GRIDO DI PACE

Alfonso D’Alessio

Si è abituati a vedere Papa Francesco sorridente, pronto alla battuta e mite nel tono di voce. Si è visto, in questi ultimi giorni, un papa preoccupato, intimamente provato, serioso e che ha persino alzato il tono di voce, rendendolo più che mai fermo e deciso. I gesti del pontefice non sono mai pensati a tavolino o studiati per ottenere l’effetto cinematografico, e forse proprio per questo godono di maggiore successo. Essi sono spontanei. Non bisogna mai dimenticare tale particolare per capire e assaporare fino in fondo le parole di Francesco. In questa ottica non sfugge la gravità dell’appello che ha rivolto, e continua a rivolgere, agli uomini del mondo intero per la pace. Ha condannato l’uso delle armi chimiche e l’intervento militare “Violenza chiama violenza, serve dialogo”. Condanna esplicita anche a Damasco: “C’è un giudizio di Dio e della storia a cui non si può sfuggire”. “Oggi mi faccio portatore del grido della pace, mai più guerre”. Ieri, sabato 7  settembre, in tutto il mondo digiuno e preghiera per la pace. Invito rivolto, all’Angelus della domenica precedente, a tutti i cattolici e appartenenti alle altre confessioni cristiane, di ogni religione, fino a raggiungere coloro che non credono, e accolto diffusamente. Ancora una volta è stata la Chiesa a dover ricordare e sottolineare che le dittature, le prepotenze globali e non solo quelle dei paesi medio orientali o nord africani, ma pure quelle che con mezzi diversi colmano di fatto anche il cosiddetto occidente civile, non si abbattono con le armi, ma col dialogo e la lotta alle ingiustizie. Senza giustizia e cultura del confronto pacifico, a dittatori se ne sostituiscono altri, e nulla cambia. E’ arrivato il momento di seguire Papa Francesco non solo perché nella Chiesa ha messo mano al lavoro di liberazione da sovrastrutture e modi di fare depositati dalla storia e il più delle volte contrari allo stesso messaggio evangelico, ma anche e soprattutto per il suo Magistero. Per fare ciò ci vuole umiltà, altro capitolo ostico da aprire in quanto la modestia è caratteristica ampiamente aborrita dalla contemporanea dittatura del non pensare. Per gli uomini liberi e di buona volontà questo è chiaro, si spera che lo diventi per tut

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