Russia: prove sulla responsabilità dei ribelli nell’attacco chimico in Siria

Maria Chiara Rizzo

“Sono molto deluso dell’approccio delle Nazioni Unite e dei suoi ispettori che hanno redatto in maniera incompleta il loro rapporto sull’utilizzo delle armi chimiche in Siria, ignorando del tutto gli elementi che più volte abbiamo segnalato”. Queste sono state le parole del vice ministro degli affari esteri russo, Sergey Riabkov, che ha commentato a Damasco il testo presentato dagli esperti dell’ONU, giudicando il loro operato unilaterale, di parte e molto politicizzato.

Il Consiglio di Sicurezza continua ad essere spaccato sul dossier siriano: la Cina e la Russia continuano ad appoggiare il regime di Bashar Al Assad. Tra l’altro, Mosca ha annunciato di aver ricevuto degli elementi che proverebbero l’utilizzo delle armi chimiche da parte dei ribelli, attestandone la colpevolezza. La Russia sottolinea il fatto che la tragedia del 21 agosto deve essere presa in esame insieme ad altri casi- che proverebbero il coinvolgimento dei ribelli- , denunciando la mancanza di imparzialità da parte degli ispettori. Francia, Usa e Gran Bretagna sono, invece, convinti che il rapporto presentato dagli esperti non lascia spazio a dubbi sulla responsabilità del regime siriano nella strage del 21 agosto scorso che, secondo l’America, ha causato la morte di 1500 persone.

Mentre il dibattito all’interno del Consiglio di sicurezza su un eventuale risoluzione e sull’accordo di distruzione delle armi chimiche continua, Bashar Al Assad  ringrazia la diplomazia russa per il suo sostegno e per aver fatto largo a un nuovo scenario che prenderebbe in considerazione il coinvolgimento dei ribelli nell’attacco chimico. Insomma, l’atteggiamento russo non fa presagire un accordo su un’eventuale azione immediata della comunità internazionale nei confronti di Assad.

Intanto si ipotizza un ritorno degli ispettori in Siria per far luce su altre raccapriccianti vicende che risalirebbero a marzo scorso. Il capo degli ispettori, Aake Sellstrom, di nazionalità svedese, ha definito il rapporto presentato dagli esperti parziale, sottolineando che l’attacco del 21 agosto non è l’unica vicenda che merita interesse. Ci sarebbero altre 13 o 14 accuse che, secondo l’esperto svedese, dovranno essere analizzate prima di giungere a una conclusione.

  “Siamo delusi dell’approccio delle Nazioni Unite e dei suoi ispettori inviati in Siria che hanno redatto un rapporto del tutto incompleto, ignorando gli elementi che, a più riprese, abbiamo segnalato”- queste le parole del vice ministro degli affari esteri russo, Sergey Riabkov, che ha pronunciato durante la sua visita a Damasco per commentare il lavoro degli esperti dell’ONU.

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