PD: il Corisa/2, la giustizia di Barbirotti e l’ombra sul tesseramento !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Adesso Dario Barbirotti e Filomena Arcieri, rispettivamente già presidente e direttore generale del Consorzio Bacino Sa/2, possono finalmente tirare un sospiro di sollievo, sono stati rinviati a giudizio ma sono riusciti ad evitare guai peggiori. La serenità del giudizio potrà garantire obiettività e, forse, anche giustizia. Fino a prova contraria, cioè fino a sentenza passata in giudicato, sono innocenti e vanno trattati come innocenti davanti alla legge che dovrebbe essere uguale per tutti. Questa è la giustizia che piace anche a me, strenuo difensore dello stato di diritto di tutti. Benissimo hanno fatto il pm, Marina Guglielmotti, prima e il gup, Dolores Zartone, poi a non chiedere alcun provvedimento restrittivo della libertà personale sia per i due imputati eccellenti che per gli altri 153 indagati di cui molte decine rinviati a giudizio, di cui diversi patteggiamenti, di cui pochi prosciolti in istruttoria. Benissimo hanno fatto i due magistrati a resistere alle pressioni dei media e dell’opinione pubblica che esigeva, invece, la sceneggiata di qualche arresto eccellente. Insomma, come dire, a Dario e Filomena è andata bene, anzi benissimo, visto e considerato che per quanto mi riguarda sono assolutamente innocenti; meno male per la giustizia che non ha dovuto fare da giustiziere preventivo e fortunatamente per loro due che non hanno vissuto l’incubo indescrivibile della privazione della libertà personale. Tutto il resto, come diceva il cantante Franco Califano, è noia; le udienze dibattimentali, le arringhe, le requisitorie, le testimonianze, la sentenza di primo grado, forse quella di appello ed infine la Cassazione. Eppure il castello accusatorio che ha finanche superato lo scoglio dell’udienza preliminare (tanto è vero che i due sono stati, comunque, rinviati a giudizio) era ed è di una gravità assoluta e che per renderlo comprensibile ai non addetti ai lavori può essere racchiuso nella seguente definizione dell’ipotesi di reato: <<Associazione per delinquere finalizzata all’utilizzo illecito di denaro pubblico>>. Insieme a loro due finiranno a processo, la cui prima udienza è prevista per il prossimo 11 novembre, altri sette personaggi: Pellegrino Barbato (attuale presidente  di Salerno Pulita), Adele D’Elia (coordinatrice servizi segreteria consorzio), Olga Buonomo e Luciana Catalano (revisori amministrativi), Luigi Salvato (consulente), Nicola Capasso e Armando Cavallo (gestori stazioni carburanti). Per gli altri 146 indagati il destino si è consumato strada facendo tra assoluzioni, patteggiamenti e rinvii a giudizio. La vicenda, per la cronaca, era nata sulla base di una denuncia scritta depositata in Procura dall’attuale “commissario liquidatore” del Consorzio, avv. Giuseppe Corona, che ipotizzava il reato sopra descritto. In pratica il Consorzio Bacino Sa/2 (raccolta rifiuti) veniva indicato come il “forziere” da cui attingere fondi e prebende di ogni genere da riversare in una marea di favori, dallo straordinario, all’utilizzo di carte aziendali fino alla percezione di finanziamenti da società finanziarie. Un’inchiesta senza dubbio difficile e molto articolata che la Procura della Repubblica di Salerno ha condotto con grande serenità e senso di equilibrio. Altra cosa, credo in tutta buona fede, sarebbe stato l’esito della stessa inchiesta se avesse riguardato personaggi, uomini e cose del centro-destra. Lo affermo ben sapendo di poter essere difficilmente smentito in quanto la diversità, anche nella crudezza, delle inchieste è sotto gli occhi di tutti; da questa consapevole constatazione dei fatti nasce anche la mia difesa ad oltranza di quasi tutti i personaggi politici del centro-destra che finiscono nelle maglie della giustizia. Molte volte ho visto giusto, raramente ho sbagliato. Sono per una giustizia serena e non per quella spettacolarizzata dal tintinnio delle manette che producono soltanto effetti personali devastanti e poche conseguenze finali sul piano squisitamente giudiziario. Di certo fa un effetto speciale osservare da fuori un’inchiesta che coinvolge 155 (tra dirigenti e dipendenti) persone su 160 dipendenti del Consorzio Bacino Sa/2, che tra i rinviati a giudizio ci siano personaggi eccellenti come (fonte Il Mattino del 26 set. 2013) Filomena Arcieri (donna di punta del centrosinistra) e Pellegrino Barbato (uomo di fiducia di De Luca); fa un certo effetto il ritrovamento da parte dei Carabinieri di 11 cartelline intestate a dipendenti con all’interno fotocopie di tessere dei DS, elenchi di cittadini di Salerno con nome-cognone-indirizzo-telefono e numero sezione elettorale; quasi come se il Consorzio fosse diventato una segreteria politico-elettorale. Scrive Petronilla Carillo su Il Mattino: <<… all’intestataria di una cartellina sulla quale vi era scritto “anni 2005, 2006 tessere Democratici di Sinistra … >>. Un’ombra inquietante che dal Consorzio si allunga anche sul sistema di “tesseramento” sul quale da tempo, noi di www.ilquotidianodisalerno.it, ci stiamo impegnando a fondo. Ma questa è un’altra storia che continueremo a trattare a parte. Per il momento aspettiamo con fiducia, insieme ai due imputati eccellenti, la fine del processo per il Consorzio.

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