orizzonte di vedute senza cadere nell’eterno dualismo con la portualità di Napoli che è e rimane un’altra cosa rispetto a quella di Salerno. Il problema è di straordinaria importanza e non c’è tempo da perdere; difatti dal 2015 le grandi navi marittime investiranno in navi capaci di portare molti più container delle attuali con  pescaggi superiori ai 18 metri; ma a Salerno possono approdare navi con pescaggio non superiore ai 13 metri ed è tutto su questo rebus che si gioca il problema del futuro della portualità salernitana. Ci sarebbe anche una possibilità per driblare il problema fondali e il problema siti di stoccaggio se si riuscisse a dare uno sviluppo serio all’aeroporto Costa d’Amalfi con la funzione di cargo per il trasporto merci, ma anche qui invade e pervade il “De Luca pensiero” disposto a distruggere tutto quello che non può governare e comandare direttamente. Occorrono circa 150milioni di euro per l’allargamento dell’entrata del porto e per lo sterro dei fondali, soldi che al momento sono pura chimera, altrettanti per la ristrutturazione dei siti industriali dismessi. Ecco perché la battaglia delle due associazioni mi appare alquanto strumentale e non ben definita, conviene spostare il mirino verso altri obiettivi e rimuovere velocemente dal centro degli interessi l’unico personaggio capace di operare anche dei distinguo rispetto allo strapotere del sindaco e quasi viceministro Vincenzo De Luca. Non so se i responsabili delle due associazioni lo sanno ma Andrea Annunziata ha sempre dimostrato di essere un tantino al di sopra dei politici e della politica locale, De Luca compreso. Sarebbe quindi il caso di tenercelo ben stretto.

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